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Eventi | 06 settembre 2025, 07:20

Canelli, al Teatro Balbo Lella Costa porta in scena "Giovanna: la fanciulla, la pulzella, l’allodola" [Intervista]

Lunedì 8 settembre nuova data dell’Attraverso Festival con un monologo che intreccia musica verdiana e nuove letture della Pulzella d’Orléans

Canelli, al Teatro Balbo Lella Costa porta in scena "Giovanna: la fanciulla, la pulzella, l’allodola" [Intervista]

Finale di stagione per l’Attraverso Festival che, dopo due mesi di eventi, lunedì 8 settembre approderà a Canelli, al teatro Balbo, dove, alle 21, Lella Costa porterà in scena "Giovanna: la fanciulla, la pulzella, l’allodola", spettacolo scritto insieme a Gabriele Scotti.

L’opera offrirà al pubblico un vero e proprio viaggio attraverso la figura di Giovanna d’Arco o, meglio, alle differenti rappresentazioni della Pulzella d'Orléans, ricostruendo un ritratto dinamico, rigoroso e a tratti ironico di una bambina analfabeta che ha lasciato una grande impronta nella Storia.

Durante questo appuntamento, Lella Costa guiderà il pubblico alla scoperta di questo personaggio senza tempo, accompagnata dalle musiche di Giuseppe Verdi, trascritte per il pianoforte dal duo dei fratelli Betsabea ed Elia Faccini.

L’intervista a Lella Costa

Perché la scelta di costruire un monologo sulla figura di Giovanna d’Arco?

L'idea non è venuta a me, ma a chi organizza il Festival Verdi di Parma. Mi hanno chiesto, e io ho chiesto a mia volta la collaborazione per il testo a Gabriele Scotti, di scrivere un testo che raccontasse la storia di Giovanna d'Arco, partendo dal libretto di Temistocle Solera, quindi partendo dall'opera di Verdi, che però non volevano mettere in scena nella sua interezza, volevano, in qualche modo, rievocarla anche musicalmente e raccontare la storia con, ovviamente, delle divagazioni. 

Il rapporto con la musica è estremamente importante in questo monologo. Ci può spiegare questo legame?

Per la parte musicale hanno chiamato Elia e Betsabea Faccini, straordinario giovanissimo duo pianistico, che ha fatto la trascrizione per pianoforte a quattro mani delle arie più famose, comunque più significative dell'opera di Verdi e la eseguono poi dal vivo.

Con Gabriele Scotti, invece, abbiamo lavorato a partire dal libretto di Temistocle Solera, che come spesso accade per le versioni ottocentesche, le versioni operistiche anche di celeberrime storie, lo stravolge completamente, tant'è che Giovanna d'Arco nella versione di Temistocle Solera muore intanto diversamente da come è andata la storia, ma soprattutto si innamora di re Carlo, cosa che non è assolutamente avvenuta, non è assolutamente quello, ma l'opera ottocentesca è così.

Lei e Gabriele Scotti vi siete chiesti che cosa si potesse dire ancora di Giovanna d’Arco che non fosse già stato detto, scritto, cantato, filmato. L’obiettivo è riuscito?
È vero che su Giovanna d'Arco è stato detto, scritto, cantato, filmato - hanno fatto addirittura dei graphic novel - però riuscire, come abbiamo provato a fare noi, a dare un altro punto di vista, a volte anche smaccatamente ironico, appunto, sottolineando le incongruenze del libretto e aggiungendo delle cose che magari io stessa non sapevo, per esempio Mark Twain ha scritto un volume di 500 pagine su Giovanna d'Arco, infatti ne usiamo un brano proprio in sottofinale perché [Twain] era affascinato e quasi perseguitato da questa figura e da quello che le hanno fatto.

Da che cosa deriva il titolo "Giovanna: la fanciulla, la pulzella, l’allodola"?

Il titolo “Giovanna. La Pulzella, la Fanciulla, l’Allodola” richiama l'idea della fanciulla perché davvero Giovanna d'Arco era poco più che una bambina che è stata in qualche modo mandata allo sbaraglio e poi tradita, non ha senso quello che le è successo. Giustiziare in questa maniera, bruciare sul rogo una ragazza, è stato veramente qualcosa di imperdonabile e terribile. La Pulzella d'Orlean è il nome che le è stato sempre dato e l’Allodola è il titolo della meravigliosa commedia che Jean Anouilh le ha dedicato, quindi dando a sua volta un altro possibile punto di vista rispetto a questo personaggio.

Che cosa spera che giunga al pubblico della figura di Giovanna d’Arco?

Ci è piaciuto collegarla, dal punto di vista testuale, anche a tante, troppe ragazze, giovani donne che ancora oggi nel mondo vengono mandate a morire, vengono a volte trucidate e spesso ahimè anche messe a rogo in senso letterale oltre che metaforico. E quindi questo è il senso per cui ancora oggi mi piace portarlo in scena e spero che, come succede sempre con gli spettacoli che si fanno, ovviamente non tutto quello che ho scelto di portare in scena arrivi a tutti ma che ogni persona del pubblico riesca a trovare qualcosa, un motivo, un piccolo ricordo, un indizio per portarsi a presso almeno un pezzettino di questa storia.

Francesco Rosso

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