Il Nazionale

Albenganese | 14 settembre 2025, 07:00

Operazione antidroga Pet Food ad Albenga, il Pm chiede 9 anni e 4 mesi per Edoardo Porro

Chiesti 160mila euro di multa e la confisca di 800mila euro. Diversi i patteggiamenti e le richieste di rito abbreviato

Operazione antidroga Pet Food ad Albenga, il Pm chiede 9 anni e 4 mesi per Edoardo Porro

9 anni e 4 mesi, 160mila euro di multa, la confisca di tutto in denaro in sequestro (circa 800mila euro) e della sua auto, una Mercedes. Questa le richieste di condanna del Pubblico Ministero Luca Traversa nei confronti di Edoardo Porro, il protagonista principale nel mercato degli stupefacenti arrestato lo scorso 14 gennnaio a seguito di un blitz del Comando provinciale dei Carabinieri di Savona e del Nucleo Cinofili di Villanova d'Albenga che avevano sequestrato ad Albenga 38 kg di sostanza stupefacente ed un milione di euro in contanti.

Durante l'udienza preliminare davanti al Gip Emilio Fois nell'aula magna del Tribunale di Savona il Pm ha richiesto condanne anche per il padre di Porro, Carlo, Youssef El Ouarsani, Arqile Shllegaj, Durim Lleshi e Santino Prete. Hanno optato per la via del patteggiamento la maggior parte degli imputati e altri per il rito abbreviato (in totale sono 15).

Centrale era stata proprio la posizione di Edoardo Porro e del padre Carlo che gestivano un negozio di animali nella frazione di Vadino in via Piave. Particolarmente ingegnosa era stata la modalità di consegna dello stupefacente ad opera dei due, ex gestori di una palestra di arti marziali e proprietari del negozio specializzato. Lo occultavano infatti all’interno delle confezioni di alimenti per cani e gatti, per poi venderlo agli acquirenti e spacciatori sia nel negozio, sia nella palestra, tre box, oppure lo portavano direttamente a domicilio, con un profitto illecito particolarmente elevato.

Nelle 95 pagine dell'ordinanza del Gip ad emergere è proprio la centralità della figura di Porro nel mercato degli stupefacenti. Sarebbe infatti stato un riferimento, nel territorio dell'albenganese, per l'approvvigionamento delle diverse sostanze, cedute anche con quantitativi importanti, ad una rete fidata di clienti e intermediari, che in seguito si occupavano della distribuzione al dettaglio.

Più che corposa, minuziosa e particolarmente dettagliata l'attività tecnica investigativa dei carabinieri dal novembre 2023 al maggio 2024 dalle conversazioni tra gli indagati, i servizi di osservazione, controllo e pedinamento e il monitoraggio degli spostamenti tramite il gps e l'acquisizione di immagini video.

Dalle intercettazioni emergerebbe che anche il padre Carlo si sarebbe occupato in prima persona di organizzare la logistica per la custodia delle sostanze, il trasporto, le cessioni e i pagamenti.

Non sembrerebbe poi stata costituita una sorta di "associazione" finalizzata  al traffico di stupefacenti con una distribuzione di ruoli e gerarchie ma una sorta di pluralità di "intese" per l'acquisto e la rivendita delle sostanze. Con soggetti di volta in volta diversi. Si tratterebbe invece di un''impresa individuale' con diversi collaboratori, senza rapporti tra di loro.

Tra le intercettazioni emergerebbe la cifra che sarebbe stata occultata, circa un milione di euro con la madre (non coinvolta nell'indagine) che avrebbe dichiarato "sembri Totò Riina" e "vivi come quella gente lì, buncherato di m...a". Anche il padre lo avrebbe esortato a fermarsi dopo che il figlio aveva manifestato la preoccupazione di essere arrestato e che qualcuno potesse subentrare nel traffico delle sostanze.

Nel corso dell'operazione denominata "Petfood" erano stati sequestrati complessivamente circa 38 Kg di stupefacenti e oltre un milione di euro in contanti, provento dell’attività delittuosa, occultato all’interno di alcune finte tubature metalliche create appositamente nel garage di Porro, al quale era stata sequestrata un’autovettura Mercedes di grossa cilindrata acquistata sempre con i proventi illeciti.

L’attività investigativa dei Carabinieri aveva interessato quindi complessivamente 21 persone, tra i 28 e i 77 anni, residenti o domiciliati in provincia di Savona, tutte a vario titolo coinvolte in una assai fiorente e diffusa attività di spaccio nel territorio ligure. 

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Savona e condotta dal Nucleo Investigativo del locale Comando Provinciale dei Carabinieri, era partita nel mese di novembre 2023 e aveva consentito di documentare, con varie attività tecniche e numerosi servizi di osservazione, controlli e pedinamenti, svariate cessioni di diverse tipologie di stupefacenti, tra cui oltre 100 kg di hashish, 35 kg di marijuana, due kg di cocaina, oltre a 140 grammi di MDMA e 5 grammi di ketamina.

La droga era destinata alle piazze di spaccio della provincia di Savona e ad alcuni frequentatori di locali notturni della riviera. La complessa attività svolta dai Carabinieri, inoltre, aveva consentito di individuare due principali canali di approvvigionamento degli stupefacenti, uno gestito da cittadini marocchini e uno da cittadini albanesi.

Luciano Parodi

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