Sembra essere arrivato a una svolta decisiva il progetto dello Skymetro in Val Bisagno. Dopo una lunga attesa, infatti, c’è stato il via libera da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che ha dato parere favorevole unanime.
Un iter lungo e complesso quello del progetto del nuovo sistema di trasporto sopraelevato che collegherà Brignole a Molassana attraverso la bassa Val Bisagno e che ha ricevuto l’approvazione oggi, alla sua quarta presentazione.
Un disco verde a un’infrastruttura che, sulla carta, dovrebbe segnare un punto di svolta nel trasporto pubblico genovese ma che, sin dal suo primo progetto, sta facendo i conti con la forte opposizione dei cittadini della zona.
“Il progetto è stato approvato questa mattina all’unanimità - ha dichiarato Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture - quindi seguenti le indicazioni del consiglio sarà possibile bandire la gara d’appalto entro fine anno e avviare i lavori del primo lotto. A quel punto sarà finanziato anche il secondo lotto per completare tutto il tracciato”.
I lavori si articoleranno in due lotti: il primo da Brignole a Ponte Carega, fidanzato con i 398 milioni di euro già stanziati (denaro che, inizialmente, avrebbe dovuto finanziare tutta l’opera e che oggi sembra sufficiente solo per il primo lotto n.d.r.), mentre il secondo lotto, fino a Molassana, costerà altri duecento milioni di euro circa.
Rixi ha ribadito dunque la necessità di non perdere i fondi già stanziati e di portare avanti un progetto che, a suo dire, sarà fondamentale per la mobilità genovese.
Il viceministro ha spiegato che lo Skymetro non è un capriccio politico ma una risposta concreta agli storici problemi della Val Bisagno, una delle zone più densamente popolate e congestionate di Genova.
“Se non si fosse chiuso ora l’iter, Genova avrebbe rischiato di perdere quasi 400 milioni di fondi per il primo lotto”, ha spiegato Rixi. “Il progetto è stato finanziato da governi di ogni colore politico proprio per la sua importanza strategica”.
Il parere favorevole del Consiglio Superiore non è privo di prescrizioni. Tra le più discusse c’è la conferma dell’abbattimento dell’Istituto Firpo, che sorge in quella che fu l’ex Conceria Bocciardo: “Sono stati fatti sopralluoghi - ha precisato il viceministro - e ritengono che quell’edificio non sia più adeguato come struttura scolastica nel 2025. È un’ex fabbrica tra due strade e senza spazi esterni”.
A fronte di una demolizione e dello spostamento dell’istituto scolastico, Rixi ha ribadito che saranno previsto fondi per la riqualificazione e la ricollocazione, da inserirsi in un progetto parallelo della Val Bisagno: “Il Comune ha cercato di evitare la demolizione, ma le valutazioni del Consiglio hanno tenuto conto anche della riqualificazione urbana e della sicurezza idraulica”.
Rixi ha respinto le accuse di “approvazione ad orologeria” mosse dal centrosinistra: “Il Consiglio dei Lavori Pubblici è un organo indipendente. Non programma le sedute in base alle elezioni. Il Comune avrebbe voluto il parere mesi fa. Se non fosse arrivato, Genova avrebbe perso i fondi. Questi soldi sarebbero andati ad altri progetti in altre città”.
Il nodo della scelta tecnica è stato uno dei temi caldi e certamente criticati: la linea sopraelevata, infatti, è stata preferita a un tram a livello strada perché la valle è un’area soggetta a esondazioni e un trasporto su rotaia a livello del suolo sarebbe stato impossibile da autorizzare. “La sicurezza idrogeologica è fondamentale”, ha sottolineato Rixi, “e la soluzione sopraelevata garantisce continuità del servizio anche in caso di piene”.
“Un tram in Val Bisagno - continua - è tecnicamente impossibile. Nessuno autorizzerebbe un’opera a raso in un’area esondabile. Il tracciato sopraelevato è l’unico compatibile con le normative attuali, specialmente per la presenza del Bisagno e della piastra dello stadio di Marassi, costruita prima delle nuove leggi”. Il tracciato, ha poi sottolineato Rixi, non è stato scelto per “futurismo estetico”, ma per garantire sicurezza idraulica e funzionalità. “Chi propone alternative dovrebbe presentare progetti veri, non opinioni”.
Il viceministro ha inquadrato l’opera in un piano più ampio di trasformazione della mobilità cittadina: “Abbiamo finanziato bus elettrici, filovie, rinnovato la flotta AMT. Ma ciò che cambia il paradigma sono le infrastrutture in sede fissa, che garantiscono servizi efficienti e frequenti. A Ponente, con i binari FS dedicati, da gennaio 2025 Genova avrà una metropolitana di superficie. La Val Polcevera sarà servita con il prolungamento della metro attuale, la Val Bisagno con lo SkyMetro”.
Rixi ha anche ribadito l’importanza di collegare meglio San Martino e altre zone oggi penalizzate. “La qualità della vita aumenta con servizi adeguati. Chi oggi in alta Val Bisagno impiega più di un’ora per arrivare in centro, deve avere le stesse opportunità del cittadino del centro. Fermarsi per paura dell’impatto vuol dire rimanere una città marginale”.
A chiede conto delle opposizioni civiche, Rixi risponde: “I comitati ci sono in ogni opera. Anche la Gronda fu osteggiata. Ma oggi Genova paga anche quella mancanza. Se non facciamo nulla, peggioriamo. Serve un equilibrio tra chi ci guadagna e chi ci perde. Serve anche un piano di riqualificazione: penso allo spostamento del carcere di Marassi, all’adeguamento di scuole, alla creazione di aree verdi”.
Il cronoprogramma prevede 57 mesi di lavori. “È un’opera complessa ma necessaria – conclude Rixi – e deve essere portata avanti da tutte le amministrazioni future, indipendentemente dai colori politici. Solo così Genova potrà davvero modernizzarsi”.
Con l’avvio della gara d’appalto previsto entro la fine del 2025, lo Skymetro si prepara dunque a entrare in una fase decisiva. Il futuro del progetto rimane appeso a troppi ‘se’ che anticipano parole come fondi e tempi, per esempio, a cui si devono aggiungere i disagi per residenti e non solo si preparano a convivere con almeno quattro anni di cantieri, nella migliore delle ipotesi.
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