Il Nazionale

Cronaca | 12 settembre 2025, 07:43

Sfruttamento della prostituzione: arrestata una 'maitresse' cinese

Gli investigatori della Squadra Mobile hanno appurato che la donna controllava le ragazze al suo servizio attraverso delle telecamere di sicurezza

Sfruttamento della prostituzione: arrestata una 'maitresse' cinese

Una rete di sfruttamento della prostituzione gestita attraverso il controllo a distanza con telecamere e basata su annunci pubblicati su riviste locali. È quanto hanno scoperto gli agenti della Polizia di Stato di Asti al termine di un'indagine durata mesi, che ha portato all'arresto di una cittadina di origini cinesi, titolare di un permesso di soggiorno per lavoro. La donna è ritenuta la presunta responsabile di un importante giro di prostituzione ai danni di sue connazionali.

L'operazione, eseguita dalla Squadra Mobile congiuntamente al locale Ufficio Immigrazione e coordinata dalla Procura della Repubblica, è culminata con l'esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale astigiano.

Le indagini sono scattate grazie a meticolosi controlli incrociati del personale dell’Ufficio Immigrazione, uniti all’attività investigativa della Squadra Mobile. Gli inquirenti hanno così ricostruito il sistema messo in piedi dalla donna: due appartamenti di sua proprietà, situati in città, venivano messi a disposizione di connazionali prive di un regolare titolo di soggiorno. Le vittime erano costrette a prostituirsi e a consegnare tutti i proventi alla loro sfruttatrice, che le teneva costantemente sotto controllo tramite telecamere gestite da remoto.

Per allargare il giro d'affari e attrarre un numero sempre maggiore di clienti, la presunta "maitresse" pubblicizzava "le sue ragazze" attraverso diversi annunci su alcune testate locali.

Una volta individuati i due appartamenti utilizzati come vere e proprie "case chiuse", gli operatori di polizia, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, hanno proceduto con le perquisizioni di tutti i locali nella disponibilità della donna. Proprio durante questi controlli è emersa un’altra irregolarità: l'indagata aveva ottenuto il suo permesso di soggiorno dichiarando un indirizzo fittizio, corrispondente all'abitazione di un cittadino italiano. Quest'ultimo è stato perciò denunciato per averla aiutata a regolarizzare la sua posizione sul territorio nazionale.

Al termine delle operazioni, il bilancio è stato ingente. I poliziotti hanno sequestrato i due appartamenti utilizzati per lo sfruttamento, cinquantamila euro in contanti, due telecamere e tutti i dispositivi elettronici necessari per la loro gestione a distanza. All'interno degli immobili sono state inoltre identificate tre donne e un uomo, tutti di origine cinese e non in regola con il permesso di soggiorno. Nei loro confronti si è proceduto con la denuncia e l'avvio delle procedure di espulsione, con l'ordine di lasciare il territorio nazionale.

È doveroso sottolineare che la donna arrestata è al momento gravemente indiziata per i reati che le vengono contestati. La sua posizione sarà attentamente esaminata dall'Autorità Giudiziaria nelle successive fasi del processo e potrà considerarsi definita solo dopo l'eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, nel pieno rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza.

Redazione

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