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Politica | 05 giugno 2025, 12:04

La sfida dei referendum, si torna al voto per decidere su lavoro e cittadinanza: “Quello che uscirà dalle urne può cambiare il Paese”

Focus sui cinque quesiti che gli elettori troveranno alle urne tra domenica e lunedì. Oggi pomeriggio l’evento Cigil per chiudere la campagna con giornalisti, ex operai e sindacalisti

La sfida dei referendum, si torna al voto per decidere su lavoro e cittadinanza: “Quello che uscirà dalle urne può cambiare il Paese”

Smaltita la sbornia delle comunali, gli elettori saranno chiamati nuovamente alle urne domenica 8 (dalle 7 alle 23) e lunedì 9 (dalle 7 alle 15) per votare ai referendum abrogativi in tema di lavoro, sicurezza e cittadinanza. Quattro quesiti (quelli relativi al lavoro) sono promossi dalla Cgil, mentre il quinto (per velocizzare la concessione della cittadinanza) è a firma di +Europa.

Il primo quesito (scheda verde) chiede l’abrogazione di una delle norme del Jobs Act che regolano le tutele per i lavoratori in caso di licenziamento illegittimo per chi è stato assunto dopo il 7 marzo del 2015 in aziende con più di 15 addetti.
Il secondo (scheda arancione) chiede l’abolizione delle norme che fissano a sei mensilità il tetto dell’indennizzo in caso di licenziamento illegittimo di lavoratori di imprese con meno di 15 dipendenti e di 14 mensilità per i lavoratori di imprese con oltre 60 dipendenti, a condizione che siano suddivise in unità produttive con un massimo di 15 addetti ciascuna.
Sempre in tema lavoro, il terzo quesito (scheda grigia) chiede l’abrogazione del decreto che disciplina la durata dei contratti a termine senza causali fino a 12 mesi. La legge attuale consente alle aziende di assumere con contratto a tempo determinato fino a 24 mesi, ma la motivazione è necessaria solamente oltre i 12 mesi.
Il quarto (scheda rossa) riguarda la sicurezza sul lavoro nel settore degli appalti. Il quesito chiede di ripristinare la responsabilità solidale della ditta committente anche per gli infortuni sul lavoro occorsi a dipendenti delle aziende appaltatrici o subappaltatrici, oggi limitata ai soli rischi specifici dell'attività.
Infine il quinto (scheda gialla) riguarda le procedure per ottenere la cittadinanza italiana da parte di extracomunitari maggiorenni. Si chiede di abrogare l’articolo che fissa in dieci anni il periodo minimo di residenza in Italia per gli stranieri extracomunitari che intendano chiedere la cittadinanza italiana, così da consentire al legislatore di ridurre tale termine.

Una chiamata alle urne che ha inevitabilmente diviso la politica nazionale, con il centrodestra che spinge per l’astensionismo in modo da non consentire il raggiungimento del quorum del 50%+1 dei votanti, e il centrosinistra che, per contro, spera di chiamare al voto un numero sufficiente di italiani tale da raggiungere il limite di legge.

Nel silenzio (non sempre innocente) di chi governa la politica e anche parte dell’informazione, la Cgil si sta preparando al gran finale con l’evento per la chiusura della campagna referendaria in programma oggi pomeriggio alle 16.45 al teatro Verdi di piazza Oriani 7, a Sestri Ponente. All’incontro parteciperanno Daniela Preziosi, giornalista del Domani, e  Andrea Fabiozzi, direttore del Manifesto, oltre a Igor Magni, segretario della Cgil Genova, e Fulvio Fammoni, presidente dell’assemblea generale della Cgil. Durante la serata, alle 18, sarà proiettato in anteprima nazionale il docufilm dal titolo “Amianto. Genova: storia di una lotta operaia” con introduzione a cura di Alessandro Rela (ex operaio e sindacalista Fiom), Livio Verdi (ex operaio e sindacalista Fiom) Marcello Zinola (giornalista), Ugo Roffi e Ludovica Schiaroli (registi), Ivano Bosco (segretario generale Spi Cgil Genova). La giornata, organizzata in collaborazione con lo Spi Cgil Genova, sarà condotta dalla giornalista Sara Tagliente.
Nei mesi scorsi la Cgil di Genova ha raccolto quasi 100 mila firme per poter presentare i quattro quesiti contro precarietà e licenziamenti facili e per maggiore sicurezza sul lavoro - dice Igor Magni, segretario generale della Camera del Lavoro di Genova - quello che chiediamo è di votare cinque sì: quattro per il lavoro e uno sulla cittadinanza. Il referendum è uno strumento potentissimo e quello che uscirà dalle urne può davvero cambiare le cose in questo Paese”.

Pietro Zampedroni

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