Da Max Allegri a Davide Alviti, nell'estate varesina sono stati tanti i "giganti" entrati di gran carriera tra le porte automatiche del Centro Beccaria di Casbeno, completando un percorso che ormai da anni vede sempre più sportivi e società non solo di Varese e del Varesotto affidarsi alla scienza medica, alla tecnologia, alla competenza e all'umanità di una struttura sanitaria che sta spingendo sempre più in là la propria asticella. I Mastini, la Varesina, i canottieri, i tennisti, la Pallacanestro Varese e addirittura appunto il... Milan: l'elenco, non completo, è quello degli utenti del centro, ormai a tutti gli effetti la "casa dello sport" nella Città Giardino.
Claudio Pucci, amministratore delegato del Gruppo Beccaria, ex hockeista e imprenditore sanitario, incarna perfettamente questo continuum tra campo e medicina: quella che segue è la storia di una passione per lo sport che diventa lavoro, ambizione, crescita reale.
Claudio Pucci, partiamo dai frequentatori di questa speciale “casa dello sport” varesina.
Qui passano alcune delle realtà più importanti dello sport ad altissimo livello: avete visto il Milan, la Pallacanestro Varese… e non solo. Ci sono i Mastini, la Varesina – che col suo vivaio è oggi una delle prime tre realtà in Lombardia – e poi la Robur, gli iscritti al palaghiaccio che frequentano pista, piscina e area fitness… qui puoi trovare chi fa sport davvero ad alto livello o, semplicemente, a livello amatoriale perché siamo la casa di tutti.
Da dove nasce questa vocazione sportiva del Beccaria?
È legata alla mia passione personale per lo sport. Ho avuto una lunga esperienza nell’hockey, ma in generale mi piace seguire qualsiasi disciplina. Quando ho smesso di giocare, mi mancava quell’adrenalina che solo far parte di una squadra può darti: ho cercato un modo per unire lavoro e passione, per ritrovare il profumo dello sport: dal ghiaccio alla pallacanestro e al calcio.
Facile indovinare la prima realtà sportiva con cui ha stretto un accordo, vero?
Naturalmente i Mastini dell'hockey. La passione - visto che ci ho giocato e ho fatto il dirigente - è partita da lì. Poi, pian piano, abbiamo iniziato a lavorare anche con altre discipline, come il ciclismo. Per un periodo, avevamo l’esclusiva a Varese del sistema VeloSystem per la messa in sella dei ciclisti: un lavoro bellissimo, legato alla biomeccanica.
Oggi il Centro è un punto di riferimento anche per atletica, running e canottaggio, con cui ha un rapporto ancor più familiare…
...lo seguo da vicino da quando mio figlio ha iniziato a remare con la Canottieri Varese. Siamo legati anche a realtà come la Varese City Run e la Eco Run, che sosteniamo volentieri. Cerchiamo di supportare tutto quello che è sport.
Quali servizi offrite concretamente agli sportivi e ai cittadini?
Il servizio di base è l’idoneità sportiva. Ma offriamo anche supporto per infortuni, diagnostica per immagini, esami cardiaci e del sangue, test di performance… Tutti servizi utili tanto per il Milan quanto per la persona comune che va in palestra. Cambia solo l’intensità dei test: gli atleti professionisti fanno esami un po’ più approfonditi, come l’ecocardiografia.
Al centro lavora anche Giulio Clerici, una figura storica per la medicina sportiva.
Sono orgoglioso della nostra squadra di medici sportivi, perché oggi sono una vera rarità. Giulio Clerici è il nostro direttore sanitario: una persona di grande cultura e competenza, uno dei motivi per cui anche il Milan (clicca QUI) ha scelto il Beccaria. Poi ci sono la dottoressa Anna Vis, Serena Martegani (che segue anche la nutrizione), Gabriella Amodeo, Anna Pizzorni e Jacopo Calciolari. In tutto abbiamo sei medici sportivi fissi, più i medici FMSI per le visite non agonistiche.
Veniamo alla Pallacanestro Varese (clicca QUI): come è nata la collaborazione?
Era da un po’ che se ne parlava. Loro già facevano qui le visite, quindi conoscevano il centro. Poi, come sempre, sono stati fondamentali il rapporto personale e la fiducia reciproca. Io ho accettato con entusiasmo, perché la Pallacanestro Varese è un’istituzione, la bandiera sportiva più alta della provincia. Per noi è un modo per restituire qualcosa al territorio.
Questa idea del “restituire al territorio” sembra essere un filo rosso del vostro rapporto con lo sport.
Lo dico sempre: il territorio ci ha dato tanto e credo sia giusto restituire, nel nostro caso sostenendo le attività sportive. Lo sport non è solo professionismo, ma anche centinaia di bambini e ragazzi che vengono qui ogni giorno. Andiamo nelle scuole con materiali informativi, parlando di salute ai nostri giovani.
I rapporti personali fanno la differenza: anche con la Pallacanestro Varese sono stati decisivi?
Assolutamente. Con Luis Scola, che ho conosciuto fuori dall’ambito sportivo, è nato subito un bel feeling. Con Marco Zamberletti abbiamo condiviso anche il progetto “Orgoglio Varese”, e poi ci sono i due gm Maksim Horowitz e Zach Sogolow. Anche il dottor Modesti, dello staff medico, era già un amico da tempo. Tutto è nato così.
Torniamo al calcio: il Milan è una delle collaborazioni più prestigiose…
Posso dire che li abbiamo visti qui! (scherza Pucci, ndr). Da milanista è un’emozione. È stato un percorso lungo, fatto di competenze, medici adeguati e una struttura seria. Quando vengono qui sono davvero contenti, e questo per me è un motivo d’orgoglio. Sentirmi, anche solo per un pezzettino, parte del meccanismo è una bella soddisfazione.
Passiamo al calcio e alla Varesina.
Con la famiglia Di Caro - in particolare con Max - è nato un bel rapporto umano. La Varesina è oggi la realtà calcistica giovanile più importante della zona e, ormai, al vertice con il suo vivaio anche in Lombardia. Anche a loro garantiamo visite, diagnostica e supporto in caso di infortuni. La parte fisioterapica la gestiscono loro, ma la diagnosi la facciamo noi.
Il cuore è rossonero, ma qui si vedono anche i colori nerazzurri.
C'è un bel feeling con la Solbiatese: non c’è un rapporto strutturato ma verso il patron Claudio Milanese ci sono stima e disponibilità.
Dalla Robur al Csi e al tennis, c'è anche qualche atleta che arriva a Casbeno da molto lontano...
Con la Robur et Fides collaboriamo da anni, sia per le visite sportive che per i camp estivi. Anche con il Csi abbiamo una sinergia consolidata. C'è un bel rapporto con il Tennis Club Casciago, e in generale col mondo del tennis, che è in ascesa (da quattro anni ci gioco anch’io...), e ci confrontiamo con lo staff di Francesca Schiavone: abbiamo avuto al centro anche Lilli Tagger, la ragazza che ha vinto il Roland Garros Junior e che si allena allo Schiavone Team Lab di Varese. Ma qui trovano casa anche gli australiani: sono molto ben organizzati, ma per la parte di analisi del sangue e diagnostica si appoggiano a noi. Anche questo dà un tocco di internazionalità al nostro centro.
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