Chiamano da un numero sconosciuto, si identificano come Carabinieri e invitano la famiglia ad andare in caserma per firmare dei documenti, ma in realtà sono truffatori.
Questo quanto successo lo scorso giovedì 4 settembre, ai danni di una famiglia di Roata Canale, vittima di una nuova e subdola truffa.
"Verso le 14.30 ero dai miei genitori - spiega il figlio che ha deciso di condividere questa brutta esperienza, nella speranza di evitare ad altri di cadere nella trappola -. Mia mamma riceve una telefonata da un numero sconosciuto, la persona al telefono dice di essere un maresciallo dei Carabinieri e a quel punto mi passa la telefonata. Mai avrei potuto immaginare quanto è successo dopo".
Il finto Carabiniere riferisce che è in corso un'indagine relativa a una tentata rapina in una gioielleria di Cuneo, durante la quale sono venuti in possesso di documenti e targa di un veicolo intestato appartenente alla loro famiglia.
"Mi hanno detto che erano dati relativi all'auto di mio padre - spiega il figlio - e che avevano già effettuato alcune verifiche dalle quali era emerso che i dati erano stati clonati e che era necessario che qualcuno della famiglia si recasse in caserma a Cuneo per firmare dei documenti, in modo da chiarire e chiudere la vicenda. Io dovevo rientrare a lavoro, ma ma mi hanno assicurato che sarebbe stata una pratica veloce e che, in caso di necessità, mi avrebbero fornito anche una dichiarazione da presentare al mio datore di lavoro".
Arrivato in corso Soleri a Cuneo l'uomo è stato avvisato dagli stessi truffatori di attendere in auto, mentre dalla caserma sarebbe sceso qualcuno con i fogli da firmare.
"A quel punto mi sono insospettito - spiega l'uomo - sono entrato in caserma e i Carabinieri mi hanno spiegato che assolutamente erano estranei alla vicenda e che non è conforme alla prassi dell'Arma avvisare in tal modo. Quindi ho cercato di chiamare subito casa per avvisare i miei genitori, ma purtroppo era già troppo tardi".
Un altro uomo, infatti, si era già recato presso l'abitazione della famiglia, dicendo di essere stato inviato per ritirare i gioielli di famiglia che dovevano essere portati in tribunale per delle verifiche.
Non riuscendo a contattare il figlio, il cui telefono era tenuto occupato dall'altro truffatore, la donna ha consegnato i preziosi che aveva in casa.
"Dico sempre ai miei genitori di diffidare e stare attenti, ma queste truffe possono colpire chiunque. Sono amareggiato per quanto è successo e raccontando questa storia vorrei impedire ad altri di cadere nella stessa trappola - conclude il figlio - Ora, ragionando a mente fredda sembra tutto assurdo, avrei dovuto chiamare immediatamente il 112, ma le tempistiche con cui hanno agito sono state rapidissime, mai avrei potuto immaginare una cosa simile".
La famiglia ha sporto denuncia ai Carabinieri per le opportune indagini.
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