Era il sabato pomeriggio del 3 novembre 2024 quando nel laboratorio di falegnameria di Vernante, in via Umberto primo, a pochi passi dal Municipio, venne trovato agonizzante Klaudio Myrtaj. Un colpo alla tempia destra con una pistola di calibro 22.
Quell’arma, assieme ad un’altra, era custodita in un cassetto nel laboratorio dell’artigiano con cui ogni tanto la vittima collaborava, un pensionato appassionato di bricolage.
Ma di quelle armi l'anziano artigiano non ne denunciò mai il possesso. E per questo comparirà di fronte al giudice per l’udienza preliminare Edmondo Pio del tribunale di Cuneo chiedendo un rito alternativo. L'imputazione riguarda una violazione della legge siul porto d'armi, la n. 110/1975.
Trentaquattrenne e di origine albanese, il giovane operaio si trovava in Italia da un paio di anni. Molto conosciuto nel paesino della Val Vermenagna, furono molte le voci che circolarono sulla sua morte.
Subito si era parlato di un omicidio e nessuna pista era stata esclusa. Nemmeno quella della droga o un omicidio dal movente passionale. Le autorità e la Procura hanno vagliato ogni singola ipotesi per riscoprire il movente che si sarebbe dietro alla morte di Klaudio Myrtaj. “Non è stato uno sparo da maestro”, erano state queste le uniche dichiarazioni rilasciate dal capo dell’ufficio della Procura di Cuneo.
Intanto, le indagini sono proseguite nel massimo riserbo. Nessuna ordinanza di arresto e fermo erano state emesse. Tra le chiacchiere di paese e la famiglia del giovane che chiede giustizia, intanto, sono trascorsi quasi due anni. E, ad oggi, l’unica risposta è che Klaudio avesse deciso di farla finita. Sarebbe stata la posizione in cui era stato trovato il corpo della vittima ad aver lasciato aperta l’ipotesi di un gesto anticonservativo.
Klaudio Myrtaj era stato trovato accasciato sul tavolo da lavoro del laboratorio e la testa distava solo 20cm dal muro di fianco sulla destra. Impossibile, quindi, che fosse stato sorpreso alle spalle da qualcuno che, nel caso, avrebbe dovuto compiere una manovra complicata per puntargli la pistola alla testa e premere il grilletto. Nessuna risposta e nessun movente dietro al gesto di Klaudio, un uomo ricordato da tutti come sorridente e a modo, oltre che un gran lavoratore.
Un’ipotesi che però la famiglia del giovane operaio respinge.
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