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Altri sport | 26 luglio 2025, 12:25

Football Americano, Francesco Pernigotti: dal sogno a stelle e strisce al cuore dei Pirates

Football Americano, Francesco Pernigotti: dal sogno a stelle e strisce al cuore dei Pirates

Questa settimana, nel consueto appuntamento con i Pirates 1984, il protagonista è chi il football lo ha sempre avuto nel cuore e nella mente, ma per tanti motivi e per puro caso ha avuto il piacere di praticarlo quando ormai era un po’ più “grandicello”.

Francesco Pernigotti, uno dei tanti pirati liguri che in queste ultime due stagioni hanno reso bello e soprattutto “noto” il football americano nella nostra regione.

Come hai scoperto il football americano?

"Il football l’ho scoperto nel lontano 1989 durante un viaggio in America con i miei genitori, quando mio padre mi portò a visitare lo stadio dei Buffalo Bills. Da quel momento il mio interesse e la mia curiosità per questo sport così particolare iniziarono, fino ad arrivare a una vera e propria passione. Purtroppo, tornato in Italia, riuscire a seguire uno sport del genere era diventato difficile e, considerata la mia giovane età e per diverse problematiche logistiche famigliari, il sogno con il tempo è finito dimenticato in un cassetto".
 

Cosa è successo dopo… come hai iniziato?

"Quattro anni fa sono venuto a vivere ad Albisola. Un giorno, passando da Luceto, ho visto delle persone che giocavano a football e quindi non potevo perdere l’occasione. Erano il team master Masnada Hellequin, che mi ha accolto subito in modo fantastico e mi ha insegnato i primi rudimenti di questo sport. Passato all’incirca un anno (gennaio 2024), una sera mi sono presentato agli allenamenti dei Pirates chiedendo se potevo, nonostante la mia avanzata età, riuscire ad allenarmi qualche volta insieme a loro. E da quel giorno è iniziata la mia avventura sportiva, che mi ha portato, perdonatemi il termine, dove non mi sarei mai aspettato di arrivare".
 

Com’è stata questa esperienza?

"Entusiasmante e, per certi versi, incredibile. Nella mia vita ho praticato molti sport, ma quello che ho vissuto e che mi ha lasciato il football in questi due anni è stato qualcosa di speciale. Agonisticamente parlando, da come era iniziato tutto, poter partecipare ed entrare in campo prima in un campionato di Seconda Categoria e poi nella massima serie del football americano in Italia è stata un’esperienza bellissima e molto gratificante. Riuscire ad esserci e confrontarmi con giocatori di quel livello, in quei contesti, è sicuramente qualcosa che lascia il segno.
Detto questo, rimane la parte emotiva, secondo me la parte più importante, perché è quella che ti porti dentro per sempre.
A questo punto non posso fare altro che dire una cosa sola: Pirates, una famiglia di persone uniche, dai coach alla dirigenza ai miei compagni di squadra, non solo a livello professionale, ma anche a livello umano.
Spero, in questi due anni, di aver imparato qualcosa di più in campo, ma i consigli, le parole e gli insegnamenti ricevuti li porterò sempre con me in ogni situazione che dovrò affrontare nella vita".
 

Purtroppo la tua carriera è già finita, essendo arrivato al limite di età consentito. Pensi di continuare comunque nel mondo del football?

"Sicuramente vorrei rimanere ancora nel mondo Pirates, cercando di rendermi utile alla società, che di anno in anno sta investendo sulla prima squadra, ma soprattutto sulle giovanili. Continuare comunque ad allenarmi e, quando possibile, partecipare agli eventi sportivi master a scopo benefico, organizzati in Italia dalla Charity Bowl League".
 

In conclusione, vuoi fare qualche ringraziamento speciale per questi due anni?

"Sicuramente la mia famiglia, che mi ha dato tempo e spazio per dedicarmi a questo sport. Il team Masnada Hellequin, i quali sono stati i primi a farmi conoscere il football.
Tutto lo staff Pirates, in modo particolare l’head coach Alfredo Giuso Delalba, i miei coach di riferimento che mi hanno spronato e allenato per riuscire a migliorare.
E per ultimi, ma non per importanza, tutti i miei compagni di squadra, un gruppo di ragazzi unici e fuori dagli schemi, che mi hanno accolto e accompagnato in questa avventura".

Francesco saluta dando ancora una volta uno sguardo da “innamorato” al gridiron del Pirates Field. Ora la sua esperienza nel football americano vissuto si sposterà negli uffici Pirates, dove la dirigenza sarebbe ben lieta di avere una pedina carismatica come Francesco a roster, visti i tanti impegni che la società ligure sta affrontando nel suo percorso di crescita.

cs

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