Diletta e Marco. La quarta generazione di famiglia. I cugini che insieme ai genitori superstiti si preparano a prendere il timone nel posto di comando dell’industria dolciaria fondata dal bisnonno Francesco Antonio, poi cresciuta sotto la guida del figlio Aldo e infine arrivata all’odierno respiro internazionale grazie all’opera dei nipoti Alessandra e Alberto, fratello e sorella accomunati da un poco generoso destino.
A quel pasticciere originario di Narzole – Francesco Antonio morirà nel 1991 a 94 anni – va riconosciuto il merito dell’aver trasformato il piccolo laboratorio inaugurato a Fossano nel 1927 in un’azienda che a partire dal Secondo Dopoguerra avrebbe gettato le basi del successo commerciale che oggi ne fa uno dei più conosciuti marchi del Paese non soltanto per i panettoni e pandori, ma anche nei biscotti.
Una realtà descritta dai numeri di un fatturato giunto intanto a quota 287 milioni di euro (esercizio 2024) anche grazie al lavoro di oltre 400 collaboratori, in parte stabili e in parte stagionali, con altrettante famiglie che da decenni sono una parte attiva nel simbiotico rapporto creatosi tra la fabbrica e la città degli Acaja, tra l’azienda e l’operoso territorio che ne ha reso possibile lo sviluppo.
Un percorso proseguito da Aldo, classe 1930, mancato nel luglio 2022 con le insegne di presidente onorario del gruppo. Graziato dalla sorte – vien da dire – nell’avergli questa evitato di assistere al destino toccato invece ai figli. Prima con la prematura e improvvisa scomparsa di Alberto, l’uomo del marketing, delle sponsorizzazioni sportive (con la Juventus, soprattutto – di pochi giorni fa l’annuncio di una analoga collaborazione con l’Inter) e delle pubblicità televisive. E qui la mente va agli spot del "signor Balocco". A quel "fate i buoni" entrato a forza di spot nelle case e nella mente di tutti gli italiani.
Un incidente incredibile, colpito da un fulmine durante un’escursione in e-bike sulla Strada dell’Assietta in Alta Val di Susa, insieme a un amico, gli è costato la vita ad appena 56 anni. Troppo presto e troppo giovane strappato alla sua famiglia, per lasciarla nel dolore dell’addio vissuto dalla moglie Assunta, Susy per tutti, e dai tre figli Diletta, Matteo e Gabriele.
Di poco più anziana di Alberto, 61 anni, era Alessandra, che nell’ottobre 2022, pochi mesi dopo quel tragico fatto, del fratello avrebbe assunto posto e responsabilità. Presidente e amministratrice delegata, sullo scranno più alto di un consiglio di amministrazione del quale faceva ora parte insieme al marito Ruggero Costamagna, al figlio Marco, alla cognata Susy, alla nipote Diletta, a Gianfranco Bessone, quest’ultimo direttore dello stabilimento e responsabile del personale nonché figura di collegamento con quel Fossano Calcio che da sempre porta sulle maglie l’inconfondibile ovale con la scritta bianca su sfondo rosso.
Il destino non ha sorriso nemmeno ad Alessandra, in queste ore ricordata da più parti per il suo profilo riservato, ma anche per le buone azioni, per l’impegno a favore del terzo settore. Insieme al male che negli ultimi anni ne ha segnato il percorso terreno è stata costretta a caricarsi in spalla il fardello figlio della vicenda che la stampa nazionale ha ribattezzato come "Pandoro Gate", con l’azienda di Fossano chiamata a pagare lo scotto dell’inciampo commesso con la campagna affidata a una Chiara Ferragni forse inebriata dalla sua popolarità al punto da confondere un’iniziativa benefica con una promozione commerciale.
La gestione di quello scandalo fu tra le prime incombenze toccate all’imprenditrice cuneese una volta giunta al timone dell’azienda, prima per l’intervento tramite il quale l’Autorità per la Concorrenza e il Mercato sanzionò l’operazione commerciale realizzata dalle società dell’influencer. Poi, per la parallela vicenda penale, con l’imprenditrice rinviata a giudizio per un’ipotesi d’accusa – truffa aggravata – che resterà da dimostrare, mentre a gennaio, appresa la notizia della citazione, i suoi difensori si dicevano "profondamente stupiti e amareggiati", pronti ad affrontare il giudizio "con fiducia e serenità, nella piena convinzione dell’innocenza di Alessandra Balocco". Mentre lei, per prima, ha sempre respinto ogni accusa: "Sono convinta di non aver messo in atto alcuna pratica commerciale scorretta nei confronti dei consumatori".
"Il Consiglio di Amministrazione proseguirà lo sviluppo dell’azienda seguendo fedelmente l’esempio e le linee guida tracciate da Alessandra", ha fatto sapere ieri l’azienda, esprimendo "la propria vicinanza alla famiglia in questo momento di grande dolore" e unendosi "al lutto della comunità di Fossano e di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerla e lavorare con lei".
Toccherà alla quarta generazione di famiglia, ai cugini Diletta e Marco per iniziare, mettersi al lavoro affinché quel progetto di famiglia abbia il seguito che merita.
Entrambi giovanissimi, lei lo ha già fatto accettando di passare ai vertici aziendali alla scomparsa del papà, ricordato con un toccante messaggio durante la cerimonia funebre.
Classe 1997, laureata alla Bocconi, si è specializzata con un master in management alla Escp Business School’s dopo due anni di studi tra Madrid e Parigi.
"Dopo un'esperienza estremamente arricchente presso il Gruppo L'Oréal – scrive sul suo profilo Linkedin –, nel dipartimento Cpd, iniziata a Parigi e conclusa a Milano, ho deciso di entrare a far parte del team commerciale di Balocco, iniziando un percorso formativo a cavallo tra i responsabili vendite Italia ed export. Il mio obiettivo è contribuire all'internazionalizzazione, alla digitalizzazione e al percorso verso la sostenibilità della nostra azienda, raccogliendo con orgoglio l'eredità morale della mia famiglia, costruita in quasi 100 anni di imprenditorialità".
Tra le sue esperienze anche due mesi trascorsi nel quartier generale lussemburghese di Ferrero, nell’ufficio Kinder Surprise.
Da studi alla Bocconi di Milano arriva anche Marco Costamagna (nella foto sotto), unico figlio di Alessandra e secondo cugino della nuova generazione a entrare nella stanza dei bottoni dell’azienda di famiglia, dove opera da venti mesi, dal gennaio 2024, dopo un’esperienza in Sky Italia.
A loro e ai fratelli, col conforto e la guida dei genitori, si affiderà ora l’azienda fossanese per proseguire l’opera di chi è passato oltre traghettandola al traguardo del primo secolo di sua storia sull’onda di nuovi, importanti progetti.
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