Il Nazionale

Cronaca | 30 luglio 2025, 07:00

Auto, camioncini, addirittura scooter: vita dura per le ciclabili (e i ciclisti) torinesi [FOTO]

Soste brevi, a volte brevissime. Ma in una città che punta sempre di più sulla viabilità leggera non mancano difficoltà di "convivenza". Traore (BikePride): "Riceviamo spesso segnalazioni da nostri soci o simpatizzanti, bisogna disincentivare certi comportamenti"

Auto, camioncini, addirittura scooter: vita dura per le ciclabili (e i ciclisti) torinesi [FOTO]

Nemmeno un mese di luglio arrivato ormai ai titoli di coda riesce a cambiare del tutto i connotati a una città che fa sempre fatica a far coesistere le auto (e i mezzi a motore in generale) con le biciclette.
Basta fare un giro nelle strade di Torino in cui si trovano le piste ciclabili: si possono incontrare senza difficoltà situazioni davvero al limite - se non oltre - il codice della strada. Non solo in quelle arterie stradali in cui la zona riservata alle due ruote a pedali è delimitata solo da una striscia di vernice per terra, ma anche in quelle in cui la "difesa" delle corsie è affidata a cordoli alti o addirittura a tratti di marciapiede.

Alcuni esempi? La ciclabile di via XX settembre: arrivati all'incrocio con corso Matteotti, a pochi passi dal semaforo, non è raro vedere vetture o mezzi commerciali lasciati a scavalco della linea di demarcazione tra corsia per le auto e pista per le bici. Ma anche in passaggi meno trafficati e congestionati, la tendenza è comunque a infischiarsene dei ciclisti: addirittura c'è chi lascia uno scooter parcheggiato nel bel mezzo della corsia.

La situazione trova poi declinazioni simili anche poco distante, quando la ciclabile di corso Matteotti prende la direzione di corso Galileo Ferraris. Qui la corsia è addirittura separata dal passaggio delle auto da un marciapiede alto. Ma questo non ha impedito a una vettura di parcheggiare letteralmente dentro la ciclabile, addirittura in "doppia fila" (interna) rispetto a un'altra automobile lasciata invece correttamente nello stallo. 

Pochi passi ancora e uno scooter che si inserisce dal controviale di corso Galileo Ferraris stringe la curva e, invece di prendere la corsia per le auto, percorre la ciclabile a doppia direzione e sale sul marciapiede per parcheggiare. Solo una decina di metri prima un camion che doveva effettuare una consegna ha fatto lo stesso: è entrato all'interno della corsia riservata alle biciclette e ha parcheggiato lì, dando inizio alle operazioni di scarico.

Situazioni in cui non sono pochi gli utenti della strada con mezzi a pedali che passano e sospirano. A volte sospiri anche un po' più ruvidi, che sconfinano nell'imprecazione. E di certo il fenomeno non si limita a questa zona del centro, anche lungo via Nizza - per esempio - la pista ciclabile deve fare i conti con i furbetti del parcheggio. A volte con le quattro frecce, spesso anche senza. E così via, a macchia di leopardo, in tutta la città.

"Riceviamo molto spesso segnalazioni da nostri soci o simpatizzanti per situazioni di questo genere - commenta Ammj Traore, presidente di Fiab Torino Bike Pride -Il problema è duplice: sia infrastrutturale, quando manca una divisione o un cordolo, ma c'è anche l'aspetto del controllo da parte di chi dovrebbe occuparsi anche di questo. Se chi guida sa che la probabilità del passaggio di controllo e di essere multato è basso, si sentirà più tranquillo a parcheggiare in malasosta. Bisogna invece disincentivare questi comportamenti, anche perché non si possono mettere cordoli ovunque, soprattutto in zone in cui è necessario garantire accessibilità alle auto".

"L'Italia in generale poi ha un record di numero di auto per numero di abitanti - aggiunge - , ma se si osservano i dati il numero di persone che scelgono la bici per spostarsi è aumentato. E' un percorso forse più lento rispetto ad altre parti d'Europa, ma sta avanzando. Ma è un processo complesso, che va affrontato in maniera sistemica. E anche culturale. La sensibilizzazione è importante".

Intanto si raccolgono segnalazioni e criticità: "Stiamo cercando di coinvolgere tutte le circoscrizioni dove la cittadinanza, ma tra le più problematiche ci sono le ciclabili di via Nizza. Ma anche corso Vittorio Emanuele non è semplice, non essendoci protezione e con poca manutenzione nel ridipingere le strisce. In corso Vercelli, invece, c'è il parcheggio a spina di pesce, ma di fatto non c'è blocco per le vetture, che rischiano di sconfinare sulla ciclabile e di ridurre la sede riservata alle bici, fino quasi a bloccarle".

Massimiliano Sciullo

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