Niente sistemi digitali, come la Pec: chi vuole il Festival deve usare le vecchie procedure per far pervenire la candidatura al servizio protocollo del Comune, entro il termine indicato dall'avviso per esplicitare la manifestazione d'interesse. Il plico richiesto, contenente progetto e schema di convenzione (da illustrare in non più di 50 pagine), dev'essere infatti consegnato a mano oppure inviato tramite posta raccomandata, eventualmente anche con “altra forma di recapito autorizzato”, entro le 12.30 di lunedì 19 maggio. E, particolare non secondario, per rispettare il termine fissato fanno fede la data e l'ora di arrivo all'ufficio in questione, non il giorno della spedizione, in qualunque modo effettuata. Tanto da sottolineare che “il recapito del plico in tempo utile rimane ad esclusivo rischio del mittente”.
Ieri è arrivata la conferma (QUI) che il gruppo Warner ha deciso di non presentare la propria manifestazione di interesse e, probabilmente, si defila quello che poteva essere il broadcaster più insidioso per viale Mazzini, dopo l'acquisto di Amadeus. Fatte queste premesse, ad oggi non risulta arrivata alcuna proposta al protocollo di Palazzo Bellevue. Tutta l'attenzione si sposta, quindi, per l'inizio della prossima settimana, dato che il municipio è chiuso il sabato e la domenica: sarà una mattinata carica di attesa quella di lunedì. Di certo, al momento, si sa soltanto che la Rai risponderà “presente”, con tanto di avallo del Cda rilasciato pochi giorni fa. E non poteva essere altrimenti, essendo la più interessata per aver accompagnato il Festival in tutti i suoi 75 anni di storia, fino a farlo diventare il più importante evento televisivo italiano, capace di garantire ritorni straordinari per il bilancio e l'immagine della stessa Tv di Stato.
Tra gli altri broadcaster eventualmente interessati, che abbiano forza e requisiti richiesti (a cominciare dalla capacità di copertura del territorio nazionale e dal garantire una proposta televisiva generalista), filtra un tiepido interesse di Warner Bros Discovery, limitato però dai paletti imposti dal bando, in particolare i vincoli sul raggiungimento di determinati livelli di audience. Nel caso in cui una o più edizioni ottengano risultati inferiori di 15 punti percentuali rispetto alla media ascolti delle precedenti cinque edizioni del Festival, il Comune si riserva la possibilità di stracciare il contratto “senza costi, risarcimenti e indennità”. E dato che gli ultimi “Sanremo” si sono attestati intorno al 65% di share, chi sarà chiamato a organizzare i prossimi appuntamenti non dovrà scendere sotto il 50%. Impresa quasi impossibile per Warner, che pure ha già in casa ex apprezzati timonieri del Festival come Fabio Fazio e Amadeus, se si pensa agli attuali numeri di nicchia ottenuti con le reti in chiaro (altro elemento imprescindibile) Nove e Real Time. Quanto a Mediaset, non risultano al momento segnali d'interesse effettivo. Non resta che attendere.
Cosa accadrà una volta chiusa la gara ad evidenza pubblica? Nulla, fino a quando non si conoscerà l'esito dell'appello al Consiglio di Stato, presentato tanto dalla Rai quanto dal Comune (ma con sfumature diverse), contro la sentenza del Tar ligure da cui deriva il ricorso forzato alla manifestazione d'interesse, dopo lo stop al reiterato sistema delle convenzioni per affidare la kermesse canora. L'udienza di merito è in calendario (da tempo) per giovedì prossimo e il pronunciamento dei giudici romani dovrebbe avvenire in forma celere, forse già nella stessa giornata. Se venisse ribaltato il verdetto di primo grado si tornerebbe, di fatto, alla situazione precedente. Salvo altri colpi di scena. Tuttavia, bisogna pure attendere le conclusioni dello stesso Tar ligure, richiamato in causa dall'etichetta discografica Je di Sergio Cerruti, dopo che nel dicembre scorso ha ottenuto l'accoglimento della propria richiesta di aprire "l'affare-Festival" al mercato televisivo, contro il monopolio Rai. E adesso chiede la sospensione del bando pubblicato dal Comune. La discussione è fissata per venerdì 23, il giorno dopo l'udienza più attesa. Da qui il logico, ragionevole atteggiamento attendista dell'amministrazione Mager.
La gara al centro della vicenda è articolata in due fasi, la prima selettiva e la seconda negoziale, che saranno gestite dalla Commissione di valutazione ancora da nominare. E si basa su un corrispettivo economico non inferiore a 6,5 milioni annui (più Iva), su una quota dell'1% a favore del Comune legata agli introiti pubblicitari e allo sfruttamento di marchi e distintivi, oltre che sulla trasmissione e produzione di eventi anche non strettamente legati al Festival. E' previsto l'affidamento triennale, dal 2026 al 2028, con eventuale estensione biennale.
Commenti