Un grave incidente sul lavoro si è verificato nelle scorse ore nello stabilimento Rana di Moretta. A rimanere ferito è stato un giovane operaio di appena 19 anni, residente nella zona, in forza da circa un anno presso l’impianto tramite contratto di somministrazione.
Stando alle prime ricostruzioni, ancora al vaglio degli inquirenti, il ragazzo stava operando su un macchinario quando le sue dita sono rimaste incastrate. L’operaio ha subito l’amputazione di tre dita della mano. Soccorso in codice giallo, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Savigliano.
La notizia ha suscitato forte preoccupazione tra le organizzazioni sindacali, che da tempo denunciano condizioni di lavoro critiche all’interno dello stabilimento, in particolare per i lavoratori precari e in somministrazione. Nello stesso stabilimento, il 12 febbraio scorso era rimasto gravemente ferito un altro lavoratore, un uomo di 55 anni, trasportato in codice rosso al Santa Croce di Cuneo
A intervenire con una nota congiunta sono Erisildo Kurti, segretario regionale UILTemp Piemonte, e Sonia Della Pia di NIDIL CGIL. Entrambi puntano il dito contro un sistema che, denunciano, espone quotidianamente i lavoratori a rischi evitabili.
“Un evento drammatico che non possiamo definire una tragica fatalità. - dicono - Da tempo, come organizzazioni sindacali NIDIL CGIL e UILTEMP, denunciamo condizioni di lavoro insostenibili, in particolare per i lavoratori precari. Le tempistiche esasperate, le pressioni legate alla produzione e l’insicurezza contrattuale incidono direttamente sul benessere psico-fisico dei lavoratori e sulla sicurezza nei reparti.”
I sindacati spiegano che nei reparti della Rana di Moretta la sproporzione tra lavoratori diretti e somministrati è significativa: circa 400 lavoratori in somministrazione contro appena 200 assunti direttamente.
I lavoratori somministrati, come ricordano i sindacati, sono dipendenti formalmente assunti da agenzie interinali e poi “prestati” a un’azienda utilizzatrice, con contratti spesso brevi, instabili e privi di reali tutele. Una condizione che, secondo Kurti e Della Pia, crea un clima costante di precarietà e stress.
“In molti contesti, il numero di lavoratori precari in somministrazione ha ormai superato quello dei lavoratori diretti, creando un clima di instabilità, disorientamento e mancanza di tutele. Questa instabilità alimenta ansia e stress: chi è precario vive ogni giorno con il timore di non vedere rinnovato il proprio contratto, con ripercussioni dirette sulla concentrazione e sulla serenità necessaria per operare in sicurezza. Oggi il prezzo di questa precarietà lo ha pagato, con il proprio corpo, un lavoratore.”
Oltre a esprimere vicinanza al giovane ferito, NIDIL CGIL e UILTEMP chiedono all’azienda un gesto concreto: “Chiediamo con forza l’assunzione immediata e diretta del lavoratore infortunato, come riconoscimento della sua professionalità e per garantirgli una stabilità che difficilmente potrà ritrovare altrove dopo un simile evento.”
I sindacati chiedono inoltre un intervento deciso sul fronte della sicurezza, una revisione dei carichi di lavoro e un riequilibrio tra lavoratori precari e strutturati. Da tempo, sottolineano, le problematiche relative alla sicurezza all’interno dello stabilimento Rana di Moretta sono oggetto di segnalazioni, ma finora nulla sarebbe stato fatto in modo risolutivo.
Per questo motivo, come segnale forte e tangibile, le segreterie NIDIL CGIL e UILTEMP hanno proclamato per lunedì 4 agosto uno sciopero di otto ore in tutte le sedi interessate, per chiedere verità, giustizia e un cambiamento radicale nella gestione del lavoro e della sicurezza.
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