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Politica | 05 luglio 2025, 12:00

Assemblea nazionale di Italia Viva a Genova, Renzi: “Solo con noi si vince. Il modello con Salis è l'unico che ha funzionato”

L'ex premier pone le basi per formare la "tenda riformista" del centrosinistra. "Scegliere di partire qui significa indicare che quella che ci attende è una creuza de mä: una strada difficile, ma che porta in un luogo meraviglioso". E per le elezioni 2027: "Possibilità di vittoria anche seguendo l'esempio genovese"

Assemblea nazionale di Italia Viva a Genova, Renzi: “Solo con noi si vince. Il modello con Salis è l'unico che ha funzionato”

"La coalizione che ha vinto con Silvia Salis è l’unico modello che ha funzionato": così Matteo Renzi, leader di Italia Viva, durante l’assemblea nazionale del partito, in corso oggi, sabato 5 luglio alle ore 11, presso l’Auditorium dell’Acquario di Genova, la stessa sede dove aveva già presentato tempo fa il suo libro L'influencer.

Presenti, oltre alla sindaca Silvia Salis, anche il vicesindaco Alessandro Terrile, il segretario metropolitano di Genova Simone D’Angelo, il capogruppo in consiglio regionale Armando Sanna, il deputato Alberto Pandolfo, l’ex ministra Roberta Pinotti e l'assessora alla sicurezza Arianna Viscogliosi

L’evento si è aperto con l’Inno di Mameli e, a seguire, con un brano di Fabrizio De André: "È la prima volta che teniamo l’assemblea nella Superba – ha esordito Renzi – una città che ha dato tanto all’Italia e che ha ancora molto da dare, soprattutto dal punto di vista culturale. Ricordo che proprio cento anni fa Eugenio Montale pubblicava Ossi di seppia, e in quelle poesie Genova viene immaginata con la forza dei suoi contrasti: penso, ad esempio, alla giovane che si tuffa a Quarto dei Mille. Genova è Caproni, è musica, è storia. È una delle poche città che riesce a tenere insieme il Novecento e l’inizio dei Duemila, da Ivano Fossati a Luigi Tenco, da Fabrizio De André – con Creuza de mä – fino a Olly e Bresh". 

Renzi prosegue proprio da Creuza de mä: "Quella parola – creuza, la mulattiera, il viottolo – rappresenta bene il senso di questa assemblea. Vogliamo indicare una strada. Una strada magari tortuosa, in salita, difficile da percorrere… ma che conduce in un luogo meraviglioso. La nostra per Italia Viva non è una strada semplice. Un anno fa abbiamo fatto una scelta di campo che ha provocato inquietudine. Qualcuno ci ha lasciato. Ma proprio per questo, aver scelto di partire da Genova significa riconoscere che la strada che ci attende è una creuza de mä: difficile, ma bellissima". 

Poi un passaggio storico: "Nel 2015, proprio a Genova, si è rotto un equilibrio. Non voglio riaprire vecchie ferite, ma la candidatura di Raffaella Paita fu messa in discussione da una parte della sinistra. È un insegnamento che ci portiamo dietro: dieci anni dopo, siamo tornati a Genova per cercare di ricucire, di rimettere insieme i pezzi. Penso all’esperienza con OaSiS. Non inseguiamo il passato con amarezza, ma riconosciamo che è accaduto qualcosa di nuovo. Tra l’autunno e l’inverno 2024 e la primavera 2025, anche alle regionali, il centrosinistra si è diviso. Contro di noi sono stati messi veti. Ma poi si è scelta una direzione: costruire un campo largo credibile. E si è vinto". 

Renzi insiste su un concetto: "Non basta un’alleanza numerica. Serve un progetto, un programma. Per questo sono molto grato di poter dare il benvenuto a Silvia Salis. È qui come sindaca, e non vogliamo tirarla per la giacchetta né metterle cappelli politici. Ha il compito difficile di guidare una città che ha un’anima forte. La politica vince, la divisione perde. Conta la credibilità delle idee. Mettersi insieme come accozzaglia non basta. Silvia non è stata “tirata per la giacchetta”: ha una passione politica vera, che conosco da tempo, da quando ero segretario del PD e ci siamo incontrati alla Leopolda". 

E ancora, a seguire, un messaggio chiaro all’area progressista: "Senza di noi si perde. Questo è il punto politico. Senza una “tenda riformista” nell’area moderata e centrista, le elezioni si perdono. Il PD, lo dico senza polemica, oggi ha un’impostazione diversa da quella che avevamo noi. Ecco perché dico: o piantiamo la tenda riformista o vincono gli altri. È semplice: a sinistra c’è l’asse classico, a destra ci sono sovranisti e forzisti. Se non metti al centro un riformismo che tocchi il cuore delle persone, perdi". 

Guardando avanti al futuro, sulle future elezioni 2027, rimarca il modello Genova come esempio: "Noi guardiamo al centro, siamo il centro che rende il centrosinistra una coalizione non sbilanciata su AVS, Cinquestelle e anche sul PD. Il nostro obiettivo è presidiare l’area più riformista. Ed è chiaro che prima o poi qualcuno in questo Paese si renderà conto – magari dopo aver votato a destra – che parlano di tasse e poi le aumentano, parlano di sicurezza e la situazione peggiora. E allora, qualcuno deluso da Giorgia Meloni guarderà altrove. Io sono assolutamente convinto che, come recita il titolo di questa assemblea, si può fare: la possibilità di vincere nel 2027, anche seguendo il modello Genova, per me è evidente". 

Infine, una stoccata a chi legge i risultati elettorali come uno slancio per il governo: "Non c’è nessuna ondata pro-Meloni. È la divisione della sinistra che consente a Giorgia Meloni di governare da minoranza. Tra le riforme più importanti che dobbiamo affrontare c’è quella del sistema carcerario. E non lo dico in astratto: basti vedere ciò che è accaduto poche settimane fa nel carcere di Marassi, proprio qui a Genova". 

Articolo in aggiornamento 

Federico Antonopulo

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