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Eventi | 24 maggio 2025, 13:11

Festival di Sanremo tra corsi, ricorsi e tribunali: parla Sergio Cerruti della Je "Andrò fino in fondo, sono pronto anche a chiedere i danni al Comune"

Il produttore che ha portato in tribunale l'affidamento della kermesse canora matuziana interviene al termine della lunga settimana e in attesa delle prossime scadenze

Festival di Sanremo tra corsi, ricorsi e tribunali: parla Sergio Cerruti della Je "Andrò fino in fondo, sono pronto anche a chiedere i danni al Comune"

“Se pensano che si vada verso la fine sbagliano. Se non ci sediamo attorno a un tavolo la vicenda non termina perché non sanno proprio come uscirne e, sia chiaro, io vigilerò su tutto anche sui subappalti”. Sono le parole di Sergio Cerruti, titolare della Just Entertainment, società che alcuni mesi fa ha fatto partire la serie di corsi e ricorsi tra Tar e Consiglio di Stato e che stanno tenendo sotto scasso le future edizioni del Festival di Sanremo.

In attesa delle decisioni dei due tribunali abbiamo ascoltato Cerruti per capire cosa pensa della situazione in atto e cosa potrà accadere nei prossimi mesi. Il tutto anche in funzione dell’incontro che il Sindaco Alessandro Mager e l’Assessore al Turismo Alessandro Sindoni hanno tenuto ieri con media locali, per parlarne, al termine della settimana iniziata con la consegna della manifestazione di interesse da parte della Rai al Comune matuziano.

“Peccato che il Sindaco non mi inviti mai. Fa le conferenze stampa sempre da solo” prosegue Cerruti. “Comunque ora aspettiamo la sentenza definitiva, ma mi spiace che ci si concentri sul fatto che il Festival rimanga o meno a Sanremo oppure che venga prodotto solo dalla Rai. Io ribadisco che, nonostante i miei ricorsi, non ho mai pensato di portarlo via dalla città dei fiori e non voglio certo risultare antipatico a chi vive a Sanremo. Ho letto che avrei l’intenzione di creare una cordata per prendere in mano il Festival. Potrebbe anche essere ma non dimentichiamo che chi lo produce non deve essere forzatamente una televisione. Io faccio il produttore e potrei anche organizzare una branchia del Festival, come ad esempio una serie di manifestazioni in città durante la kermesse canora”.

In molti sostengono che lei non abbiamo i requisiti per presentare una manifestazione di interesse come ha fatto la Rai: “Questo non è vero, io sono un produttore e potrei tranquillamente organizzarlo per poi farlo trasmettere da un qualsiasi broadcaster. I mezzi economici li ho e deve essere chiari che, chi organizza il Festival non deve forzatamente essere quello che lo trasmette. Come Checco Zalone direi ‘ma sono del mestiere questi’?”.

Cosa pensa delle ultime dichiarazioni emerse nei giorni scorsi: “Secondo me quello che oggi viene fuori è una verità che forse in pochi comprendono, ovvero che io e il Comune siamo dalla stessa parte mentre è andato in scena uno scontro che in realtà non c’è. Io penso che con le persone si debba dialogare ed io volevo solo dimostrare che, per 40 anni, il comune ha fatto qualcosa che non poteva fare (affidamento diretto alla Rai, ndr). Io volevo solo dire basta ed eliminare le zone ‘grigie’ del settore, chiedendo di far lavorare e campare tutti. Il Comune, negli ultimi 40 anni, ha venduto tutto e tutta la città alla Rai”.

Cosa succederà nel caso in cui i tribunali le diano ragione? “Se vincessi sicuramente le vecchie amministrazioni pagheranno per quanto fatto. Io non conosco il nuovo Sindaco e non ho nulla contro la sua persona ma, sinceramente, mi aspetto delle scuse perché, se il Comune prenderà più soldi lo dovrà a me. E se non vincerò l’impugnazione si andrà solo a creare un danno economico a Sanremo”. Cerruti poi pensa già al dopo sentenza: “E’ stata fatta una strategia di continuità con la vecchia giunta ed ora sto anche pensando di fare causa al Comune, ma anche di impugnare tutti i subappalti che verranno fatti. Questa cosa non finirà mai se non vengono fatte le cose per bene. Sicuramente se mi avessero convocato ne avremmo parlato, ma se il comune non lavora per i contenuti, i cantanti li avrà sempre contro. Io, comunque, mi sono sempre offerto per dare una mano”.

Cosa accadrà la prossima settimana? “Non mi esprimo sulla sentenza anche perché io ho idea di cosa potrà succedere, ma se pensano che io ci rimetta centinaia di migliaia di euro per le cause se lo scordano. Tutti hanno fatto quanto non potevano fare. La gara è stata fatta per la Rai includendo produttore e broadcaster, ma mi chiedono se può essere conveniente dividere le responsabilità tra le due entità. Nel mondo funziona in un altro modo e se la Rai rimarrà la sola in campo, il Comune avrà dei problemi”.

Cerruti parla anche di una nuova presa di posizione, nonostante la presentazione della manifestazione di interesse: “Si, a me risulta che la Rai abbia impugnato la gara per risparmiare il milione e mezzo in più messo sul tavolo dal Comune. Pensate che io avevo anche offerto una mia consulenza in merito per portare a Sanremo più soldi”.

E’ stato più volte detto che lei non avrebbe potuto fare ricorso perché non ha le caratteristiche per organizzare il Festival: “Io non le ho perché non faccio il broadcaster ma posso produrlo. Perché il soggetto non deve essere per forza lo stesso, visto che ci sono grossi gruppi che producono e altri che trasmettono”. Cerruti ne ha anche per la Warner: “Ha annunciato di non essere interessata alla presentazione della manifestazione di interesse e anche questo non va bene perché nessuno doveva intervenire fino alle 12.30 di lunedì scorso. E’ stata fatta una cosa all’italiana per dare il Festival alla Rai. E sul fatto che io non ho presentato la mia proposta posso solo dire che la gara non è scritta bene. Io potrei anche organizzarlo come produttore e poi mettermi d’accordo con un broadcaster, ma si vede che non ci sono i tempi e che la gara è fatta chiaramente per la Rai”.

Cosa succede la prossima settimana?Sul ricorso al Tar sono molto tranquillo, anche perché il giudice ha fatto durare l’udienza 12 minuti. Sicuramente dopo aver fatto male la gara non starò certo zitto perché mi sento preso in giro. Non hanno ancora chiaro come uscirne e, sia chiaro, io vigilerò su tutto anche sui subappalti. Alla fine di tutta la vicenda il Festival sarà l’unica cosa normale e ben affidata in Italia, ve lo assicuro. Ma il giorno che volessero parlare con me ne sarò felice, perché non hanno capito che non è una guerra tra me e loro visto che siamo dalla stessa parte”.

E termina con una ‘promessa’ specifica: “Se pensano che si vada verso la fine sbagliano. Se non ci sediamo attorno a un tavolo la vicenda non termina di certo”.

Carlo Alessi

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