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Cronaca | 03 settembre 2025, 08:17

Detenuto di 260 chili “parcheggiato” in ospedale a Cuneo: in Piemonte mancano strutture adeguate

Il garante dei detenuti Valmaggia: “Solo due posti letto a Torino, entrambi occupati. Così si blocca un reparto di medicina d’urgenza”

Detenuto di 260 chili “parcheggiato” in ospedale a Cuneo: in Piemonte mancano strutture adeguate

Dal 23 agosto un uomo di 260 chili, condannato per plurime truffe fino al 2040, è piantonato giorno e notte nel reparto di medicina d’urgenza dell’ospedale Santa Croce di Cuneo. Non per una condizione clinica di emergenza, ma perché in Piemonte non esiste una struttura penitenziaria in grado di accoglierlo in condizioni dignitose e sicure.

La vicenda è stata portata all’attenzione dal garante dei detenuti della provincia di Cuneo, Alberto Valmaggia: "Per dare una risposta a queste tipologie di pazienti, grandi obesi e con patologie complesse, in Piemonte ci sono solo due posti letto, entrambi a Torino, e sono già occupati".

Il detenuto aveva raggiunto l’attuale peso in carcere a Lecce, aggravato dal diabete. Un giudice di sorveglianza lo aveva poi destinato ai domiciliari dal fratello, a Cuneo, che dopo otto anni di lontananza si era reso disponibile a ospitarlo per seguirlo e aiutarlo a perdere peso. Ma la convivenza si è rivelata ingestibile, sia per questioni di spazio sia per il carattere difficile e la necessità di cure continue. Dopo un breve tentativo in RSA, un nuovo giudice ha disposto il ritorno in carcere: non essendoci celle idonee, si è ricorsi all’ospedale, con inevitabili complicazioni.

Valmaggia evidenzia le criticità: "Gentilmente l’ospedale Santa Croce lo ospita, ma con grandi problemi gestionali. I sindacati la mettono sul piano del personale, ma il nodo è un altro: qui a Cuneo ci sono tre posti letto per detenuti, due al Santa Croce e uno al Carle. Se uno resta occupato impropriamente per una lunga degenza, è come togliere un posto in casa di riposo a 100 euro e tenere un anziano in ospedale a mille".

Il sindacato Osapp, a sua volta denuncia che dieci agenti della polizia penitenziaria sono impiegati a rotazione nel piantonamento, aggravando la carenza di personale nel carcere di Cuneo.

La vicenda, che incrocia questioni sanitarie, penitenziarie e sociali, resta al momento senza una soluzione concreta, anche se Valmaggia confida in una soluzione vicina: "Credo che la situazione possa trovare a breve uno sbocco".  

Nel frattempo, il detenuto continua a occupare un letto d’ospedale che non è destinato a lunghe degenze, la polizia penitenziaria è costretta a impiegare risorse straordinarie e i medici a gestire un ricovero atipico. 

Cesare Mandrile

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