Un 32enne della Costa d'Avorio è morto a causa della leptospirosi e già quattro persone risultano iscritte nel registro degli indagati.
L'uomo, classe '93, ospite di una struttura d'accoglienza a Peagna, frazione di Ceriale, lavorava in una segheria a Finale Ligure.
All'inizio di luglio è deceduto all'ospedale San Paolo di Savona dopo aver accusato i sintomi della malattia causata dal batterio spirochete del genere Leptospira, che gli potrebbe essere stata trasmessa da un roditore infetto.
L'infezione è spesso trasmessa da urina animale o da acqua che la contiene e che entra in contatto con abrasioni o tagli sulla pelle, o con gli occhi, la bocca o il naso.
Il pubblico ministero Giovanni Battista Ferro ha disposto la riesumazione e proprio ieri è stata effettuata l'autopsia.
Le indagini sono in corso e si svolgono sia nel luogo dove risiedeva, sia sul posto di lavoro e negli ambienti che frequentava, per capire l'origine della contaminazione. Oltre all'esame autoptico sarà necessario attendere l'esito degli esami di laboratorio.
Due degli indagati sono difesi dall'avvocato Stefano Daga. L'avvocato dell'uomo è Nicodemo Gentile del foro di Perugia.
La leptospirosi ha un'ampia gamma di manifestazioni, che possono variare da una forma lieve a una malattia molto grave e potenzialmente letale. L'uomo si contagia tramite il contatto diretto con animali infetti oppure, più comunemente, attraverso acqua e terreni contaminati, spesso da urine.
Il rischio è maggiore durante attività all'aperto come caccia, pesca e sport acquatici, ma la leptospirosi è anche una malattia professionale per categorie come allevatori, addetti ai mattatoi e operatori delle fognature. La diagnosi precoce e un'immediata terapia antibiotica sono fondamentali per prevenire le complicazioni gravi e ridurre il rischio di morte.
I roditori, e in particolare i ratti (come il ratto delle fogne), sono considerati il serbatoio naturale primario della Leptospira per numerose ragioni biologiche ed ecologiche. I topi sono il vettore "perfetto" perché mantengono l'infezione attiva in natura senza subirne i danni, diffondendola in modo silenzioso e capillare proprio negli ambienti frequentati dall'uomo.
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