Il nastro dovrà riavvolgersi ancora una volta, ma sempre più vicino ad una pronuncia attesa da 30 anni ma che ora scandisce il tempo del processo, il primo mai aperto dal 1996 ad oggi. Dopo 7 mesi di udienze sta per ripartire il dibattimento sul caso del delitto di Nada Cella, segretaria dello studio di Marco Soracco massacrata a Chiavari sul posto di lavoro il 6 maggio 1996, in via Marsala, in quello che a lungo è rimasto un cold case e che, da febbraio ad oggi, è diventato un processo davanti alla Corte d'Appello di Genova sulle responsabilità del delitto. Indagini negli anni chiuse e riaperte, poi ancora chiuse fino a 4 anni fa quando l'intuizione di una criminologa, Antonella Delfino Pesce, ha acceso un riflettore su una figura rimasta avvolta in un mistero lungo 30 anni.
E' da qui che si riparte, da Anna Lucia Cecere, unica imputata per l'omicidio di Nada: l'ex insegnante cuneese, mai apparsa in aula in questi mesi deve rispondere dell'accusa di essere l'autrice del delitto, aggravato dai futili motivi. Con un movente che a lungo si è cercato di circostanziare in aula in questi mesi, legato a una sua presunta gelosia e a delle mire della donna, nei confronti del commercialista di Chiavari, Soracco, il primo indagato a lungo per la morte della segretaria, prosciolto da ogni accusa nel 1998, e ora nuovamente a processo, con l'accusa di favoreggiamento.
Vale a dire di aver 'coperto' l'autore del delitto, che nella tesi dell'accusa sarebbe proprio l'ex insegnante, all'epoca residente a Chiavari.
Da febbraio fino alla pausa estiva in aula sono passati i teste dell'accusa: conoscenti, vicini, persone che ruotavano attorno a quel piccolo mondo chiuso della cittadina del levante genovese del quale per poco tempo anche Cecere aveva fatto parte. Anche se in modo tangente.
Sfiorando i protagonisti, un piede dentro e uno fuori, con un passato difficile da medicare nel tentativo più volte emerso secondo le testimonianze di trovare una stabilità, nelle relazioni e nei rapporti soprattutto. Ci sarebbe questo dietro il rapporto tra Cecere e Soracco, da entrambi gli imputati sempre negato ma emerso dalle parole di conoscenti e amici: un tentativo di avvicinare l'uomo, benestante, e di sistemarsi. Lo stesso uomo che, però, da un certo punto in poi della loro conoscenza non voleva più farsi trovare. Tanto da negarsi al telefono, in quelle chiamate che la segretaria Nada aveva ricevuto ordine di non passare più: quelle di Cecere.
Forse questo alla base di un diverbio che potrebbe essere stato il motore di un delitto d'impeto, come circostanziato dagli inquirenti che nella nuova indagine hanno ricostruito i passaggi di un'aggressione che in pochi istanti ha portato alla morte di Nada, colpita una prima volta nel corridoio dello studio, pochi minuti prima dell'apertura al pubblico, e poi massacrata nella stanza dove lavorava come segretaria, con un oggetto contundente mai ritrovato, forse afferrato al volo tra i primi a disposizione nelle vicinanze della porta d'ingresso.
In questi mesi sono stati ascoltati i testimoni rimasti, la polizia scientifica che esaminò una scena del crimine irrimediabilmente compromessa e con lei le possibili tracce che potevano portare all'assassino ma sono finite travolte dall'emergenza, perché la ragazza era viva e venne soccorsa e portata d'urgenza in ospedale, morendo poche ore dopo e portando con sé il nome del suo assassino.
Si riparte da qui e potrebbe essere un viaggio breve fino alla sentenza attesa entro la fine di ottobre. Da giovedì in udienza, e toccherà all'esame dei testimoni portati dalla difesa. Un'ultima fase prima delle requisitorie dell'accusa e dell'intervento in aula dei rappresentanti di parte civile, l'anziana madre di Nada e la sorella. Non ci sarà, salvo ripensamenti dell'ultimo momento, Cecere che non è mai comparsa in udienza e non si sottoporrà a interrogatorio in aula, come spiegato dai suoi legali prima della pausa, a luglio.
Ci sarà invece la ricostruzione della mattina del delitto e l'esame di possibili nuovi elementi portati dagli ultimi testimoni. Prima della sentenza attesa entro il mese prossimo.
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