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Politica | 15 agosto 2025, 07:00

Torino capitale dei pessimisti: è la città più preoccupata sia per la guerra in Ucraina che per il conflitto in Medio Oriente

Secondo un'indagine Unipol l'84% è pessimista anche per il ruolo che potrà avere la mediazione di Trump, a poche ore dal vertice in Alaska con Putin

Torino capitale dei pessimisti: è la città più preoccupata sia per la guerra in Ucraina che per il conflitto in Medio Oriente

Torinesi pessimisti sia per quanto riguarda il conflitto tra Ucraina e Russia, sia per quello tra Isreale e Palestina. Lo dice un'indagine Unipol che fa della città della Mole la più preoccupata per l'andamento di queste tensioni geopolitiche, proprio a poche ore dal vertice in Alaska tra Usa e Russia.

Secondo lo studio, a Torino il consenso è quasi unanime (89%) sul fatto che le guerre attuali debbano essere risolte attraverso la diplomazia. In particolare, il 54% ritiene accettabile la mediazione o l’intervento anche di Paesi terzi. Il 47% dei torinesi ha un approccio “pragmatico alla guerra”, ritenendo che la posizione da assumere dipenda dal conflitto o intervento in questione, mentre il 42% si dichiara "sempre pacifista". Solo il 4% è su posizioni sempre “interventiste” (in particolare la Gen Z all’8%).
Picchi a livello nazionale si registrano a Torino per quel che riguarda i timori per i principali conflitti in corso, come quello Russo-Ucraino che preoccupa l’84% degli abitanti del capoluogo piemontese, e quello Israelo-Palestinese (80%).

Effetto Trump 
In relazione al conflitto Russo-Ucraino, quasi 1 torinese su 3 (29%) crede che l’intervento di mediazione voluto da Trump finirà per ostacolare la fine delle ostilità, piuttosto che favorirla, facendo di Torino la città più scettica fra le aree metropolitane oggetto della ricerca.

No alla spesa militare
La spesa militare è considerata troppo elevata da più di 1 torinese su 3 (35%), la percentuale più alta rilevata dallo studio.
Il 58% dei torinesi (+10% rispetto alla media nazionale) si dichiara contrario all’aumento della spesa militare al 3% del PIL, mentre il 24% sarebbe favorevole.
L'idea di un esercito europeo unico divide i torinesi tra favorevoli (46%) e contrari (38%). Il ripristino della leva obbligatoria è accolto negativamente da quasi 1 torinese su 2 (48%), ma 4 su 10 (38%) sarebbero favorevoli mentre un 14% non ha un’opinione in merito.

redazione

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