È ufficialmente partito questa mattina, mercoledì 11 giugno, il nuovo Osservatorio regionale sulle Periferie, con l'insediamento e la prima riunione ospitati nella sede della Prefettura di Torino.
Un incontro che ha segnato l’avvio di un organismo interistituzionale destinato a diventare un punto di riferimento per le politiche urbane dedicate alle zone più fragili della città.
Il progetto "Oltre le Periferie"
Al centro del lavoro dell’Osservatorio c’è il progetto "Oltre le Periferie", un piano d’intervento articolato che punta a trasformare i quartieri più fragili in spazi di sicurezza, inclusione e opportunità. Il programma mira a coinvolgere una vasta rete di soggetti: la Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Comune, enti del terzo settore, agenzie educative, forze dell’ordine, università, fondazioni bancarie e categorie economiche e sociali.
Sicurezza e legalità al centro
Il primo ambito di intervento riguarderà uno dei temi più interessati dalle grandi città: la sicurezza e la legalità. Il piano prevede un rafforzamento della presenza delle forze di polizia sul territorio, anche attraverso interventi ad "Alto Impatto" e attività di prossimità.
Verranno installate nuove telecamere nei punti più critici – individuati insieme ai comitati di quartiere e circoscrizioni– e sarà potenziata l’illuminazione pubblica con lampioni a LED in grado di rilevare il movimento, con l’obiettivo di ridurre le situazioni di insicurezza percepita e reale.
Il tema della rigenerazione urbana
Il secondo asse sarà dedicato al tema della rigenerazione urbana. Gli edifici abbandonati verranno recuperati e trasformati in spazi per laboratori creativi, associazioni e forme di housing temporaneo. Sarà inoltre valorizzato l’arredo urbano attraverso la partecipazione di artisti e residenti nella realizzazione di murales, orti condivisi, panchine e giardini pubblici. La manutenzione di marciapiedi, strade e aree verdi sarà invece affidata a cooperative sociali.
Inclusione e coesione sociale
Il terzo ambito punterà invece a rafforzare l’inclusione e la coesione sociale. Saranno infatti attivati sportelli multilingue nei centri civici e nelle scuole per favorire la mediazione culturale e facilitare l’integrazione. L'iniziativa intende lavorare anche sul recupero e reinserimento delle persone con dipendenze, in collaborazione con le comunità locali e la polizia, e saranno promossi progetti scolastici e giovanili per contrastare le devianze e offrire spazi di cittadinanza attiva. Previsti anche eventi culturali stagionali, con musica, cibo e attività per stimolare la partecipazione della popolazione.
Rilancio dell'economia sociale
Il quarto fronte d’azione sarà rappresentato dal rilancio dell’economia locale e dell’occupazione. Il piano prevede corsi di lingua e cittadinanza per adulti stranieri, incubatori per microimprese, opportunità formative per i giovani e la riqualificazione dei mercati rionali, anche attraverso il sostegno delle fondazioni bancarie torinesi. L’obiettivo sarà di creare occasioni concrete di inserimento lavorativo, valorizzando allo stesso tempo le produzioni artigianali e locali.
Infine, il progetto dedicherà grande attenzione alla governance e alla partecipazione. Saranno istituiti tavoli di lavoro a livello circoscrizionale, dove cittadini, associazioni, commercianti e istituzioni si confronteranno periodicamente sullo stato di avanzamento degli interventi.
I commenti delle istituzioni
"L'obiettivo di questa iniziativa è quello di proseguire il decreto Caivano, sviluppando sulle periferie un intervento complessivo di iniziative per migliorare, per esempio, la sicurezza o favorire il contrasto al degrado urbano – ha spiegato il Prefetto di Torino, Donato Cafagna – Un'iniziativa che vedrà i cittadini collaborare con le istituzioni. Nei prossimi giorni attiveremo i primi quattro tavoli di lavoro per organizzare i primi interventi, che partiranno su Torino".
"La presenza della Regione implicherà un nostro impegno concreto, impegno già dimostrato con la creazione della figura del tutor socio-sanitario, ma anche attraverso leggi come quella contro i ras delle soffitte – ha sottolineato l'assessore regionale alle Politiche Sociali, Maurizio Marrone – Uno degli aspetti più interessanti del modello Caivano riguarda i centri giovanili, che sono la vera chance di vita che dobbiamo dare alle nuove generazioni, che per ragioni di reddito vedono escluse alcune porte. Non possono essere lo spaccio o il centro sociale le soluzioni".
"Torino sta lavorando a tutto tondo sui quartieri più problematici, in particolar modo sull'area nord della città, a cui andranno quasi 26 milioni dei fondi del PonMetro – ha commentato l'assessora comunale all'Istruzione, Giovani e Periferie, Carlotta Salerno – Un lavoro importante dell'osservatorio riguarderà proprio i giovani, investendo sulla prevenzione per contrastare tossicodipendenza o criminalità e per incentivare lo studio. Dobbiamo permettere a tutti di poter creare un'aggregazione positiva, il focus del nostro lavoro andrà proprio in questa direzione".
Le tre fasi del piano periferie
Il piano si svilupperà in tre fasi: i primi sei mesi saranno dedicati alla sicurezza, alla progettazione e agli incontri pubblici; nei successivi dodici partiranno gli interventi concreti sul territorio, gli eventi e l’attivazione degli spazi. Infine, dal diciottesimo mese in poi, si procederà alla valutazione dei risultati e al consolidamento delle azioni più efficaci.
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