Il Nazionale

Cronaca | 03 giugno 2025, 15:56

Raffica di furti in Val Bormida, in un’abitazione spariti gioielli per 140mila euro

Carabinieri sgominano banda composta da tre uomini e una donna, tutti residenti in provincia di Cuneo

Raffica di furti in Val Bormida, in un’abitazione spariti gioielli per 140mila euro

Ha portato a quattro denunce in stato di libertà, la lunga e articolata indagine condotta dai carabinieri di Carcare supportati dall'Aliquota Operativa del comando cairese e dei militari delle Stazioni di Millesimo, Cengio e Altare, avviata alla fine del 2024 per individuare i responsabili di una serie di furti in abitazione avvenuti tra la Liguria e il Piemonte.

A essere individuata quale presunta responsabile dei colpi, una banda ben organizzata, composta da tre uomini e una donna, tutti residenti in provincia di Cuneo. I quattro, secondo l'accusa, avrebbero agito in concorso, con ruoli pianificati e distribuiti in modo preciso: chi metteva a disposizione i mezzi, chi effettuava i sopralluoghi e chi eseguiva materialmente le effrazioni e l’asportazione dei beni.

Gli episodi ricostruiti e documentati sono nove, tra colpi riusciti e tentativi falliti, avvenuti in località come Carcare, Cosseria, Roccavignale, Cairo Montenotte, Altare e Neive, per lo più in orario diurno, approfittando dell’assenza dei proprietari. Il modus operandi si è rivelato sempre identico: dopo un’accurata ricognizione, i ladri forzavano porte o finestre e in pochi minuti si impossessavano di contanti, oro, orologi, profumi e oggetti di valore facilmente trasportabili. In alcune abitazioni hanno anche cercato di scassinare le casseforti, ma senza successo.

I bottini sono stati spesso ingenti: in una casa del Cuneese sono stati sottratti gioielli per un valore stimato di 140.000 euro, mentre in un’abitazione di Carcare il furto ha fruttato circa 5.000 euro in preziosi. Il danno economico complessivo, relativo solo ai nove episodi accertati, supera i 160.000 euro.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Savona, hanno portato alla luce una struttura criminale ben articolata. La donna del gruppo, attualmente in regime di semilibertà per una condanna precedente, era intestataria dell’auto e del motociclo utilizzati per i colpi. I mezzi, entrambi dotati di targhe clonate per eludere eventuali controlli, venivano messi a disposizione dei complici incaricati delle incursioni.

Dettagli significativi sono emersi nel corso delle perquisizioni domiciliari. Presso l’abitazione del marito della donna è stato trovato un giubbotto smanicato, descritto da una delle vittime, e una parrucca utilizzata per sviare le indagini in caso di riprese da telecamere di sorveglianza. In due diverse perquisizioni, sono inoltre stati recuperati tre orologi, numerosi gioielli e altri beni per un valore complessivo di circa 10.000 euro, ritenuti provento di ulteriori furti e sequestrati. Tuttavia, nulla della refurtiva relativa ai nove episodi documentati nella zona della Val Bormida è stato ritrovato, poiché si presume sia già stato ricettato e disperso sul mercato nero.

Gli inquirenti hanno costruito un solido quadro indiziario attraverso un paziente lavoro investigativo, basato sull’analisi dei tabulati telefonici, le immagini della videosorveglianza pubblica e privata, le testimonianze raccolte e i riconoscimenti effettuati dalle vittime. Gli elementi raccolti hanno consentito di denunciare i quattro soggetti per furto aggravato in abitazione, in concorso e in forma continuata. Vista la reiterazione dei reati e la presenza di aggravanti, la pena prevista potrebbe superare i dieci anni di reclusione. Per i soggetti con precedenti penali, inoltre, si prospettano sanzioni ancora più severe.

L’operazione si è conclusa nei giorni scorsi con la denuncia in stato di libertà dell’ultimo indagato. Una parte della refurtiva recuperata è attualmente sottoposta a ulteriori verifiche per risalire ai legittimi proprietari. Un’indagine complessa, portata avanti con determinazione, che ha smantellato un sodalizio criminale sistematico e determinato.

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