Il Nazionale

Cronaca | 18 settembre 2025, 16:23

Nuove grane per Maiolo, l’ex sindaco di Santo Stefano Roero indagato per calunnia

Avrebbe accusato due funzionari comunali di aver sottratto documenti in municipio e ispirato le indagini della Guardia di Finanza

Nuove grane per Maiolo, l’ex sindaco di Santo Stefano Roero indagato per calunnia

Nuove grane giudiziarie per Renato Maiolo. L’ex sindaco di Santo Stefano Roero, sulle spalle del quale pendono condanne di primo grado nel processo Feudo, a due anni e undici mesi di reclusione, e a due anni in quello per maltrattamenti nei confronti di una dipendente del Comune roerino (era stato invece assolto nel processo nato dall’indagine denominata Feudo 2), risulta ora indagato in un quarto procedimento, questa volta per calunnia.

Nei giorni scorsi il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Cuneo ha infatti notificato al 76enne agricoltore in pensione un avviso di conclusione delle indagini preliminari. L’ipotesi di reato al vaglio degli inquirenti riguarda dichiarazioni che l’ex amministratore, per quindici anni alla guida del municipio roerino, avrebbe reso nei confronti di due funzionari di quello stesso Comune.

In particolare l’uomo si sarebbe espresso nei confronti di un’impiegata accusandola di aver sottratto alcuni documenti, di essere stata l’autentica ispiratrice dell’indagine dalla quale è scaturito il primo procedimento ai danni dell’uomo nonché occulta regista della perquisizione che, nel febbraio 2021, portò gli agenti delle Fiamme Gialle in quegli uffici comunali, alla ricerca dei documenti che portarono all’incriminazione e alla successiva condanna di Maiolo.

A rigore, dell’ampio ventaglio di accuse per le quali era stato rinviato a giudizio nel processo che ne seguì, Maiolo verrà giudicato responsabile di quelle riguardanti il reato di falso in atto pubblico e scagionato invece per le più gravi ipotesi relative alla truffa, alla turbativa d’asta e al peculato.

A fronte di quest’ultima notifica Maiolo ha incaricato del proprio patrocinio il suo storico difensore, l’avvocato Roberto Ponzio, eleggendo il proprio domicilio presso lo studio del legale albese. Quest’ultimo – si apprende – non ha però accettato l’incarico rinunciando quindi al mandato difensivo conferito nell’ambito di questo procedimento.

Interpellato sul punto, l’avvocato Ponzio ha spiegato che al momento non intende rilasciare dichiarazioni.

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