Il Nazionale

Cronaca | 24 luglio 2025, 12:52

Ore di angoscia per Aurora: da Asti a Torino, poi il buio. Dubbi sulla fuga volontaria

Si infittisce il giallo sulla scomparsa della 17enne portacomarese. Le differenze con l'altro caso di sparizione a Torino e l'appello a non sottovalutare la situazione, mentre in rete si diffonde una 'fake news' relativa un'inesistente challange social

Ore di angoscia per Aurora: da Asti a Torino, poi il buio. Dubbi sulla fuga volontaria

Nessuna svolta, nessuna traccia concreta. A diversi giorni dalla sua scomparsa, le ricerche di Aurora Ruta, la studentessa di Portacomaro sparita nel nulla dopo essere salita su un treno per Torino, non hanno ancora prodotto risultati significativi. Nonostante l'incessante lavoro degli inquirenti e una mobilitazione che si è diffusa a macchia d'olio sui social media, con condivisioni e appelli che continuano a circolare, sulla sorte della giovane è calato un silenzio angosciante. Le ultime immagini disponibili restano quelle che la ritraggono alla stazione di Torino Porta Nuova alle 17:40 di lunedì, un'ora dopo l'arrivo previsto del suo treno. 

Aurora, alta circa un metro e sessantacinque e di corporatura minuta, indossava una maglietta bianca e dei pantaloncini neri, portava i capelli raccolti e aveva in mano una bottiglietta d'acqua. Dettaglio che, per quanto sia uscita di casa senza portafoglio e documenti, fa presumere avesse con se almeno qualche spicciolo per piccoli acquisti di prima necessità. Altro elemento potenzialmente rilevante è che - al netto dello smartphone, che è plausibile non portare con sé in caso di allontanamento volontario, anche se come vedremo questa ipotesi è controversa - non ha preso neppure il vaporizzatore per sigarette elettroniche per portava sempre con sé.

Due scomparse, analogie e differenze

Il caso di Aurora si intreccia mediaticamente con un'altra sparizione che sta tenendo il Piemonte con il fiato sospeso: quella della 14enne torinese Asia Giannetti (nell'immagine sottostante). Le analogie colpiscono: entrambe le ragazze sono scomparse senza portare con sé documenti o smartphone. Ma le somiglianze, secondo gli esperti, si fermano qui. 

A sottolinearlo con decisione è il criminologo Fabrizio Pace, presidente dell'associazione Penelope che si occupa di persone scomparse e sindaco di Isola d'Asti nel periodo in cui il corpo di Elena Ceste fu ritrovato sul suo territorio comunale di competenza, che segue da vicino il caso di Aurora. Se per Asia, allontanatasi da una comunità per minori, si ipotizza una fuga legata a un contesto di disagio e probabilmente a "giri di persone poco raccomandabili", per Aurora il quadro è radicalmente diverso. "Sono scomparse simili, ma estremamente diverse - argomenta Pace - Asia aveva motivo per fuggire e non farsi trovare da chi l'avrebbe cercata, come ad esempio i responsabili della comunità in cui magari non voleva stare. Aurora, invece, non doveva fuggire da nessuno. Non risultano particolari problematiche familiari, al netto che la ragazza fosse scossa per via del quarto anniversario della scomparsa di sua madre".
 

L'appello di Pace: "È una persona scomparsa, non un allontanamento volontario"

È proprio sulla classificazione del caso che Fabrizio Pace insiste con forza, chiedendo che la situazione di Aurora venga trattata come caso di "persona scomparsa" e non come "allontanamento volontario". "Sembra una specifica sottile, ma in realtà cambia le modalità di ricerca", spiega Pace. Una distinzione cruciale, specialmente per una minorenne. Nell'argomentare le sue tesi, Pace fa riferimento anche alle parole del Garante Nazionale per le Persone Scomparse, che ha più volte sottolineato come "la scomparsa volontaria non deve essere più utilizzata, a maggior ragione per una minore". La legge stessa, ricorda il presidente di Penelope: "prevede che fino al raggiungimento del 18° anno la capacità di intendere e di volere potrebbe essere grandemente scemata. Come possiamo pensare che ci sia una volontarietà consapevole?". A rendere il tutto ancora più complesso potrebbe anche contribuire il fatto che la ragazza, la cui scomparsa è stata denunciata nell'Astigiano, sia ora ricercata nell'area torinese, pertanto si rende necessario il più stretto coordinamento possibile tra gli investigatori astigiani ed i colleghi torinesi. 
 

Il fenomeno delle persone scomparse: i dati del 2024

Va altresì rimarcato che il caso di Aurora si inserisce in un fenomeno complesso, monitorato costantemente, quello delle persone scomparse. Secondo la Relazione annuale relativa al 2024 dell'Ufficio del Commissario straordinario del Governo, nel 2024 si è registrata una diminuzione delle denunce (-5,7% rispetto al 2023) e un aumento dei ritrovamenti (+4%). Tuttavia, i casi ancora attivi al 31 dicembre erano 10.077, con un'incidenza rilevante di cittadini stranieri (58,6%) e, tra questi, di minorenni (72,7%). Dati che evidenziano l'importanza di un approccio strutturato e di campagne di sensibilizzazione.
 

La fake news della "72-hour challenge"

Come spesso accade in questi casi, sui social ha iniziato a circolare l'ipotesi che la scomparsa di Aurora possa essere legata a una presunta "challenge", il "gioco delle 72 ore", che spingerebbe i giovani a sparire per tre giorni. Si tratta di una notizia infondata, una leggenda metropolitana che circola da almeno un decennio, come dimostrano articoli dell'autorevole BBC che già nel 2015 ne smentivano la fondatezza. Anche l'Arma dei Carabinieri, pur indagando a 360 gradi, ha smentito questa pista. 

Secondo Pace, il riemergere di queste teorie ha una funzione consolatoria per l'opinione pubblica: "La gente ha bisogno di dare delle risposte, di dare un contributo... si deve mettere un punto". Un modo, seppur malsano, per dare una spiegazione all'inspiegabile, che però non aiuta le indagini. L'unica cosa che può aiutare, conclude Pace, è la diffusione capillare delle immagini: "È davvero la gente che con la diffusione delle immagini può portare a una segnalazione e quindi al ritrovamento"

Gabriele Massaro

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