È stata convocata dal presidente Emanuele Di Caro per venerdì 6 giugno l’assemblea di Cogesi, il Consorzio Gestore dei Servizi idrici integrati, per l’esame del bilancio consuntivo 2024 e per il rinnovo degli organi.
Quando mancano 15 giorni alla scadenza, i nodi da sciogliere restano ancora parecchi e di non poco conto, considerato che i volumi finanziari del Consorzio hanno raggiunto valori di decine e decine di milioni di euro.
Volendo provare a fare sintesi si possono riassumere a tre.
Il primo concerne il cosiddetto “valore residuo” da liquidare a Iren per la parte che riguarda Egea Acque. Un cifra importante, circa 70 milioni di euro, che dovrà essere versata – così è stato deliberato – entro il 30 giugno.
Il secondo, più direttamente connesso alla governance del Consorzio, è stabilire a chi spetti la designazione del nuovo Cda. Se si considera concluso il periodo transitorio, la nomina tocca ai soci. Se così invece non è, compete, ancora una volta, al presidente della Provincia.
Il terzo riguarda la futura gestione del “colosso dell’acqua” col riaffacciarsi di un’ipotesi pubblico-privata, tema tornato recentemente a fare capolino.
Mentre si discute delle tre questioni, senza per altro che siano state chiarite le soluzioni, la politica-partitica si sta già concentrando sulle poltrone.
Del consiglio uscente, presieduto da Di Caro (nella foto sotto), fanno parte: Sarah Aragno, Marco Botto, Giuseppe Delfino e Sabrina Sacconiro.
<figure class="image"></figure>L’attenzione – in un frangente in cui le nomine la fanno da padrone – si indirizza prevalentemente sulla presidenza.
Emanuele Di Caro, braidese, già segretario provinciale del Partito Democratico prima di Flavio Manavella e Mauro Calderoni, nominato nella stagione “renziana”, era espressione del centrosinistra per quanto comprensivo delle sue componenti civiche.
Una delle ipotesi – non molto robusta in verità essendo cambiato il quadro politico provinciale a favore del centrodestra – è che possa restare in sella ancora per qualche tempo almeno fino a quando, versato il “valore residuo”, l’assetto di Cogesi sarà stato definito.
L’uomo su cui si stanno concentrando le attenzioni del Patto Civico e della componente moderata del centrodestra è Giuseppe Delfino (foto sotto), già amministratore delegato di Acda, l’Azienda Cuneese dell’Acqua Spa, dal cui ruolo era stato estromesso un anno fa.
La sua eventuale nomina, essendo Delfino coordinatore del gruppo Centro per Cuneo, passa per le mani sia della sindaca di Cuneo Patrizia Manassero che di Luca Robaldo, in quanto presidente della Provincia.
Un’altra ipotesi riguarda Paolo Adriano (foto sotto), ex sindaco di Mondovì e predecessore di Robaldo. Sembra tuttavia che per lui possa aprirsi uno spiraglio per il Consiglio generale della Fondazione CrTorino, ragion per cui anche questa sia un’ipotesi poco percorribile.
Infine, l’indiscrezione più “pesante” riguarda Simone Mauro (foto sotto), uomo di area Lega, che ha guidato in questi anni Alpi Acque Spa (il Consorzio raggruppa una cinquantina di Comuni dell’area saviglianese, saluzzese e fossanese) e che ha gestito la difficile fase di transizione di questo verso CoGeSi.
Mauro, qualche mese, ha lasciato il consiglio di amministrazione di Amos, la società che gestisce attività di vario tipo correlate alla Sanità pubblica.
Ammesso e non concesso che il soggetto sia interessato, è verosimile che per lui la Lega – e in particolare il senatore Giorgio Bergesio – punti i piedi dal momento che nei confronti del suo partito sembra essersi realizzata, in questi ultimi tempi, una sorta di conventio ad excludendum da parte dei partner di centrodestra, Forza Italia, Lista Cirio e Fratelli d’Italia.
La Lega, infatti, è stata esclusa dai Parchi (ormai è certo che Piermario Giordano (foto sotto) non verrà riconfermato alla presidenza delle Alpi Marittime), tagliata fuori dalle due Atl cuneesi (Aziende Turistico Locali) e manco presa in considerazione in fase di rinnovo della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.
Si potrebbe far notare che la “spartingaia” dovrebbe essere evitata almeno quando si tratta di organismi tecnici di questa rilevanza, qual è CoGeSi, ma tant’è.
Non per nulla c’è già chi definisce la partita della gestione dell’acqua pubblica come la “madre di tutte le battaglie”, definizione che fino a qualche tempo fa era attribuita alla Fondazione Crc.
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