"Votiamo per la sanità pubblica" È questo lo slogan delle centinaia di piemontesi che questa mattina si sono messi in marcia, da piazza Solferino a via Alfieri a Torino, per chiedere a Palazzo Lascaris di poter votare il referendum regionale sulla sanità, che abroghi la legge del 2012 sulle sperimentazioni gestionali.
40 realtà
Una norma che permette alle Asl, con l'autorizzazione della Regione, di creare società con soggetti privati per gestire i servizi sanitari. A promuovere il corteo il "Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure" - che riunisce oltre 40 realtà a partire da CGIL Piemonte, Anao Assomed Piemonte e Ordine dei Medici Torino.
Dopo aver raccolto le 5mila firme necessaria per presentare la proposta, ora la decisione del via libera al referendum spetta a Palazzo Lascaris, nella seduta convocata questa mattina.
Abrogare la legge pro-privati
"Oggi il Consiglio Regionale - ha detto al microfono Giorgio Airaudo, segretario della CGIL Piemonte - ha la possibilità di dare il diritto ai cittadini di indire il referendum, in modo che i piemontesi possano esprimersi per chiedere la preminenza della sanità pubblica. Noi vogliamo votare".
L'obiettivo è abrogare la legge "che trasferisce il diritto ai privati, che ha dato pessimi risultati: basta vedere il caso dell'ospedale di Settimo, che la Regione ha dovuto riacquisire". La richiesta è che ora il Consiglio dia la possibilità di raccogliere 60 mila firme e votare nel 2026 il referendum per difendere la sanità pubblica.
"Solo il pubblico può curarsi degli interessi collettivi"
"Le persone - ha spiegato l'ex assessore comunale Eleonora Artesio - sanno di avere un diritto individuale di tutela della salute, che corrisponde ad un diritto collettivo. Stare bene ed essere curati quando siamo malati è un nostro bisogno, ma è anche interesse di tutti. Solo il pubblico può curarsi degli interessi collettivi, solo pubblico non può tollerare ma deve contrastare ogni tipo di disuguaglianza".
L'assessore regionale Gian Luca Vignale è sceso e ha incontrato i manifestanti per comunicare che una delegazione verrà ricevuta.
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