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Politica | 26 giugno 2025, 18:06

Crisi Amt, tensione in Sala Rossa. Salis: “Chi ci ha portato fin qui non ci faccia la lezione”

Scontro in Consiglio comunale sullo stato economico dell’azienda trasporti. Salis: “La nuova politica tariffaria ha fallito, ora servono verità e responsabilità”. Il centrodestra respinge le accuse: “Nessuno sciopero in otto anni, sempre tutelata la natura pubblica”

Crisi Amt, tensione in Sala Rossa. Salis: “Chi ci ha portato fin qui non ci faccia la lezione”

La grave situazione economica in cui versa Amt è arrivata anche in Consiglio Comunale e in Sala Rossa non sono mancati botta e risposta tra maggioranza e opposizione.

A portare al centro dell’attenzione di consiglieri e consigliere è stata l’interrogazione presentata dalla consigliera Martina Caputo, del Partito Democratico

“La crisi economico finanziaria dell’azienda - ha esordito Caputo, prima firmataria dell’interrogazione - ci preoccupa ma non ci stupisce più di tanto. Nello scorso ciclo amministrativo, consigliere e consiglieri che sedevano sui banchi dell’opposizione hanno espresso forti preoccupazioni rispetto alla tenuta dei conti di Amt, rispetto alla sostenibilità economica del piano tariffario in atto. Preoccupazioni fondate”.

Caputo ha proseguito: “La situazione appare molto diversa e molto meno rosea di come era stata presentata. La nuova politica tariffaria ha comportato un calo di quasi otto milioni sui ricavi da biglietti e abbonamenti”.

Per il Partito Democratico, rimane un punto imprescindibile il fatto che l’azienda debba rimanere pubblica così come è necessario tutelare lavoratori e lavoratrici dell’azienda che non devono subire le conseguenze della mala gestione della precedente giunta.

La maggioranza in aula ha ribadito, tramite gli interventi di tutti i capigruppo, la necessità di tutelare l’azienda partecipata del Comune ma ha chiesto a gran voce che da parte dell’attuale minoranza, al governo della città per gli scorsi otto anni, ci sia un’assunzione di responsabilità.

Se state cercando di screditare la precedente amministrazione e accreditarvi come salvatori  della patria - ha spiegato l’ex vice sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi e oggi alla guida del Gruppo Vince Genova in consiglio comunale - bene vi diciamo chiaramente che lo riteniamo inaccettabile. Credo che si debba riconoscere qualcosa al centro destra in questi anni, ed è quello di avere sempre difeso rigorosamente questa azienda, la sua natura pubblica. Ricordo che in otto anni non abbiamo avuto un solo sciopero delle organizzazioni sindacali contro l’amministrazione di centrodestra, questo perché evidentemente siamo riusciti ad operare sempre in sintonia e in maniera proficua. Se vogliamo affrontare una discussione seria sul futuro dell’azienda, saremo sempre disponibili anche con il nostro contributo di idee e di proposte. Se invece la vostra necessità è quella di cavalcare questa situazione per la ricerca spasmodica di un colpevole, vi dico che non state facendo un buon servizio alla città di Genova e se sul banco degli imputati volete mettere la gratuità che avete sempre rigorosamente in maniera compatta versato in questi anni, vi diciamo che su questo ci troverete fortemente contrari”.

Poi la stoccata: “Vi invito a moderare l’uso delle parole, perché le parole in una situazione di questo tipo con un’azienda così rilevante pesano come macigni. Voi avete detto che è stato aperto uno stato di crisi, questo ai sensi del codice dell’impresa è semplice semplicemente falso. Il collegio sindacale ha inviato una segnalazione per evitare l’apertura di uno stato di crisi; prima avete detto che i conti erano in ordine poi il vice sindaco Terrile, la scorsa settimana, ha dichiarato che il problema, e ha perfettamente ragione, non era da imputare alla gratuità perché i ricavi da tariffazione, e non nello specifico la gratuità, sappiamo che hanno hanno un’incidenza assolutamente marginale sui ricavi complessivi dell’azienda. Ieri dal comunicato della Sindaca e del Vicesindaco apprendiamo che il problema è la gratuità; si è parlato di uno squilibrio di dieci o quindici milioni che su un’azienda che ha un bilancio di duecentoquaranta milioni credo possa essere gestito e, consentitemi, in questi anni abbiamo gestito situazioni ben peggiori e lo abbiamo sempre fatto con discrezione e sobrietà. Oggi apprendiamo dalla sindaca che sarebbe uno squilibrio di diverse decine di milioni. Allora quando voi diffondete queste informazioni, dovete ricordarvi che dall’altro lato avete dei lavoratori; avete la città ma avete anche un sistema creditizio, Avete delle banche che ponderano esattamente quello che dite. Vi dico cercate di essere responsabili assumendo una postura istituzionale, finite la discarica le responsabilità che non ci sono in capo a chi ti ha preceduti e trovate le soluzioni che in un comparto come quello del trasporto pubblico sono assolutamente fisiologiche”.

A concludere poi è stata la sindaca Silvia Salis.

Senza mezzi termini, prima di addentrarsi nella questione Amt, la prima cittadina non ha mancato di rispedire al mittente le provocazioni: “Ringrazio il consigliere Piciocchi per avermi chiesto e averci chiesto di mantenere una postura istituzionale, quella che non ha lui alle 23 commentando le mie foto”.

Poi l’analisi: “Iniziamo dalla relazione ed è giusto secondo me parlare di date, di cifre, parlare di dati certi invece che di slogan, perché è vero è finita la campagna elettorale ora governiamo noi, non ho intenzione di ascoltare per cinque anni considerazioni su persone che sono venute perché hanno governato questa città dieci, quindi anni fa, parliamo dell’oggi, cioè sulla responsabilità di quello che troviamo Iniziamo in data 23 giugno 2025 il collegio sindacale di AMT nell’ambito dell’attività di vigilanza prevista dalla norma vigente ha rilevato elementi sintomatici di una situazione di crisi d’impresa e ha invitato formalmente il consiglio d’amministrazione a predisporre entro e non oltre trenta giorni un piano di interventi idonei ad affrontare tempestivamente la situazione di crisi in atto la comunicazione del collegio sindacale è circostanziata e affronta una serie di criticità economica e finanziarie che erano da tempo note all’azienda e agli uffici del Comune Proprio la direzione partecipata del Comune di Genova il 14 marzo di quest’anno scriveva l’azienda AMT al sindaco reggente e agli assessori competenti, ritenendo irricevibili le relazioni previsionale aziendale 2025-2027 perché è fondata su entrate solo ipotizzabili e su fondi pubblici che non trovavano riscontro nella contabilità degli enti nonostante questa comunicazione alla precedente Giunta preferito fare finta di nulla gravando la crisi di AMT i numeri hanno già a disposizione ad inizio del 2025 quando si potevano creare le somme sull’andamento della nuova politica tariffaria una politica che secondo l’ultima relazione per previsionale aziendale 2024 2026 elaborata da AMT e approvata dagli uffici del Comune di Genova nel 2024 avrebbe dovuto contribuire ad aumentare l’utenza e sviluppare i ricavi”

La sindaca ha proseguito: “La previsione dei ricavi da bigliettazione e abbonamenti era di 70 milioni di Euro per il 2024 di 73,5 milioni di Euro per il 2025 Il consuntivo del 2024 ha chiuso a 56,2 milioni. 13,8 milioni sotto il preventivato. A gennaio 2025 era già chiaro che la nuova politica tariffaria aveva fallito. I dati dei primi quattro mesi 2025 hanno ancora aggravato la situazione. I ricavi da titolo di viaggio si sono fermati a 16,7 milioni,  registrando un calo sensibile rispetto allo stesso periodo del 2023 e del 2024 se proiettiamo il dato sulla fine dell’anno 2025 si ipotizzano ricavi da titoli di viaggio per 50,7 milioni con un calo sul preventivato di 22,8 milioni nel biennio 2024 - 2025 la differenza tra i ricavi incassati e quelli stimati dalla previsione aziendale sarebbe di 36,6 milioni di euro oggi tocca a questa giunta riparare i danni del centrodestra tocca la coalizione progressista a rimettere in sesto AMT sulla base di tre principi. L’azienda rimarrà pubblica non saranno i lavoratori a pagare il conto. AMT dovrà garantire un servizio pubblico di di qualità nei bacini urbano ed extraurbano Abbiamo già calendarizzato incontri con l’azienda e sindacati per individuare le soluzioni percorribili che dipenderanno anche dall’entità dello squilibrio economico per accertare il quale affideremo ad una società di revisione indipendente l’incarico di effettuare una diligenze dopo anni di favole sui conti AMT questo è il momento dell’impegno del Comune della trasparenza della verità e ci ha portato fin qui non ci faccia la lezione ha portato sull’orlo della crisi l’azienda di trasporto dei genovesi, mettendo a rischio utenti e lavoratori. Noi non ci sottrarremmo al compito all’impegno che ci aspetta siamo al lavoro per trovare una soluzione Insieme a istituzioni e tutti i soggetti coinvolti”.

A chiarire ulteriormente la questione è intervenuto anche il vicesindaco Terrile:Sulla previsione degli incassi a titoli di viaggio, abbiamo circa 36 milioni di differenza. Questo di per sé non dice che c'è un buco da 36 milioni, però rispetto alla previsione ci mancano 36 milioni. L'impressione che abbiamo noi è che, oltre alla mancanza di questi introiti, sono aumentati i costi, come quasi tutte le aziende tra il 2024 e il 2025 sono aumentati i costi, in senso che sono aumentati oltre il costo del lavoro, anche il costo delle materie prime, delle manutenzioni e quindi l'impressione è che il fabbisogno che ha AMT è vicino a quelle cifre. Noi i numeri più precisi non li abbiamo perché abbiamo dei dati trimestrali che sembrerebbero molto migliori, però se fossero migliori non ci sarebbe l'assegnazione delle cifre sindacali”.

Abbiamo una situazione trimestrale che non indica questo deficit - prosegue Terrile - però se tutto fosse così semplice allora l'assegnazione dei revisori non avrebbe avuto senso, invece l'assegnazione dei revisori parla di un problema anche di liquidità. Però è molto complicato capire i numeri precisi, abbiamo fatto un calcolo sui ricavi, questo calcolo sui ricavi è dato da una previsione fatta da AMT nel 2024 e da un costruttivo che sul 2024 è definitivo, cioè se i biglietti sono stati venduti o non sono stati venduti. Nel 2024 ci sono 14 milioni di differenza, sul 2025 abbiamo un dato di primi 4 mesi che se lo moltiplichiamo per 3 e tra l'altro è anche una previsione ottimistica moltiplicarlo per 3 perché nel secondo quadrimestre è un quadrimestre in cui c'è l'estate dove si vendono meno biglietti che nel resto dell'anno, quindi se lo moltiplichiamo per 3 arriviamo a circa 50 milioni. Il vero tema è che l'azienda ha sempre immaginato che a un certo punto ci fosse un'impennata di vinte dei biglietti, questa impennata non c'è stata nel 2024, non c'è stata nel primo mese del 2025 e questo probabilmente è uno degli elementi che posti alla base del collegio sindacale per segnalare il fatto che va cambiato qualcosa. La politica da rifare non è l'unica leva, nel senso che anche se ci fossero stati tutti questi incassi sarebbe stato certamente meglio, però ci sono altre questioni perché ci sono ancora i dodici milioni e mezzo con cui si è chiuso il bilancio nel 2023 per cui il comune addirittura ha contratto 14 milioni in attesa che si sblocchi una questione tra ministero e regione. C'è il tema dei venti milioni sempre per la qualità dell'aria da usare per il 2024, anche su quello al momento siamo in attesa di un decreto ministeriale. Poi c'è il tema della cessione dei crediti dove c'è un'ipotesi di cessione che potrebbe portare a liquidità, però sono tutte questioni ipotetiche che al momento a parere dei revisori non sono verificate e neppure verificabili a breve e che quindi impongono un piano che attendiamo da parte dell'azienda per capire come si ritornerà all'equilibrio. Poi è logico che l'equilibrio non è fatto ai biglietti perché l'azienda sta in piedi, sostanzialmente su tre gambe, cioè sui contributi pubblici del servizio pubblico erogato da città metropolitana con i fondi che sono comunali, regionali, con i biglietti e con contribuzioni pubbliche diverse come queste sulla qualità dell’aria".

Terrile sottolinea ancora: “Bisogna fare attenzione all'uso delle parole. Se la domanda è: esiste una procedura di crisi attivata per il sub tribunale di Genova, la risposta è no, però esiste una comunicazione formale prevista dal codice della crisi che è il primo atto di una probabile crisi.

Sono i revisori dei conti nominati dall'ex giunta Bucci-Picciocchi che a un certo punto hanno deciso che la situazione era talmente drammatica da avviare una comunicazione formale. Aspettiamo il piano, abbiamo già in calendario alcune riunioni sia con i sindacati che con l'azienda e cerchiamo di capire qual è effettivamente il fabbisogno per evitare il primo problema che è la carenza di liquidità”.


 

Isabella Rizzitano

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