Ben 54 telefoni cellulari, insieme a diversi etti di stupefacenti. Oggetti e sostanze che non dovrebbero entrare in un carcere ma che gli agenti della Polizia Penitenziaria in servizio al Cerialdo hanno rinvenuto in quantità dall’inizio dell’anno nelle celle di pernottamento del carcere cuneese.
Il dato è quello reso noto dall’Uspp, sindacato della polizia penitenziaria che col suo segretario provinciale Pier Paolo Poloni sottolinea i risultati delle "quasi 3mila perquisizioni effettuate nelle camere dall’inizio dell’anno", mentre tra le attività che testimoniano l’impegno del corpo segnala anche le "innumerevoli traduzioni e servizi di piantonamento".
"Questi risultati testimoniano l’efficacia delle nuove strategie e procedure adottate. E dimostrano l’impegno e la professionalità del personale di Polizia penitenziaria nel garantire ogni giorno la sicurezza e l’ordine all’interno del carcere cittadino – sostiene Poloni -.
Un contributo significativo a questi risultati è stato dato grazie alle organizzazioni sindacali, al direttore dell’istituto Domenico Minervini e al comandante di Reparto Daniele Cutugno, che con insistenza hanno ottenuto l’invio da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di due sottufficiali in missione e alle nuove risorse assegnate di recente".
"Ciononostante l’istituto si trova ancora oggi in carenza di personale con la percentuale di carenza maggiore di tutto il distretto", denuncia l’Uspp, che intanto chiede ai vertici della Direzione "un riconoscimento ufficiale per il personale che ha partecipato attivamente al rinvenimento del materiale illecito e a tutto il gruppo appartenente al Nucleo Traduzioni Piantonamenti della Casa Circondariale di Cuneo".
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