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Attualità | 25 agosto 2025, 13:42

Righi, la cabina elettrica della discordia. Ma per il Comune “non sarà semplice spostarla dal parco”

Gli assessori Robotti e Coppola ammettono che il progetto è ereditato dalle precedenti giunte, promettendo un confronto e possibili soluzioni per limitare i disagi. Sul tavolo anche la nuova passerella che collega il ristorante alla terrazza panoramica

Righi, la cabina elettrica della discordia. Ma per il Comune “non sarà semplice spostarla dal parco”

Un confronto teso, ma aperto: è quello andato in scena questa mattina davanti all’uscita a monte della Funicolare Zecca-Righi, dove residenti, associazioni, comitati, progettisti e gli assessori comunali Emilio Robotti e Francesca Coppola si sono ritrovati faccia a faccia per discutere dei lavori in corso nel Parco Urbano delle Mura. Dalla realizzazione della passerella che collega il ristorante alla terrazza panoramica della funicolare, alla contestata costruzione di una cabina elettrica, tanti i temi sollevati, con la promessa di un nuovo incontro, al chiuso, per visionare documenti e con la possibilità di un confronto più puntuale. 

Il malcontento dei cittadini

Il malcontento dei comitati è stato chiaro fin da subito. Manuela Cappello, referente delle associazioni, ha spiegato: “Nessuno ci aveva avvisati di questi lavori: non c’era alcun cartello, nessuna comunicazione preventiva. Ci siamo ritrovati all’improvviso con una gru che posava la passerella e con l’ampliamento della terrazza. Per carità, nulla in contrario all’ampliamento in sé, ma ci chiediamo come sia stato possibile realizzarlo con una passerella che insiste su un terrazzo pubblico, che appartiene all’AMT e dunque è un bene di tutti”. Le critiche dei residenti si estendono anche all’impatto ambientale: “I cittadini chiedono perché, a fronte dell’ampliamento di un’attività privata, non siano stati previsti pannelli fotovoltaici, che avrebbero potuto alimentare la funicolare e ridurre l’impatto ambientale, evitando la costruzione della cabina elettrica da 82 metri cubi all’interno del parco. La domanda che poniamo è: dov’è l’interesse pubblico in tutto questo? A oggi vediamo muri sconnessi, scritte, incuria. Chiediamo agli assessori una presa di posizione politica chiara e una responsabilità non solo tecnica, ma soprattutto politica”.

La spiegazione tecnica

La cabina elettrica è stata realizzata a seguito della richiesta di aumento di potenza da parte del ristorante presente: “La richiesta è di una potenza molto elevata, pari a 150 kW – spiega la responsabile territoriale di Genova per la distribuzione elettrica –. In situazioni simili viene sempre fatta una valutazione per verificare se la rete, che è già molto magliata, sia in grado di garantire il servizio. In questo caso è emersa la necessità di un potenziamento, perché la rete esistente non era sufficiente. Nonostante gli interventi già realizzati con il PNRR, per rispondere a questa specifica richiesta è indispensabile installare un nuovo trasformatore. Per farlo, abbiamo chiesto al cliente di mettere a disposizione un’area dove realizzare la cabina secondaria, che ospiterà un trasformatore da 630 kV ampere. Questo impianto consentirà di soddisfare non solo la nuova potenza richiesta dal ristorante, ma anche di garantire un beneficio più ampio per la cittadinanza, visto che la cabina verrà collegata alle altre già presenti nella rete. Al momento lo spazio individuato è di proprietà privata e non ancora della società distributrice, quindi sarà necessario procedere a una valutazione economica e all’acquisizione formale dell’area, che dovrà essere accatastata e trasferita. Non possiamo infatti installare apparecchiature elettromeccaniche in spazi che non siano di nostra proprietà. Una volta completato questo passaggio, verrà predisposta la cabina con tutti i componenti standard – trasformatori, interruttori e collegamenti – e successivamente sarà attivata la fornitura per il cliente. È chiaro che senza la richiesta del ristorante non ci sarebbe stata la necessità di realizzare questa nuova cabina. La cabina nasce per soddisfare quella domanda specifica, ma una volta in funzione entrerà a far parte della rete generale”. Dal punto di vista progettuale, l’architetto Riccardo Fenoglio ha chiarito: “La sinergia tra la terrazza e il ristorante non è ancora operativa. A lavori conclusi, la passerella sarà dotata di un cancello a spinta che garantirà una via di fuga sicura verso l’esterno, conforme alle norme. Oggi esiste un cancello manuale solo per motivi pratici di protezione”.

La versione del Comune

L’assessore al Trasporto Pubblico Emilio Robotti ha ricostruito l’iter della vicenda, sottolineando che la concessione risale addirittura a prima del Covid: “Da un lato c’è la terrazza, con opere in parte già realizzate, poi la questione della cabina elettrica, e infine l’ampliamento del ristorante, che suscita preoccupazioni per l’aumento del numero di persone e soprattutto di auto, con le difficoltà che questo può comportare per i residenti. È un tema classico, che si lega anche al fenomeno dell’overtourism, già evidente per scelte delle passate amministrazioni, soprattutto sul mercato degli affitti nel centro storico, ma che in qualche misura qui si ripresenta”. Robotti ha ricordato che la concessione prevedeva al gestore obblighi economici e opere a carico del privato: “Il diritto di superficie concesso prevedeva il pagamento di una somma non elevata, la costruzione della passerella già visibile, di una copertura, di una panca circolare e altre opere, tutte a carico del privato. Inoltre, il ristorante ha sostenuto i costi per lo spostamento delle antenne di AMT che fino a poco tempo fa rendevano la terrazza inaccessibile. Più recentemente, i tempi si sono allungati anche per la manutenzione della funicolare, durata diverse settimane e conclusa a inizio agosto”.

È importante sottolineare che la concessione prevede esplicitamente il divieto di utilizzare la terrazza come dépendance del ristorante o come bar: non è consentito posizionare tavoli né somministrare cibi e bevande. Al contrario, sono previsti vincoli legati alla sicurezza e, per la parte pubblica, la realizzazione di un ascensore per persone con disabilità o difficoltà motorie, che oggi non possono accedere a quello spazio, nonostante la terrazza offra una vista davvero straordinaria. Quanto al canone, spesso si semplifica dicendo che il ristorante paga circa 18.000 euro in dieci anni, ossia 1.500 euro l’anno, ma questa è una rappresentazione parziale. A quella cifra si aggiungono i costi delle opere  (passerella, ascensore, copertura, arredi, impianto di climatizzazione, pannelli solari) che sono integralmente a carico del concessionario. Alla scadenza, l’amministrazione e AMT potranno decidere se mantenere tali opere, se chiederne il ripristino o persino la rimozione, qualora risultassero in cattivo stato. Questa convenzione fu decisa dalla prima giunta Bucci, quindi risale a diversi anni fa. Come attuale amministrazione, ci siamo trovati la situazione già avviata e non ci sottraiamo: il nostro compito è vigilare affinché le clausole a tutela dell’interesse pubblico vengano rispettate. Allo stesso tempo, capiamo le preoccupazioni dei residenti per il traffico e i posteggi, già problematici senza l’ampliamento del ristorante. Su questo ci impegneremo a intervenire, per quanto possibile e legittimo”.

Per quanto riguarda la cabina elettrica, “Da quanto risulta, l’iter autorizzativo, comprese le autorizzazioni paesaggistiche della Soprintendenza, è già piuttosto avanzato. Detto ciò, se dovessero emergere criticità, l’amministrazione interverrà: abbiamo già avviato un’istruttoria preliminare e, anche sulla base del confronto con i cittadini, valuteremo i passi successivi”.

L’apertura della Giunta

L’assessora all'Urbanistica Francesca Coppola ha rimarcato l’importanza di ristabilire un confronto con la cittadinanza: “Ci troviamo di fronte a un progetto già autorizzato prima dell’insediamento di questa amministrazione. L’iter è partito nel 2024 ed è stato approvato a gennaio 2025. Oggi siamo qui per ascoltare i cittadini e avviare un percorso di confronto. Uscendo da questo incontro ci impegniamo a rivederci presto, in una sede chiusa, dove potremo proiettare i progetti e ragionare insieme su possibili miglioramenti. Se la procedura fosse partita con l’attuale giunta, si sarebbe valutata un’altra collocazione per la cabina, con minore impatto paesaggistico. Non è semplice spostare l’opera, ma si può aprire una riflessione sulle compensazioni, finora assenti, per migliorare lo stato dei luoghi e venire incontro alle esigenze dei comitati”.
 

Chiara Orsetti

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