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Eventi | 28 luglio 2025, 17:21

Futuro del Festival di Sanremo: cauto ottimismo delle parti, la settimana è quella decisiva per l'accordo finale

Rai e Comune di Sanremo dovrebbero incontrarsi in questi giorni per arrivare all'ok

Futuro del Festival di Sanremo: cauto ottimismo delle parti, la settimana è quella decisiva per l'accordo finale

I contatti sono ormai continui sull'asse Sanremo-Roma, perché in un "affare" complesso e dagli enormi interessi (economici, d'immagine, di prospettiva) anche i dettagli hanno un peso, ed i pochi segnali che si percepiscono nel silenzio assordante delle riservatissime trattative inducono a pensare che questa potrebbe (dovrebbe) essere la settimana decisiva per chiudere il negoziato Rai-Comune sul futuro del Festival. Lo s'intuisce dal cauto ottimismo che trapela dal sindaco Alessandro Mager, fiducioso per carattere, e da una certa fibrillazione che si avverte a Palazzo Bellevue dopo la pausa week end, pur con le bocche che restano cucite. Com'è logico che sia in una fase così importante e delicata, mai sperimentata prima (finora si è andati avanti con le convenzioni), con in gioco uno storico e straordinario patrimonio che la città deve difendere, diventato il più grande evento della televisione italiana.

Il confronto a distanza, dopo l'improvvisato faccia a faccia di mercoledì scorso nella capitale rivelato da Sanremo News, ora verte sugli aspetti commerciali, in attesa d'inoltrarsi nella parte più tecnica. E' un coinvolgimento a vario livello (amministratori, dirigenti, consulenti legali), fra telefonate, e-mail e videochiamate. La sensazione è che una sostanziale intesa di base sia già maturata, in particolare nell'incontro informale della scorsa settimana e in vista del Cda Rai pre-vacanze agostane in calendario mercoledì, partendo dai paletti decisi dall'amministrazione Mager (in prima fila nelle trattative anche l'assessore Alessandro Sindoni) nella manifestazione d'interesse imposta dal Tar ligure (che ha messo fine al reiterato sistema degli accordi senza gare) e alla quale ha partecipato soltanto la Rai. Che ben sapeva di non poter scendere sotto i 6,5 milioni annui da corrispondere al Comune, come per la quota minima dell'1% da pescare nei ricavi pubblicitari.

Sono altre le leve mosse dall'ente di viale Mazzini per convincere gli inquilini di Palazzo Bellevue ad abbassare le pretese, a cominciare dagli eventi extra-Festival da produrre a Sanremo, i cui costi non sarebbero indifferenti. Ma il nodo principale, non ancora sciolto (e chissà se mai lo sarà...), appare quello legato alla separazione del format, che la Tv di Stato rivendica di aver creato, dal doppio marchio registrato dal Comune da tempo, Festival della canzone italiana e Festival di Sanremo. Una distinzione netta sancita dalle sentenze che hanno scandito l'intreccio di ricorsi e controricorsi fino alla conclusione dell'iter della manifestazione d'interesse, impostata sull'affidamento della gara canora per i prossimi tre anni, con possibilità di estensione biennale. Si ragiona, quindi, su quest'arco temporale. E al di là delle opposte rivendicazioni, reali e/o di facciata, le parti sono coscienti del fatto che l'eventuale rottura del matrimonio d'interessi che dura da 75 anni rappresenterebbe un salto nel buio per entrambe, proprio nel momento in cui la parabola del Festival ha raggiunto picchi elevatissimi.

Gianni Micaletto

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