Domenica 13 luglio sono stati oltre 700 i partecipanti al Q+ Pride di Cuneo, una manifestazione colorata, musicale, ma soprattutto politica, organizzata dal Collettivo Q+.
Un evento che ha portato in piazza la voce della comunità LGBTQIA+ in un momento in cui – come hanno denunciato gli stessi organizzatori – “le nostre esistenze vengono strumentalizzate, silenziate, represse o marginalizzate”.
Dopo la decisione di Arcigay di non organizzare il Pride 2025, lo scorso maggio per ragioni economiche e burocratiche, il Collettivo Q+ ha scelto di non fermarsi, scendendo nuovamente per le vie di Cuneo per affermare la propria presenza e la propria resistenza.
"Ci prendiamo un po' di spazio per farci sentire perché siamo orgogliosi di quello che siamo", viene urlato dal camionicino che apre il corteo, piattaforma musicale e palco per gli interventi.
L’adesione alla manifestazione non era scontata, soprattutto per la data, ma la risposta è stata invece importante. In corteo, persone di ogni età: giovani, famiglie, pensionati, attivisti e simpatizzanti. Un Pride intergenerazionale, nel segno della condivisione e della rivendicazione dei diritti.
Il Q+ Pride non si è voluto presentare come una semplice parata, ma come un vero e proprio atto politico. Alla festa e alla musica – che non sono mancate – si sono affiancate denunce forti e chiare: la condanna del genocidio in corso a Gaza, il rifiuto del rainbow-washing istituzionale e l’opposizione al decreto sicurezza del governo Meloni, giudicato dagli attivisti come uno strumento di repressione sociale.
Particolare rilievo è stato dato alla difesa della libertà del corpo femminile, con interventi a sostegno del diritto all’aborto e della necessità di tutela concreta dei diritti riproduttivi.
Il tutto a ritmo di musica, in un’atmosfera coinvolgente e gioiosa, che ha saputo coniugare la forza del messaggio politico con il desiderio di celebrare la diversità e l’orgoglio. Perché, come ribadiscono dal Collettivo Q+: “Il Pride è e resta un momento di lotta”.
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