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Sport | 15 settembre 2025, 09:11

L'ingegnere leggiunese Pietro Clement alla conquista delle falde del Kilimanjaro: «A 3.700 metri ho ammirato il cielo stellato più splendente che io abbia mai visto»

Nuova avventura questa volta sul "tetto d'Africa", lo scorso mese di giugno, per l'ex ricercatore varesino che ora vive e lavora in Nepal dove guida e organizza viaggi: «Una notte uscendo dalla cucina per rientrare in branda ho visto le nuvole sotto di me che coprivano interamente la savana, i suoi villaggi e le loro luci. Il buio era perfetto, in ogni direzione»

L'ingegnere leggiunese Pietro Clement alla conquista delle falde del Kilimanjaro: «A 3.700 metri ho ammirato il cielo stellato più splendente che io abbia mai visto»

Nuova affascinante avventura, questa volta sul Kilimanjaro, il tetto d'Africa, per l'ingegnere leggiunese ed ex ricercatore Pietro Clement che da due anni vive in Nepal, dove guida e organizza viaggi, trekking e cime nelle Himalaya per gruppi provenienti da tutto il mondo attraverso l’agenzia di cui è fondatore con tre colleghi nepalesi, Next Level Adventure Pvt. Ltd. https://thenextleveladventure.com/  (LEGGI QUI)

«Nel mondo dell’alpinismo di alta quota le cime oltre gli 8.000 metri sono considerate i più grandi successi possibili all’uomo: in effetti, essi sono le sfide più grandi, letteralmente. I 14 ottomila, tutti nelle Himalaya, sono veri e propri templi dello sport alpinistico – e con ragione, perché conquistarne anche solo uno è un’impresa titanica con un concreto rischio di non ritorno» sottolinea Clement che però in questa occasione ha scelto un'altra strada e un'altra meta.  

«Esiste un’altra sfida, forse meno pregiata degli ottomila, ma più poetica e rocambolesca: parlo della sfida delle Sette Cime - prosegue il leggiunese - questa consiste nel raggiungere il punto più alto di ogni continente. È una sfida che porta a viaggiare il mondo, a visitare Paesi lontani e incontrare genti diverse ma con un punto in comune: l’amore per la montagna».

La lista dei continenti e le cime corrispondenti, in ordine di altitudine: Asia - Everest (8’848m), America Latina - Aconcagua (6’960m), America del Nord - Denali (6’190m), Africa - Kilimanjaro (5’895m), Europa - Elbrus(5’642m), Antartica - Vinson (4’892m) e Oceania - Piramide di Carstensz (4’884m).

Ed ecco quindi il viaggio nel Kilimanjaro che  Clement ha deciso di scalare nello scorso mese di giugno dopo essersi recato in Tanzania. 

Il Kilimanjaro è un enorme vulcano attivo che si erge sopra il parco nazionale del Serengeti, in Tanzania, nell’Africa dell’Est. È composto da due crateri, il più anziano e più piccolo Mawenzi a 5.100m circa e il fratello più giovane ma più grande Kibo. Il punto più alto di Kibo si chiama Uhuru Peak (5.895m), che in lingua locale significa “picco libertà”, ed è questa la cima che bisogna raggiungere per trovarsi sul tetto d’Africa.

«È stata un’incredibile esperienza, molto diversa dall’ambiente Himalayano cui sono abituato - racconta Pietro - il Kilimanjaro, vulcano solitario, s’innalza immenso sulla savana: salendo, tutto intorno a me era un piatto mare – ora di nubi, ora di verdi pianure. Nessuna vetta innevata, nessuna cima vicina. Solo Mawenzi, con le sue torri di roccia, fa compagnia agli alpinisti sulla strada per il punto più alto del continente africano».

«Una notte - conclude - uscendo dalla cucina a 3.700m per rientrare in branda, vidi il cielo stellato più splendente che io abbia mai visto. Le nuvole sotto di me, a circa 3.000 metri, coprivano interamente la savana, i suoi villaggi e le loro luci. Il buio era perfetto, in ogni direzione, e le stelle coloravano il cielo di bianco. Solo una manciata di persone, in quel momento, in tutta la Tanzania, erano al di sopra delle nubi e potevano vedere le stelle: noi, sulle falde del Kilimanjaro».

Claudio Ferretti

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