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Politica | 30 luglio 2025, 06:10

Claudio Conterno (Cia Cuneo) sui dazi USA al 15%: "Il Piemonte ha carte forti, i dazi non ci piegheranno”

Il presidente della Confederazione italiana agricoltori cuneese è propositivo: "Clima favorevole, uve sane e nuovi modelli di distribuzione: così possiamo affrontare l’urto”

Claudio Conterno (Cia Cuneo) sui dazi USA al 15%: "Il Piemonte ha carte forti, i dazi non ci piegheranno”

Il primo agosto scatterà l’applicazione dei dazi del 15% sul vino italiano destinato al mercato statunitense. Dopo mesi di voci, trattative e ipotesi ben più pesanti, la misura si è concretizzata in una forma che non paralizza il comparto, ma non per questo rassicura del tutto. Il timore è che la stretta possa aggravare una situazione già tesa sul piano commerciale e comunicativo.

“È da ottobre che gli importatori americani sono fermi”, spiega Claudio Conterno, presidente della CIA Cuneo. “Aspettano di capire quale sarà l’assetto definitivo delle tariffe, e questo ha bloccato gli ordini. In un settore come il nostro, che vive di programmazione, anche un mese perso può fare danni. Il sistema entra in apnea, le cantine restano piene e si allungano i tempi di rotazione. Ma da questa tensione può nascere anche un’opportunità”.

Secondo Conterno, infatti, il comparto ha bisogno di una scossa, non solo economica ma culturale: “Questa situazione ci costringe a ripensare le abitudini. A partire dalla logistica: dobbiamo gestire meno magazzino, rendere più agili le spedizioni, proporre anche lotti più piccoli. Il tutto con una maggiore sinergia con gli importatori e i ristoratori. Serve dialogo su tutta la filiera, anche per affrontare il nodo dei rincari. Il prezzo va spiegato, non temuto”.

A preoccupare, oltre ai dazi, è infatti il clima di disinformazione che da tempo colpisce il mondo del vino: “Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un racconto che criminalizza il vino. Un bicchiere è diventato un pericolo pubblico, come se si parlasse di qualcosa da cui difendersi. È una narrazione distorta, che danneggia un settore chiave della nostra identità”.

Eppure, nonostante tutto, il Piemonte ha carte forti da giocare: “Rispetto ad altre regioni siamo più strutturati. Il nostro territorio esprime etichette che hanno riconoscibilità, fedeltà e valore. E la vendemmia 2025 ci aiuta: sarà un’ottima annata, con meno quantità ma uve di qualità eccellente. Clima favorevole, sanità perfetta. Un’annata che valorizza chi ha lavorato bene in vigna e in cantina”.

Di fronte alle nuove sfide, insomma, la parola d’ordine per Conterno è solo una: reazione. “Il comparto vitivinicolo ha vissuto anni difficili. Ma oggi, paradossalmente, questa difficoltà può essere la scintilla per cambiare passo. Il Piemonte ha le radici giuste per affrontare la sfida. Ora serve visione”

Un'urgenza condivisa, se si considera che il valore dell’export cuneese di prodotti alimentari e bevande verso gli Stati Uniti si attesta intorno ai 400 milioni di euro. Numeri che confermano quanto il mercato americano rappresenti il primo sbocco extra-UE per le produzioni della Granda: una ragione in più per tutelarlo, raccontarlo meglio e renderlo più solido. Come ha ricordato Codiretti  Cuneo "il 40% delle bottiglie prodotte nella nostra provincia – è destinato al mercato statunitense, a cominciare da Barolo, Barbaresco e Moscato d’Asti, ma anche Roero Arneis, Langhe, Barbera d’Alba e Nebbiolo d’Alba".

Daniele Vaira

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