Era il novembre 2020 e in Italia vigevano le normative “anti assembramento” per contenere i contagi da Covid-19. Il Piemonte, in quel periodo, era “zona rossa” e tra i vari divieti vi era anche quello di organizzare riunioni e manifestazioni. In piazza Galimberti, il 28 novembre, venne allestita una mostra dall’associazione Biblioteca Popolare Rebeldies, fondata dal cuneese G.M., per esprimere solidarietà e vicinanza ai detenuti dei carcere di Cerialdo.
Insieme con lui, a processo in tribunale a Cuneo con l’accusa di aver violato la disposizione del testo unico di pubblica sicurezza che prevede il pagamento di un’ammenda o l’arresto nel caso di mancata comunicazione al questore entro tre giorni dalla manifestazione, erano finiti gli altri tredici soggetti che presero parte all'iniziativa. Tutti sono stati assolti per non aver commesso il fatto.
L'unico ad essere stato condannato a 20 giorni di arresto e al pagamento di 900 euro di multa è stato G.M.
"Una contestazione anacronostica "hanno sostenuto le legali dell'uomo. "Solo alcuni partecipanti sono stati identificati, altri esclusivamente a vista o per fotogrammi di pessima qualità. E poi non ci sono foto di raffronto" hanno sottolineato, aggiungendo come "non vi siano prove che G.M abbia fatto promozione: non è sufficiente per affermare questo che sia individuato come il leader del movimento".
Come era stato illustrato da uno degli agenti della Digos intervenuto quel giorno, la manifestazione, oltre a non essere stata autorizzata, era stata anche vietata: “I vari decreti vietavano le manifestazioni - aveva ripercorso in tribunale - . Lo svolgimento di quella riunione non era stato comunicato, come di solito facevano queste persone collegate a movimenti anarchici. Da giornali online abbiamo comunque saputo che si sarebbe tenuta e abbiamo predisposto un servizio di sorveglianza sia in divisa, sia in borghese”.
Il poliziotto, poi, ha aggiunto che quel giorno pioveva molto e alcuni giovani arrivarono sia in auto che a piedi, iniziando a scaricare da un’auto i pannelli per allestire la mostra fotografica, che poi è stata collocata sotto i portici lato Casa Galimberti. “Hanno distribuito volantini ai passanti - ha ricordato il testimone - e alcuni li fermavano. Abbiamo identificato con i documenti solo chi si è reso più attivo nella manifestazione. Il tutto durò circa un’ora e mezza, poi venne smontato tutto”.
"Il promotore è soltanto colui che ha organizzato l’impresa - ha affermato un altro avvocato della difesa- i miei assistiti si sono limitati a partecipare. In due, addirittura, sono arrivati soltanto per ritirare il materiale. Le condotte di partecipazione sono presenti ma non quelle di promozione".
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