«Guardi con tantissimo orgoglio quella medaglia perché sai quanto c'è dietro a questo risultato. Lo stesso orgoglio che proviamo noi nel vederti così»: il risveglio di Tete Martinenghi è dolce anche se nella notte italiana ha dovuto dare fondo a ogni residua energia per qualificarsi alle semifinali dei 50 rana (oggi alle 13.15 su Rai Sport, domani finale alle 14.01). Dolce perché le parole di mamma Alessandra ("Così ti voglio. L'argento più prezioso" ha intitolato il suo semplice e bellissimo messaggio su Instagram dopo la medaglia nei 100 rana a Singapore) racchiudono l'amore più profondo di tutti quelli che vogliono bene a questo ragazzo che compirà 26 anni il 1° agosto e che è entrato nel cuore dei varesini e del mondo con semplicità, profondità e umanità.
L'ottava medaglia ai mondiali di Martinenghi - davanti ci sono solo una certa Pellegrini a quota 11 e Paltrinieri a 9 - è davvero la più preziosa perché batte l'ingiustizia e la debilitazione, il rischio della squalifica e poi del ritiro per intossicazione. Tete resta in piedi, barcolla, domina e si prende un argento vivo che vale la cosa più bella che esiste per lui e per tutti noi che lo amiamo, solo un passo meno di mamma Alessandra: fierezza, orgoglio, dignità assoluti.
Nei 50 rana il campione olimpico ha recuperato e si è piazzato nella semifinale di oggi come ha voluto e potuto (26"90, nono tempo): a svettare e brillare il romagnolo Simone Cerasuolo (26"42), impressionante, oltre al giapponese Taniguchi )26"65) e al tedesco Imoudu (26"74). Ma occhio anche ai soliti Prigoda e Qin Haiyang.
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