L’antico adagio secondo cui errare è umano ma perseverare meno calza bene alla vicenda che vede protagonista un 22enne residente nel Braidese, incappato in un controllo stradale nei pressi dell’ingresso che porta verso il centro di Alba attraverso il ponte albertino.
Il fatto martedì. A fermare l’auto condotta dal giovane una pattuglia della Polizia Locale albese, andata in realtà a colpo sicuro visto che quella vettura era appena stata segnalata dal sistema automatico di rilevazione delle targhe.
Occhi elettronici collegati al comando di piazza Duomo sorvegliano infatti i diversi accessi stradali presenti in città. Uno dei principali è proprio quello a monte della rotatoria "del Rondò", e quindi dei corsi Bra, Canale e Asti.
Da uno di questi proveniva evidentemente l’auto condotta dal giovane. Al passaggio della stessa sotto alle telecamere, queste l’hanno segnalata in quanto priva dell’assicurazione obbligatoria.
Alla pattuglia appostata a pochi metri di distanza non è rimasto che fermare quel giovane e contestargli la non banale infrazione.
Ma la situazione di quell’incauto guidatore si è fatta più grave ancora quando gli agenti hanno scoperto che lo stesso era alla guida nonostante fosse sottoposto a sospensione temporanea della patente per otto giorni.
Una misura, quest’ultima, che rientra tra quelle introdotte nel Codice della Strada col pacchetto di modifica in vigore da inizio anno per volere del ministro Salvini.
Il ragazzo ci era incappato alcuni giorni prima, quando la Polizia Stradale lo aveva sorpreso alla guida mentre era intento a telefonare, evidentemente senza dispositivi "viva voce" e su un’auto diversa.
Nei suoi confronti è scattato il sequestro dell’automobile mentre la guida senza patente è stata segnalata al prefetto.
Sarà questa superiore autorità, tramite una propria ordinanza, ad assegnare la sanzione, che secondo lo stesso Codice così aggiornato può andare da un minimo di 2mila a un massimo di 8mila euro.
La patente sarà intanto sottoposta a revoca e sempre al prefetto toccherà stabilire la durata del periodo di inibizione, che è di almeno un anno.
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