Il Nazionale

Cronaca | 06 giugno 2025, 06:03

"Non aveva messo la freccia": la versione del fidanzato di Samanta al processo per omicidio stradale

Secondo il giovane alla guida della Golf, la Citroen sterzò all’improvviso senza segnalare la manovra. La difesa insiste: "Linea tratteggiata e freccia attivata". Prossima udienza il 12 settembre

"Non aveva messo la freccia": la versione del fidanzato di Samanta al processo per omicidio stradale

Aveva messo la freccia e su quella strada c’era la linea tratteggiata. È questa la versione fornita da tutti i testimoni chiamati in aula dalla difesa di G.P., il conducente della Citroen che il 18 luglio 2021 rimase coinvolto in un sinistro mortale a Bagnolo Piemonte. L’uomo, a processo di fronte al tribunale di Cuneo, deve rispondere di omicidio stradale. 

A perdere la vita fu la  giovane Samanta Pascuzzi che, a bordo di una Golf GTI guidata dal fidanzata, sedeva sul lato passeggero. Quel giorno, i ragazzi stavano "facendo strada" ad alcuni amici per andare a festeggiare un compleanno quando su via Cave, la provinciale che collega Bagnolo a Montalo, all’altezza di Villar, dopo una curva, la Golf fece una serie di sorpassi su linea continua e improvvisamente la Citroen, che procedeva davanti, avrebbe sterzato a sinistra centrando in pieno l’auto dei fidanzati. "Non aveva la freccia” ha assicurato il conducente della Golf.  "Non so dire se la striscia fosse tratteggiata in quel punto, quando ho sorpassato guardavo avanti”. 

L’impatto fu molto violento e la Golf finì contro un pilastro di cemento. Dietro all’auto guidata dal ventiduenne, che ha già definito la sua posizione processuale, c’era il suo migliore amico che viaggiava su una Fiat con il fratello, un amico ed un’amica. Come spiegato dai giovani, sembrerebbe che la manovra effettuata da G.P. fosse stata improvvisa e dovuta ad un’inversione di marcia. 

Tutti i ragazzi ascoltati hanno assicurato che l’uomo non avesse messo la freccia direzionale e che su quella strada fosse presente la striscia continua, tratteggiata solo in corrispondenza degli ingressi ad alcuni stabilimenti industriali. Stando a  quanto emerso,  sembrerebbe che la Citroen volesse entrare nell’area di una ditta per poter effettuare un’inversione di marcia, ma come spiegato da un maresciallo chiamato a testimoniare, “sulla destra c’era un piazzale, dove sarebbe stato più agevole fare manovra”.  

Anche l’imputato, come emerso nell’ultima udienza, stava facendo strada ad una coppia di vicini di casa, che viaggiavano su un’auto dietro la sua. I passeggeri che viaggiavano con lui in auto e gli amici che seguivano la sua Citroen hanno tutti assicurato che, in realtà, G.P. la freccia direzionale l’avesse messa. “Viaggiavamo ad una velocità bassissima - aveva spiegato uno dei testimoni chiamati dalla difesa-. Quando si è accorto di aver sbagliato e ha visto che c’era lo spazio per girare a sinistra G.P. ha rallentato, messo la freccia per svoltare e guardato lo specchietto. La linea era tratteggiata”. 

In aula, poi, è stato ascoltato anche il maresciallo dei Carabinieri che aveva ricostruito il sinistro. Nella sua deposizione, il militare ha riferito che la strada dove venne effettuata la manovra di G.P. presentasse la linea tratteggiata. Ancora, è stato poi visionato il filmato girato da un altro maresciallo al momento del sinistro. Le immagini, oltre a ritrarre la Golf distrutta, riprendono la strada sia da una direzione che dall’altra. “É presente la linea tratteggiata?” -ha domandato la difesa dell’imputato - “Sì” ha riposto il maresciallo.  

Il 12 settembre prossimo, si ascolteranno i consulenti. 

CharB.

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