Il Nazionale

Cronaca | 27 giugno 2025, 14:00

Dispetti nel palazzo degli invalidi: “Mi rubano la posta e mi insultano, voglio andarmene”

La denuncia di Giovanna e la replica di Atc: "Si possono attivare percorsi di mediazione"

Dispetti nel palazzo degli invalidi: “Mi rubano la posta e mi insultano, voglio andarmene”

Mi strappano la posta, mi insultano, mi colpiscono la porta, non riesco nemmeno a entrare in casa con la carrozzina”. È un racconto denso di amarezza quello di Giovanna C., 59 anni, residente in un alloggio Atc in largo Cigna 72, che da mesi chiede un cambio alloggio. I suoi giorni sono diventati un percorso a ostacoli, tra scarpe rubate sul pianerottolo, parcheggi selvaggi davanti al suo garage e atti di vandalismo e intimidazione.

Tutto sarebbe iniziato prima di Natale, quando la donna ha notato che non riceveva più le bollette. “Qualcuno le prendeva dalla cassetta e le strappava. Poi hanno iniziato con la targhetta del mio nome: me l’hanno tolta cinque volte. Alla fine, ho dovuto chiedere di ricevere tutto via mail”, racconta. La situazione si è aggravata nelle settimane successive: “C'è chi mi prende a calci la porta, un vicino mi insulta. Ho paura”.

L’elemento più grave è legato alla mobilità: “Spesso non riesco a rientrare con la carrozzina perché parcheggiano proprio davanti al mio garage, anche se è in divieto”.

Giovanna si è rivolta all’Atc per chiedere il cambio alloggio, ma le regole sono stringenti. In una nota, l’ente ha spiegato che “il cambio può essere concesso solo in presenza di conflitti gravi e documentati che rendano impossibile l’utilizzo dell’alloggio”. Le richieste devono essere supportate da provvedimenti ufficiali delle autorità.

L’Atc chiarisce però che, in casi come questo, può attivare percorsi di mediazione e conciliazione, in collaborazione con il Nucleo di Prossimità della Polizia Locale, senza arrivare necessariamente a un cambio casa. “Ma io - conclude Giovanna -, non voglio litigare con nessuno. Voglio solo stare in pace, magari in un altro alloggio dove riprendere a vivere normalmente".

Philippe Versienti

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