Il Nazionale

Cronaca | 06 giugno 2025, 14:43

Savigliano, in quell’alloggio di via Trento il dramma di una famiglia già segnata dal dolore

L’ipotesi di un omicidio-suicidio è sul tavolo, ma non è l’unica. Madre e figlio visti insieme martedì. Una vicina: “Se fosse successo di notte saremmo saltati tutti in aria”

Savigliano, in quell’alloggio  di via Trento il dramma di  una famiglia già segnata dal dolore

Non c’erano più, stamattina, verso le 10, i lampeggianti delle vetture dei carabinieri, i mezzi dei vigili del fuoco e le ambulanze che ieri sera affollavano il piccolo piazzale davanti alla palazzina di via Trento, a Savigliano, dove, ieri sera, attorno alle 20, è scattato l’allarme per una fuga di gas.

L’odore proveniva da un appartamento al terzo piano, segnalato dal dirimpettaio mentre rientrava a casa. Salendo le scale, il tanfo era diventato sempre più intenso, insostenibile.

È partito così l’allarme al 112. I vigili del fuoco sono intervenuti con urgenza e, una volta forzata la porta, hanno fatto la drammatica scoperta: un uomo a terra, ormai privo di vita, probabilmente in cucina, vicino ai fornelli con il gas aperto. In un’altra stanza, il corpo senza vita di una donna anziana.

Questa mattina sono stati resi noti i nomi: Domenico Mana, 40 anni, e Rosanna Asteggiano, 72. Madre e figlio. Le cause della morte verranno accertate solo con le indagini e l’autopsia, ma potrebbero volerci mesi per avere risposte definitive.

L’ipotesi di un omicidio-suicidio è sul tavolo, ma non è l’unica. La donna potrebbe anche essere morta per cause naturali. Il figlio, di fronte al dolore e alla solitudine, avrebbe potuto decidere di farla finita. Tutte ipotesi che si spera possano trovare risposte dall'indagine sui corpi.

Di certo c’è che è una tragedia della disperazione, all’interno di una famiglia a cui la vita non ha risparmiato niente. Il padre, dipendente presso la Cassa di Risparmio di Savigliano, è morto una ventina d’anni fa. Il fratello maggiore di Domenico si è tolto la vita nel 2019, aprendo il gas.

Da allora Domenico si era dedicato completamente alla madre, che negli ultimi anni aveva problemi di salute. Lavorava in modo saltuario, viveva accanto a lei, si occupava della casa e della spesa.

Hanno preso un caffè insieme, madre e figlio, martedì mattina, in un bar di piazza Schiaparelli, a poche centinaia di metri di distanza. “Lui veniva spesso - ci dice la titolare. Qualche volta anche con la madre, ma non spesso, perché lei non stava bene"..

Mercoledì una vicina lo ha incrociato mentre tornava con le borse della spesa. Poi, il silenzio.

“Se fosse successo di notte, forse saremmo saltati tutti in aria”, ci dice, visibilmente provata. 

Stamattina, davanti alla casa, la finestra sigillata con i nastri è tutto ciò che resta visibile dalla strada di quella che è stata una tragedia silenziosa. 

L'appartamento è sotto sequestro.

Sul posto, arriva anche un amico di Domenico. Piange. Non vuole crederci. “Abbiamo vissuto insieme a Londra, anni fa… Ha fatto come suo fratello”, sussurra prima di allontanarsi.
 

Barbara Simonelli

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