Il Nazionale

Cronaca | 07 settembre 2025, 18:29

Locali distrutti e un principio d’incendio: tra ieri e oggi disordini e danni anche nel carcere di Alba

Beneduci (Osapp): “Rivolta annunciata, i dirigenti penitenziari paghino per i danni”

Locali distrutti e un principio d’incendio: tra ieri e oggi disordini e danni anche nel carcere di Alba

Ancora gravissimi disordini alla casa di reclusione di Alba, questa volta a opera di un gruppo di detenuti.

A darne conto, come avvenuto nelle scorse ore per analoghe problematiche registrate al Cerialdo di Cuneo, l’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria (Osapp).

I tumulti sono iniziati nella serata di sabato, quando alcuni reclusi hanno sradicato e gettato per le scale un termosifone, rompendo i gradini della rampa. Un agente in servizio ha evitato l’impatto solo per pochi centimetri.

Nel primo pomeriggio di oggi, domenica 7 settembre, dalle ore 14 circa fino a dopo le 15, ulteriori episodi di vandalismo. I detenuti hanno divelto i restanti caloriferi dal muro e distrutto la guardiola di sorveglianza: si registrano danni ingenti anche a tavoli e suppellettili. Al termine dei disordini si è verificato un principio di incendio vicino al cortile passeggi, prontamente domato dal personale di Polizia Penitenziaria.

“Si tratta di una rivolta annunciata ampiamente, dopo tutti gli episodi occorsi in queste settimane”, dichiara Leo Beneduci, segretario generale Osapp, ricordando gli svariati danneggiamenti e le aggressioni registrate al “Giuseppe Montalto”: quattro gli episodi denunciati dal sindacato solo ad agosto. Il provveditore regionale e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, accusa Beneduci, “non hanno fatto alcunché: non si è apportato nessun miglioramento e non si è fatto nessun intervento”.

“Sarebbe auspicabile - aggiunge il sindacalista - che per i danni che le carceri subiscono, a seguito dell’inerzia e dell’inefficienza dei dirigenti penitenziari, i contribuenti fossero rimborsati dagli stessi dirigenti. È inaccettabile mantenere stipendi che superano i diecimila euro al mese a fronte dell’incapacità di intervenire”.

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