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Attualità | 26 agosto 2025, 06:10

Castagnole delle Lanze, la nocciola parte tra i 470 e i 520 euro al quintale

Alla 166ª Fiera presentato il primo prezzo della stagione: valori tra i più alti degli ultimi anni, segnale delle difficoltà produttive. Il vicepresidente della Provincia di Cuneo Massimo Antoniotti: “Una boccata d’ossigeno, ma servono soluzioni strutturali”

Castagnole delle Lanze, la nocciola parte tra i 470 e i 520 euro al quintale

È uno dei prezzi più alti espressi negli ultimi anni dalla Fiera della nocciola di Castagnole delle Lanze. Ieri mattina, lunedì 25 agosto, alla 166ª edizione della storica manifestazione, è stato fissato il valore di apertura della stagione corilicola: tra i 470 e i 520 euro al quintale. Un dato che riflette da un lato la qualità del prodotto, dall’altro la scarsità delle rese, con produzioni al di sotto delle attese.

Il prezzo, reso noto nel corso della cerimonia ufficiale, conferma le difficoltà produttive in termini quantitativi: secondo alcune stime, la quotazione potrebbe salire ulteriormente nelle prossime settimane.

Soddisfatto, ma realista, il vicepresidente della Provincia di Cuneo, Massimo Antoniotti: “È un buon prezzo. Certo non sopperisce alla scarsa produzione di questi anni e non risolve il problema della corilicoltura, ma dà una boccata d’ossigeno al settore, in attesa di trovare delle soluzioni più strutturali. Da apprezzare anche l’impegno degli sgusciatori”.

Antoniotti ha ribadito la necessità di una visione a lungo termine: “Con questo prezzo di listino l’annata della Tonda Gentile può partire con un pizzico di ottimismo in più, senza dimenticare i problemi, ma cercando ogni soluzione possibile, a tutti i livelli, per supportare questa produzione che è una delle eccellenze italiane. Le difficoltà sono molteplici: dalla cascola, cioè la caduta anomala e prematura dei frutti, ai cambiamenti climatici, passando per l’impoverimento dei suoli e per gli effetti delle cimici. Anche una scarsa impollinatura, dovuta agli inverni caldi, sta pesando”.

La Provincia, insieme a Regione, Agrion e associazioni di categoria, segue da vicino questa fase complessa. “Sono già in corso prove sperimentali, ma bisogna ricordare che dall’impianto al primo raccolto passano circa sette anni. Non possiamo aspettarci risposte immediate. Tuttavia il settore è vivo e vitale: molti sindaci della Granda hanno seguito con interesse la battitura del prezzo. La Tonda Gentile resta molto richiesta sul mercato, ed è un obbligo guardare al futuro con ottimismo, puntando su ricerca, innovazione e sulla professionalità dei nostri produttori”, ha concluso Antoniotti.

Nel corso della mattinata sono stati premiati i partecipanti all’undicesima edizione del concorso qualità “Nocciola Lanze”, con la collaborazione del gruppo Fontana di Cravanzana e della Marchisio Nocciole di Cortemilia.

Silvano Giachino di Coazzolo si è confermato al primo posto per il secondo anno consecutivo, ricevendo la nocciola d’oro e un premio di mille euro. Alle sue spalle Giovanni Isnardi di Sommariva Perno (nocciola d’argento e 700 euro) e Davide Giacosa di Mango (nocciola di bronzo e 500 euro).

Accanto al dato commerciale, non sono mancate le valutazioni sullo stato della corilicoltura. “Confermando il trend degli ultimi anni, per la terza campagna consecutiva la produzione è stata al di sotto delle aspettative – puntualizza Enrico Masenga, responsabile del settore tecnico di Confagricoltura Asti – segnando uno dei livelli più bassi dell’ultimo decennio. Nel 2017 la causa era stata la cimice asiatica, oggi i fattori sono molteplici e più complessi”.

“Il cambiamento climatico resta un elemento chiave, ma non l’unico – aggiunge Masenga – il nocciolo manifesta un malessere generalizzato e la risposta sta nell’essere rigorosi e scrupolosi nell’applicazione delle buone pratiche agronomiche”.

Sul tema interviene anche la presidente della sezione corilicola di Asti Agricoltura, Cristina Bello: “Con un lavoro condiviso e attento, puntando sulla tecnica e sull’esperienza, è possibile ridare equilibrio agli impianti e riportare stabilità negli anni a venire”. Il comparto corilicolo piemontese vive una stagione critica. A fronte di un'espansione  delle superfici coltivate a nocciolo che contano oltre 28.000 ettari, la produzione è oggi compromessa dalla cascola precoce delle nocciole, che in alcune zone ha raggiunto punte del 70%

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