Una passione per il vino e per la coltivazione della vite che nasce da bambino quella di Eugenio Marangoni, quando nel piccolo paese natio di Vizzola Ticino assisteva estasiato alle vendemmie effettuate nei vigneti che dall’alto del paese scendevano verso la valle del Ticino e poi alla fase di spremitura delle uve portate nella locale cantina situata nel centro del paese.
«Ricordo ancora il rumore dei carri carichi di uva che venivano portati alla rudimentale spremitrice, il profumo che le uve prima ed il mosto dopo, emanavano. Ora il vino è anche il ricordo della gioventù e dei sogni che essa portava con sé. Nelle vigne terrazzate che erano poste a sud e sud ovest, seduto con gli altri bambini, gustavo l’uva appena raccolta e guardavo già oltre l’orizzonte sognando il mondo ma sapendo che le radici erano li, nel vigneto" racconta Marangoni che ha scritto un libro sul mondo del vino della provincia di Varese intitolato "I sentieri del vino" che segue un altro volume dal titolo "Oltre la vigna".
«Non si tratta solo di una guida enogastronomia - spiega l'autore sommelier - è anche un viaggio tra i sapori che raccoglie le emozioni che essi ci trasferiscono. Un romanzo d'amore per la nostra terra, alla ricerca di antichi sapori culture, tradizioni, paesaggi e piccoli borghi. Un viaggio tra passato e presente, tra tradizioni ed innovazione. Un percorso a volte toccante, immersi nella cultura contadina e avvolti dai gusti della terra».
Marangoni ha compiuto un viaggio per i sentieri dei vini del Varesotto che hanno una storia secolare che merita di essere conosciuta. «Già in antichità la vite era coltivata lungo le sponde del fiume Ticino, in quelle del lago Maggiore, nelle zone di Busto Arsizio, Vizzola Ticino, Golasecca e nei Ronchi Varesini - racconta lo studioso varesino - fino al 1852 si producevano circa ventiquattromila ettolitri di vino poi scesi bruscamente, prima in seguito a malattie nei vigneti quindi per la grande industrializzazione che tolse terreni fertili e manodopera. Attualmente sono presenti dei vigneti produttivi nella zona di Golasecca, Angera, Travedona, Morazzone, nelle colline di Masnago e nella zona di Albizzate. In un territorio ben ventilato e su dolci colline che vanno dai 200 ai 500 metri la viticultura varesina ha ripreso forza e sta crescendo sempre di più, sia in termini produttivi che qualitativi».
Ora un marchio IGT, Ronchi Varesini, cerca di tutelare la qualità dei vini prodotti e di promuoverli nel mercato sempre più difficile dei vini. Oggi i vitigni più presenti sul nostro territorio sono: Nebbiolo, Barbera, Merlot, Croatina ed anche presenze di Pinot Nero, Bonarda, Vespolina Uva rara e Freisa tra le uve a bacca nera. I vitigni con uve a bacca bianca sono invece: Chardonnay, Bussanello, Trebbiano Toscano, Pinot Grigio, Riesling, Friulano ed Erbaluce.
«I vini rossi sono di un bel colore rosso rubino, con profumi intensi e persistenti, fruttati e di corpo, armonici e ben equilibrati. Tannini abbastanza morbidi, buona acidità, con l’invecchiamento emergono anche i profumi terziari di spezie e sottobosco - osserva Marangoni -vini che si abbinano perfettamente alla cucina classica del varesotto con i nostri piatti tradizionali, dai salumi, ai piatti di carne quali: bruscitt, spezzatino, bolliti misti, risotto con l’ossobuco e cassoeula».
«Interessanti sono anche i vini rosati, ottenuti attraverso una breve macerazione sulle bucce delle uve a bacca nera, principalmente Merlot, Nebbiolo e Uva rara. I profumi sono fruttati, eleganti e delicati. Un vino adatto ad essere abbinato ai primi di pasta e riso con pesce di lago o verdure» aggiunge l'esperto.
I vini bianchi sono di un bel colore giallo paglierino, alcuni tendenti al verdolino, fruttati, floreali, erbacei se c’è presenza dell’erbaluce, freschi ed abbastanza sapidi. Ottimi come aperitivo, da abbinare agli antipasti a base di salumi e verdure, ai piatti a base di pesce di lago, al pesce al forno, in bianco od alla griglia.
«Il libro ha lo scopo di far conoscere il vino in tutti i suoi aspetti, di insegnare a degustarlo e ad abbinarlo correttamente ai cibi. Ma soprattutto cerca di far nascere in ogni lettore la capacità di capire il vino, l’anima di chi lo produce, e la cultura che lo circonda e ad assaporarlo capendolo senza essere condizionati dalle etichette o dalle mode del momento. Un libro adatto anche a chi si avvicina la prima volta al mondo enologico» sottolinea l'autore.
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