«Siamo sulla bocca di tutti», è stato lo slogan con cui la catena “La Piadineria” ha lanciato il suo nuovo punto vendita in città, ristrutturando uno dei simboli della Varese che fu, lo Chalet Martinelli, già luogo di ristoro e per un certo periodo anche sala da ballo. Fondata a Brescia nel 1994, tra i più noti marchi della ristorazione veloce, “La Piadineria” oggi conta su 2.400 dipendenti e 470 ristoranti in tutta Italia e si caratterizza per la preparazione al momento delle piadine, stese, cotte e farcite davanti al cliente.
Cosa vi ha spinto ad aprire un nuovo punto vendita a Varese?
«Tra Varese e provincia abbiamo già sedici punti vendita, dove lavorano circa un centinaio di persone, e ci faceva piacere offrire ai cittadini un punto di ristoro anche nel centro della città.», rispondono al Team Sviluppo de “La Piadineria”.
L’ex Chalet Martinelli, dove c’è il negozio, un tempo era un punto d’incontro per i varesini. Come hanno risposto all’apertura de “La Piadineria”?
«I clienti stanno rispondendo bene, noi siamo consapevoli dell’eredità del luogo e contiamo di diventare di nuovo un punto di riferimento e di incontro per la città».
Nel vostro ristorante c’è molta tecnologia, soprattutto per ordinare. È la volontà di rivolgersi a un pubblico giovane?
«Indubbiamente nei nostri ristoranti convivono due anime: quella artigianale legata al prodotto e quella, anche molto tecnologica, legata all’esperienza di acquisto. Al centro di tutto ci sono sempre le esigenze e le preferenze del cliente. Il nostro sistema di vendita è omni canale: il cliente può decidere se ordinare in cassa, al kiosk oppure tramite app, per trovare la piadina pronta all’orario desiderato e saltare la coda alla cassa. Sicuramente questi servizi incontrano il favore della clientela più giovane, ma il nostro obiettivo è rendere l’esperienza di acquisto più semplice e comoda possibile per il cliente, a seconda delle sue preferenze o esigenze legate al momento o alla situazione. Allo stesso modo il cliente può decidere se fermarsi a consumare la piadina nel locale, da solo o in compagnia di colleghi, amici o della famiglia, oppure se consumarla passeggiando per strada, oppure ancora se farsela consegnare a casa o sul luogo di lavoro tramite delivery».
Pensate di “personalizzare” qualcuna delle piadine con nomi che richiamino luoghi o personaggi varesini?
«Il nostro menu è comune a tutti i 470 ristoranti sul territorio italiano, ma a volte, nelle nostre ricette a edizione limitata facciamo incursioni nelle tradizioni culinarie locali. Per esempio quest’inverno avevamo nel menu la “Viteltonnè”, un omaggio al caposaldo della cucina piemontese».
Nel vostro carnet di proposte ci sono anche le piadine vegetariane: com’è la risposta dei clienti?
«Il nostro format specializzato sulla piadina consente al cliente di fare delle combinazioni potenzialmente infinite e questo ci consente di essere molto inclusivi (c’è una piadina per tutti!). Abbiamo inserito in ogni caso delle piadine vegetariane oppure senza prodotti di origine animale a menu, anche perché sono sempre di più i clienti che optano per una dieta “flexitariana”».
A Milano ci sono anche quelle senza glutine e lattosio, le porterete anche a Varese?
«Al momento, a Varese, ci stiamo concentrando sulle nostre proposte tradizionali, ma siamo sempre attenti alle esigenze dei nostri clienti e valuteremo future integrazioni».
Nella sede varesina proponete anche insalate e dolci: è una politica comune anche agli altri punti vendita?
«In diversi punti vendita offriamo anche insalate, patatine e un corner di pasticceria. La proposta varia in base alle caratteristiche del locale e alle preferenze della clientela, così da offrire un'esperienza il più possibile personalizzata».
Gli ingredienti delle piadine sono tutti “made in Italy”?
«Prediligiamo ingredienti italiani, selezionati con cura per rappresentare al meglio la nostra idea di qualità. Alcune eccezioni, come il Brie francese, provengono da territori d’origine che ne esaltano l’autenticità».
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