Il Nazionale

Attualità | 18 settembre 2025, 07:10

“No a un centro d’accoglienza in zona rossa”, l’ultimo appello dei cittadini al prefetto

Il presidente della 8: “Scelta non oculata”. Ma il cambio di destinazione d’uso non è ancora stato concesso

“No a un centro d’accoglienza in zona rossa”, l’ultimo appello dei cittadini al prefetto

Resta congelato il futuro dell’ex Telestudio di via Rocca de’ Baldi 20. In attesa di sapere se il Comune di Torino concederà, o meno, il cambio di destinazione d’uso dell’immobile individuato dal Ministero degli Interni come nuova sede di un Centro di Accoglienza Straordinario (Cas). 

L'appello fatto al prefetto 

Il comitato spontaneo, audito a Palazzo Civico, ancora una volta ha chiesto un passo indietro nel progetto che ha portato 450 persone a dire no al Cas. “Non siamo contrari all’accoglienza – precisa Giuliano, uno dei primi firmatari – ma il nostro quartiere vive già numerosi problemi di sicurezza, riconosciuti anche con la definizione di zona rossa fino al 30 ottobre. In più, i cittadini non sono mai stati coinvolti”. 

Da qui l’appello al prefetto, che arriva anche per voce del presidente della Circoscrizione 8, Massimiliano Miano. “E’ quasi un anno che discutiamo con la Prefettura. Nizza Millefonti resta una zona fortemente compromessa, come abbiamo segnalato al prefetto - così Miano - Ad oggi solo piazza Bengasi mostra miglioramenti, mentre persistono criticità al parco di Italia ’61 e al giardino Maiocco. Per questo chiediamo di non autorizzare il Cas in via Rocca de’ Baldi finché la situazione non sarà risolta”.

“Si aggrava quella realtà”

Per il consigliere leghista Fabrizio Ricca, aprire un Cas in un’area dichiarata a rischio “potrebbe potenzialmente aggravare la situazione”, mentre un confronto con l’esperienza positiva di Cavoretto, dove un immobile analogo non ha creato problemi, suggerirebbe di cercare una sede alternativa. Sulla stessa linea Ferrante De Benedictis (FdI), che ha ribadito le preoccupazioni già manifestate dai residenti. Oltre alla consigliera di Fi, Federica Scanderebech. “La scelta di Nizza Millefonti mi lascia fortemente perplessa - continua - Il territorio è fragile e il quartiere non è stato minimamente ascoltato. Una scelta presa senza valutare i problemi della zona”.

Più sfumata la posizione del centrosinistra. La consigliera Anna Borasi (Pd) ha sottolineato la necessità di chiarire “quali saranno i percorsi educativi per i minori e di accompagnamento al lavoro”, distinguendo nettamente il Cas dai centri di permanenza per i rimpatri. A rivendicare i progetti sull’area ci ha pensato Il consigliere del Pd Pietro Tuttolomondo (Pd). Il quartiere non è il Bronx come viene descritto, ma un’area che cambierà in positivo con il Parco della Salute e il ritorno del mercato in piazza Bengasi”.

Questioni tecniche e responsabilità

Dal punto di vista procedurale, l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni ha chiarito che la Città non ha competenza sulla decisione politica: “I nostri uffici verificano solo la correttezza della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività). Non è un permesso a costruire e non è la Città a decidere dove collocare, o meno, un Cas”. 

L’assessore alle Politiche sociali, Jacopo Rosatelli, ha invece ricordato come il Comune gestisca il sistema Sai (Servizi di integrazione e accoglienza), mentre i Cas dipendono direttamente dalla Prefettura. A cui, ormai è chiaro, i cittadini proveranno ad appellarsi fino all’ultimo.

Philippe Versienti

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