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Politica | 04 settembre 2025, 15:32

Ex Ilva, Pandolfo (Pd) mette al centro l’accordo di programma: “L’abbiamo ribadito, si parte da quello, nessun passo indietro”

Il deputato ‘dem’ dopo l’incontro con il ministro Urso: “Per me non è solo una questione di soldi, ma di presenza dello Stato”

Ex Ilva, Pandolfo (Pd) mette al centro l’accordo di programma: “L’abbiamo ribadito, si parte da quello, nessun passo indietro”

Occupazione, sicurezza, ambiente, ma soprattutto l’accordo di programma come punto di partenza. Nella ricetta del deputato Pd Alberto Pandolfo il documento è centrale al tavolo delle trattative per il futuro dell’ex Ilva e per l’eventuale arrivo del forno elettrico a Cornigliano.

Lo ribadisce con forza a La Voce di Genova due giorni dopo l’incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: “Abbiamo ribadito che si parte dall’accordo di programma, anche perché ho partecipato all’incontro con le rappresentanze sindacali nazionali e ho sentito le esigenze di punti di partenza, rispetto a Taranto prefigurano accordi di programma simili a quelli fatti a suo tempo per Genova. Non si fanno passi indietro. Ci siamo sentiti garantiti rispetto a quello che Silvia Salis chiederà e per quello che ha già chiesto”.

E poi, come detto, ci sono gli altri pilastri condivisi anche con le altre forze del ‘campo largo’ genovese e nazionale: “L’altro aspetto sono le garanzie ambientali, le cose si possono fare anche investendo qualche denaro in più”.

Un incontro, quello con il ministro Urso, che da un lato ha mostrato le istituzioni cittadine e regionali pronte ad accogliere l’ipotesi del forno elettrico (con tutte le garanzie ambientali e occupazionali del caso) e dall’altro ha messo in evidenza la distanza tra le proposte presentate dal governo e le richieste delle opposizioni che, comunque, si dimostrano favorevoli al ritorno della produzione a caldo a Genova. “Abbiamo voluto ribadire che nuovi assetti non devono essere al ribasso per nessuno, né per i lavoratori, né per i corniglianesi, né per Genova, né per l’Italia, va colta l’opportunità della siderurgia - spiega Pandolfo - la mia prima prima domanda è stata quella sulla presenza dello Stato, mi ha risposto sul tema dei quattrini dicendomi che sono avanzati 750 milioni di euro da Mittal e partiamo da lì. Per me non è solo un tema di soldi, ma anche di impegno dello Stato. Di partecipazione che si trasforma in risorse economiche, ma anche un percorso di accompagnamento di un potenziale investitore. Lo Stato dà garanzie all’investitore, ma anche a lavoratori e cittadinanza. Su questo non è emersa una risposta”.

Ma c’è anche da fare i conti con il dibattito pubblico, con la polarizzazione dei comitati cittadini che si stanno arroccando sulle posizioni del ‘sì’ e del ‘no’. Per Pandolfo “c’è da fare un lavoro importante di accompagnamento, compatibilità industriale e lavoro devono essere tenuti insieme a sicurezza, salute e ambiente, è la sfida che la politica ha davanti a sé”.
E il deputato Pd fa anche un esempio concreto: “Non dobbiamo far calare le cose dall’alto come è stato in passato a Genova e abbiamo visto i recenti risultati elettorali in città alle regionali e alle comunali. Quello è il modello da non seguire: non imporre ma concertare e condividere quanto più possibile”.

Il 15 settembre capiremo che cosa è pervenuto all’attenzione del ministero - conclude Pandolfo facendo riferimento alla data in cui scadrà il bando e verranno valutate le eventuali offerte per l’acquisto degli impianti ex Ilva - è giusto che la sindaca riceva tutti i cittadini, ma la regia rispetto alla scelta la fa il ministero. Attendiamo di capire chi si è presentato”.

Pietro Zampedroni

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