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Attualità | 17 luglio 2025, 14:17

Cro Trail, un addio amaro e tante polemiche. Rovera dopo l'annullamento della gara: "Non lo organizzerò più"

Cancellata, dopo pochi giorni, anche la Via dei Lupi, sempre in partenza da Limone Piemonte. Delusione e amarezza nelle parole dell'organizzatore

Cro Trail, un addio amaro e tante polemiche. Rovera dopo l'annullamento della gara: "Non lo organizzerò più"

Negli ultimi anni, il mondo dell’ultra trail ha vissuto un’esplosione senza precedenti. 

Gare di corsa in montagna, un tempo riservate a pochi appassionati, oggi si moltiplicano come funghi, soprattutto nelle aree alpine. 

Solo nelle ultime settimane, nella nostra provincia, si sono disputati il Marguareis Ultra Trail (MUT) e la Curnis Auta (CAUT), mentre nel prossimo fine settimana andrà in scena la 100 Miglia del Monviso.

Eventi che richiedono un’organizzazione complessa, attenta e professionale: centinaia di chilometri su sentieri impervi, notti insonni per gli atleti e per chi garantisce assistenza, ristori, sicurezza tecnica e sanitaria. Senza contare l’ostacolo forse più grande: ottenere i permessi.

È proprio dal diniego di un’autorizzazione che nasce la vicenda amara che ha travolto il Grand Raid Cro Magnon, meglio conosciuto come Cro Trail. Una gara storica per gli amanti della corsa in montagna, capace di coniugare in 100 chilometri la durezza delle Alpi con il fascino del Mediterraneo, lungo un tracciato tra Italia e Francia, attraverso sentieri antichi e 7.000 metri di dislivello positivo.

La mazzata: “In Francia non si passa”

Tutto era pronto per la diciannovesima edizione, con partenza fissata per le 6 del mattino del 28 giugno. Ma nella notte tra il 25 e il 26, una comunicazione dalla Prefettura di Nizza ha cambiato tutto: “In Francia non si passa. Troppo caldo. C’è la canicule e non è possibile garantire le condizioni di sicurezza per i runner”. Niente deroghe, nessuna alternativa, nessuna mediazione.

Per Alberto Rovera, storico organizzatore della gara, affiancato da qualche anno dall’ultramaratoneta Michele Graglia, la notizia è stata un colpo durissimo. A due giorni dallo start non è stato possibile trovare un tracciato alternativo: l’unica opzione è stata l’annullamento della gara.

Nessun rimborso, tante polemiche

Oltre cento atleti erano iscritti alla 100 km, molti dei quali provenienti da fuori zona, con alberghi prenotati e famiglie al seguito. La quota di iscrizione, tra i 90 e i 100 euro, non verrà rimborsata. Così recita il regolamento ufficiale, che prevede l’assenza di rimborso per annullamenti nei 30 giorni precedenti la gara, o in alternativa la possibilità di trasferire l’iscrizione all’anno successivo (ma il Cro Trail, al momento, non avrà un prossimo anno).

Gli atleti sono stati invitati a partecipare al Mini Cro, la gara di 30 km tutta ligure da Airole a Sanremo. Ma in pochi hanno accettato. Molti, invece, hanno riversato la loro frustrazione e rabbia sui social: richieste di rimborso, accuse di incompetenza, delusione per la gestione. “Peccato aver sporcato così il nome di una gara storica”, scrive qualcuno.

Un addio senza ritorno

Non è stata l’unica tegola. A pochi giorni dall’annuncio, è stata cancellata anche un’altra gara organizzata da Rovera: La Via dei Lupi, prevista per il 26 luglio con arrivo e partenza dalla piazza del Municipio di Limone Piemonte. 

Anche qui non sono mancate le polemiche tra i runner. 

Le motivazioni, stavolta, sono personali: “Sono stato due giorni e mezzo in ospedale con la pressione impazzita. E mi sono detto: chi me lo fa fare?”, ha ammesso Rovera.

Rovera, amareggiato, ha dichiarato che non organizzerà mai più il Cro Trail. Il marchio potrebbe essere venduto a un’associazione ligure. Una cosa è certa: “Non passerà mai più in Francia”.

Dietro alla scelta delle autorità francesi, secondo Rovera, potrebbero esserci anche ragioni politiche, oltre al caldo. “Faceva caldissimo, è vero. E molti atleti si sono ritirati dalla gara dei 30 chilometri. Ricordo, però, che nel 2022, la gara era stata autorizzata, nonostante le temperature fossero altrettanto alte. Se ci avessero avvisati prima, avremmo potuto cambiare il percorso. Ma così, a due giorni dalla gara, è stato impossibile”.

Nei giorni che hanno preceduto l'annullamento, c'era stata anche la richiesta da parte francese di un massimale assicurativo superiore ai 6 milioni di euro. “Più di quello che si chiede per i rally. E' chiaro che non volevano la gara”, sottolinea.

La corsa in montagna: dalla passione all'industria?

Il mondo della corsa in montagna è cambiato, e lo dice lo stesso Rovera. Più pretese, più costi, meno passione. “Gli atleti pensano che tutto sia dovuto, ma non sanno quanta fatica c’è dietro l’organizzazione. Ho comprato oltre cento medaglie, magliette, cibo, bevande. Stiamo valutando la possibilità di un romborso parziale, ma al momento non posso garantirlo. Tutto questo l’ho spiegato a chi ha corso la 30 km. Ma non basta più”.

Per gare come il Cro Trail, la sopravvivenza diventa difficilissima, schiacciate tra burocrazia, oneri crescenti e mancanza di supporto. Servono tanti volontari. E non sempre ci sono. 

Solo le grandi strutture possono reggere.

Ed è qui che entra in scena il colosso del trail running mondiale: l’UTMB® Group. Da Chamonix, questa vera e propria potenza organizza l’Ultra‑Trail du Mont‑Blanc, la gara madre di tutte le ultramaratone alpine. Ma non solo: con il marchio UTMB World Series, gestisce un circuito globale di oltre 50 eventi in 28 Paesi. Gare selezionate, regolamentate, con standard elevati, costi significativi e visibilità mondiale. Un sistema che cambia profondamente lo spirito del trail running.

Cosa è rimasto dell’essenza originaria del trail? Quella delle corse selvagge, dei percorsi poco segnati e dei ristori poco più che improvvisati? E' scomparsa, schiacciata da un modello più strutturato, spettacolare, ma anche più commerciale.

Il Cro Trail, con il suo probabile tramonto, almeno nella formula che lo ha contraddistinto per quasi vent'anni, è il simbolo di questa transizione. Il trail running non è più un gioco da pionieri. È diventato un affare globale. E chi non riesce a stare al passo, viene lasciato indietro. Anche se ha scritto la storia.
 

Barbara Simonelli

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