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Basket | 17 giugno 2025, 22:18

In alto stat Virtus. Lo scudetto del basket è bianconero, la dedica è per Achille

Vu Nere senza pietà su Brescia: la serie finale finisce 3-0 con una gara 3 a senso unico. Per Bologna è il 17° titolo italiano ed il primo pensiero di tutti è andato a Polonara e alla sua battaglia contro la malattia: «Questa vittoria è per lui» ha detto capitan Belinelli vestito della maglia numero "33". Ora i compagni gli porteranno la coppa, come da promessa

In alto stat Virtus. Lo scudetto del basket è bianconero, la dedica è per Achille

In alto stat Virtus: è la nobile Bologna la campionessa 2024/2025 della pallacanestro italiana.

Vu Nere senza pietà su Brescia: la serie di finale finisce 3-0. È il 17° scudetto cucito sulla maglia, quattro anni dopo l’ultimo conquistato.

È la vittoria della squadra che ha saputo navigare le proprie tempeste (non sono mancate), trovando infine la strada della continuità; è la vittoria dei grandi “vecchi” del basket italiano, da Hackett a Belinelli passando per l’MVP delle Finals, quel concentrato di classe e potenza che risponde al nome di Tornik'e Shengelia (extraterrestre anche stavolta a 31 punti); è la vittoria di Dusko Ivanovic, molto di più di quel ghigno da cattivo dei cartoni animati in panchina: si tratta di un vincente, sic et simpliciter.

Ma se il successo va davvero “assegnato” a qualcuno, questo qualcuno è - per tutta l’Italia del basket - Achille Polonara. L’ala anche ex biancorossa che sta lottando contro la leucemia mieloide, due anni dopo aver sconfitto un tumore ai testicoli, era nel cuore di tutti anche questa sera a Brescia. Nel cuore della società, che fin dalla mattinata gli ha dedicato la grafica del “game day”, in quello dei tifosi (e non solo dei supporter bianconeri), in quello dei compagni, che lo hanno ricordato prima e dopo il match, con una maglietta con inciso il suo nome.

Ora gli porteranno la coppa, promessa dei giorni scorsi, nell’ospedale dove si giocherà la partita più importante. Il “Beli”, al terzo scudetto, chissà se l’ultimo, è stato il primo a dirlo davanti ai microfoni, appena vestito del "33": «Questa vittoria è per lui».

Sul campo gara 3 (74-96) è stata la tappa più semplice del cammino per la Virtus: la Brescia che aveva messo in mostra l’ardire di resistere sul piano fisico a cotanto avversario, mettendo al contempo in mostra la piacevolezza di un gioco vario e concreto, si è - purtroppo per l’equilibrio - fermata alla fine di gara 1 e all’infortunio di Maurice Ndour. Nella serata casalinga più importante della stagione la Germani si è ritrovata fiacca, cotta, rassegnata, colpita: quasi normale allora vedere prof Shengelia e soci addirittura a +22 già alla fine del primo tempo. Come in gara 2 a far malissimo ai padroni di casa i rimbalzi d’attacco. Ma non solo...

No game al PalaLeonessa.

Per i lombardi deve restare l’orgoglio di una stagione appassionante e sopra qualsivoglia previsione della vigilia, la cui ciliegina sulla torta è stato questo sogno scudetto vissuto da magnifica “intrusa” dei pronostici, bello anche solo da cullare. Ora ce n’è un altro di sogno, ovvero provare a rimanere ai piani alti: rimarrà Peppe Poeta e con ogni probabilità rimarrà anche il “nostro” Giancarlo Ferrero, ininfluente in campo ma considerato indispensabile in allenamento e nello spogliatoio.

F. Gan.

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