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Politica | 03 giugno 2025, 23:39

A DiMartedì Silvia Salis lancia il laboratorio progressista locale verso la sfida nazionale: “Io sfidante di Meloni? Mi aspettano cinque anni a Genova”

Ospite su La7, la neo-sindaca non nasconde la sua visione di un campo largo che, se unito, può battere la destra non solo alle comunali: “La destra ha una classe dirigente inferiore rispetto alla nostra”

A DiMartedì Silvia Salis lancia il laboratorio progressista locale verso la sfida nazionale: “Io sfidante di Meloni? Mi aspettano cinque anni a Genova”

Che Silvia Salis stia incuriosendo anche il panorama politico nazionale (e non solo) è ormai cosa nota. Lo testimoniano le continue interviste sui principali media italiani, ma anche l’attenzione destata oltre confine per la sindaca capace di strappare al centrodestra la sesta città d’Italia, alla guida di un campo largo mai così ampio e mai così unito.
Analisti e cronisti se lo sono chiesto per l’intera campagna elettorale locale: Genova può essere un laboratorio per i progressisti italiani? Il modello è replicabile anche su scala nazionale?

Nell’attesa che il tempo dia le risposte, Salis fa le prime prove di respiro nazionale davanti alle telecamere di La7, a DiMartedì. Era già stata ospite di Giovanni Floris in collegamento la settimana scorsa, ma questa sera ha fatto il proprio esordio in studio, a Roma.
Quando Floris le chiede se si sente già la sfidante di Giorgia Meloni, lei risponde senza esitazione: “Mi aspettano cinque anni a Genova”. Poi mette a disposizione del confronto nazionale i temi tanto cari alla sua narrazione cittadina, da una destra che perde perché “ha una classe dirigente inferiore rispetto alla sinistra” (“anche a livello nazionale”, tiene a specificare la neo-sindaca) a una destra che la colpisce perché “appiattita sui temi per conservare il potere”.



Salis si definisce senza esitazione “di sinistra” e “progressista” e non si sottrae al dibattito nazionale parlando di un’Italia “stanca perché ha bisogno di contenuto oltre il tono”. “In un primo momento chi propone toni forti attrae l’attenzione - ha aggiunto - ma fatalmente il governo si è dovuto spostare al centro perché certe posizioni non sono realistiche per governare il Paese”.
E, in risposta a un Floris che le ricorda che il centrosinistra vince quando trova la sintesi su una figura che rappresenti l’alleanza in pieno, chiude con una ricetta per portare il suo modello anche al di fuori di Genova: “Quando la persona si trova, il campo progressista si unisce, in Italia si vince”.

Pietro Zampedroni

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