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Scuola e formazione | 17 giugno 2025, 17:07

Barriera di Milano fa quadrato sull'istruzione: "Contro accorpamenti e scuole ghetto" [FOTO]

Docenti da sei istituti di una delle aree più complesse della Città riuniti in presidio sotto l'ente provinciale: "Non togliamo ai ragazzi questo diritto"

Barriera di Milano fa quadrato sull'istruzione: "Contro accorpamenti e scuole ghetto" [FOTO]

Barriera di Milano fa quadrato sull'istruzione. Contro gli accorpamenti, contro il depauperamento educativo delle periferie, contro le classi pollaio. 

Ne è un esempio il caso del Bodoni-Paravia. La scuola di via Paganini ha più di 1.600 studenti e 370 insegnanti. Una "scuola mostro", così viene definita in un cartello, che ora teme la scure dell'accorpamento. La Regione ne prevede 24 nel prossimo triennio. E il pensiero che possa riguardare la fragile periferia di Torino ha portato oggi a manifestare in presidio diverse decine di docenti, riuniti davanti alla sede della Città Metropolitana di Corso Inghilterra. Non solo il Bodoni-Paravia, ma anche il Beccari, il Birago, lo Steiner, il Peano e lo Zerboni

C'è qualche bandiera dei sindacati. Dalla Cgil, agli autonomi di Cobas e Usb. Ma, tengono a sottolineare, la lotta è trasversale tra i sindacati e riguarda tutti. Ai piani alti sono saliti un rappresentante sindacale per ogni istituto. Hanno incontrato la consigliera Caterina Greco e il vicesindaco metropolitano, Jacopo Suppo.

Le azioni che verranno portate avanti riguardano una istruttoria da presentare in Regione che, con numeri alla mano, possa evitare le riorganizzazioni didattiche si quest'area di Torino Nord già fortemente penalizzata. 

Un documento che esprimerà contrarietà contro gli accorpamenti che non siano stati validati dagli organi collegiali. Ma per i docenti riuniti oggi, questo non è sufficiente. 

"La nostra lotta continuerà - commenta Daniele De Luca, docente dello Steiner - contro qualsiasi ente voglia portare avanti quest'operazione. Oggi cominciamo un percorso che potrà portare a una lotta unita tutti gli istituti di Torino." 

Un dimensionamento che viene giustificato dal nuovo piano della Regione e che riguarda il calo demografico in atto. 

"Un processo che si sta affrettando troppo rispetto al presente che viviamo tutti i giorni - è quanto sostiene Mariateresa Serranó, insegnante al Bodoni. - Non capiamo questa fretta di portare avanti queste azioni.

"Barriera - continua - viene paragonata a un'area montana (in spopolamento ndr). Mentre parliamo di un territorio che è l'ultimo che devi toccare sull'istruzione perché rappresenta una bomba sociale. Se togli ai ragazzi questo diritto è la fine". 

Per molti dei presenti il calo demografico può essere in un certo senso una soluzione per migliorare la qualità didattica, evitando classi popolate da troppi alunni, senza la necessità di realizzare "scuole-ghetto", o "super scuole", come sono state definite. 

"Il danno portato sarebbe elevatissimo in termini sociali viste le aree che verrebbero toccate - afferma Davide Pazienza, docente del Peano -. Queste misure riguardano non solo la periferia Nord, ma anche quella Sud. Il danno ricade su quel tessuto sociale che è più bisognoso di attenzione e solidarietà. La scuola è il primo luogo dove vivere e combattere per questi valori."

Gli accorpamenti, infine, per i docenti riuniti in presidio, non sono giustificati da risparmi economici. 

"Il calcolo così come è stato calcolato è irrisorio - conclude De Luca - il vero motivo che sta dietro queste politiche è una generale tendenza verso una gestione autoritaria degli enti pubblici.

Ora il tavolo è ufficialmente aperto. I prossimi step riguardano la presentazione di relazioni dettagliate per ogni istituto, per rafforzare l'istruttoria che permetterà di passare al livello successivo: quella regionale. 

Daniele Caponnetto

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