Tensione altissima nel Consiglio comunale di Borgo San Dalmazzo del 30 luglio scorso. I consiglieri di minoranza Pierpaolo Varrone, Luisa Agricola, Luca Basteris, Luisa Giorda e Katia Manassero hanno abbandonato l’aula in segno di protesta durante la discussione sulla Variante al Piano Regolatore. La decisione è arrivata dopo il rifiuto, da parte della maggioranza che sostiene la sindaca Roberta Robbione, di ritirare temporaneamente la proposta per consentire un approfondimento.
La minoranza, infatti, aveva chiesto preliminarmente chiarimenti alla Giunta, in particolare all’assessore Rosato e alla sindaca, per accertarsi che nessuna modifica urbanistica andasse a regolarizzare situazioni non conformi alla normativa vigente. La risposta non è arrivata in modo chiaro e la proposta di affrontare il tema a porte chiuse ha inasprito ulteriormente i toni.
“Vista l’importanza del Piano Regolatore, non abbiamo accettato di trattare il tema fuori dalla trasparenza del dibattito pubblico – hanno spiegato i consiglieri –. Abbiamo quindi chiesto il ritiro del punto, ma la maggioranza ha bocciato la nostra proposta. Di fronte a questa chiusura e al rischio di approvare un atto potenzialmente irregolare, abbiamo ritenuto doveroso non partecipare alla discussione”.
(La consigliera di minoranza Luisa Agricola)
Secondo la minoranza, non si tratta di un episodio isolato. In questi anni, spiegano, il loro ruolo di vigilanza ha portato più volte alla segnalazione di errori formali e procedurali da parte dell’amministrazione, alcuni dei quali avrebbero potuto compromettere la validità di atti comunali. Dati errati in delibere, date sbagliate in atti di Giunta, nomine non conformi alle norme sugli appalti: le opposizioni elencano una lunga serie di criticità e denunciano un crescente fastidio della Giunta verso il ruolo di controllo previsto dalla legge per i consiglieri.
Ma il clima si è ulteriormente surriscaldato per un secondo episodio avvenuto nel corso dello stesso consiglio. La consigliera Katia Manassero, insieme a Luisa Agricola e alla collega Bassino, aveva presentato una proposta di ordine del giorno a sostegno dell’agricoltura, settore in forte difficoltà. La richiesta non è però stata inserita nell’Odg ufficiale, e Manassero ha chiesto chiarimenti già in apertura di seduta, senza però ottenere la parola.
(La sindaca Roberta Robbione)
Solo a tarda sera ha potuto intervenire: “Ci è stato detto che mancava un firmatario e che quindi, secondo l’articolo 4 comma 3 del Regolamento, non era possibile procedere. Ma quell’articolo si riferisce alla convocazione straordinaria del consiglio da parte di almeno un quinto dei consiglieri, non alla presentazione di un semplice ordine del giorno. È un errore giuridico grave, o peggio, una forzatura”.
La Manassero ha poi aggiunto che, se la sindaca avesse voluto davvero trattare la tematica agricola, avrebbe potuto agire autonomamente appellandosi all’articolo 6 comma 3 dello stesso regolamento, che consente al sindaco di integrare l’ordine del giorno. “Ci è stato impedito di discutere un tema importante appellandosi a una norma che non c’entra nulla. È un segnale grave nei confronti della democrazia”.
Sulla stessa linea gli interventi della consigliera Agricola, che ha parlato di “limitazione del diritto di iniziativa dei consiglieri”, e del collega Varrone, che ha espresso forte preoccupazione per “l’uso strumentale dei regolamenti in base a chi presenta una proposta, e non al suo contenuto”.
La minoranza ha annunciato che chiederà formalmente un parere alla Prefettura sull’applicazione del regolamento, sottolineando che non arretrerà nel suo ruolo di controllo e proposta. “Siamo stati eletti per rappresentare i cittadini – concludono – e continueremo a farlo con serietà e determinazione, anche davanti a una maggioranza che tenta in ogni modo di limitarci”.
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