Un nuovo confronto tra candidati in vista delle prossime elezioni comunali di Genova, questa volta alla Sala Quadrivium di Genova. L’appuntamento, divenuto ormai consuetudine, è promosso dal Percorso Diocesano di Formazione Politica e coordinato da don Massimiliano Moretti.
I candidati presenti all’appuntamento sono chiamati a rispondere a tre domande, in due minuti, con un ulteriore minuto a disposizione per esprimere il proprio pensiero. Presenti Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) Raffaella Gualco (Genova Unita), Antonella Marras (Sinistra Alternativa), Pietro Piciocchi (colazione di centrodestra), Silvia Salis (coalizione di centrosinistra). Tutti i candidati hanno ricevuto le domande prima del confronto.
“Una delle tre domande arriva direttamente dai ragazzi di terza media e di prima superiore che hanno partecipato al corso di formazione politica - spiega don Massimiliano Moretti -. Sono arrivati una ventina di progetti molto interessanti, e la richiesta dei giovani riguarda gli spazi a loro disposizione in città dove potersi confrontare, studiare, suonare uno strumento musicale, chiacchierare tra loro e con il supporto degli adulti. Inoltre, la loro richiesta riguardava anche la possibilità di utilizzare luoghi oggi in disuso, per non dover realizzare nuove costruzioni ma utilizzando quelle già esistenti. Avere luoghi di confronto per i giovani è importante, perché l'amministrazione non deve solo occuparsi esclusivamente della crescita economica di una città, ma anche della vivibilità dei suoi cittadini, delle persone che ci vivono di tutte le fasce di età. La seconda domanda è legata al tema della delle povertà: abbiamo chiesto secondo loro quali sono le emergenze e come pensano di agire singolarmente per risolverle. La terza domanda è sul lavoro: sappiamo che il sindaco non può generare posti di lavoro, però in quanto capace di regia vorremmo sapere cosa pensa di fare per difendere il lavoro esistente e come, con la sua creatività e lungimiranza, possa creare le possibilità affinché i nuovi investitori vengano a portare lavoro nella nostra città”.
Presente all’incontro anche l’Arcivescovo di Genova Marco Tasca, oltre ai rappresentanti delle autorità civili e istituzionali locali: “Credo che sia importante non solo dire cose che uno vuol fare, ma concretamente come agire per il bene comune di questa città e di questa chiesa - commenta Tasca -. Chiedo subito a chi sarà sindaco che faccia un gioco di squadra importantissimo, che sia un gioco di squadra in cui camminare e crescere insieme”.
“Mi auguro che tutti vadano a votare - aggiunge l’Arcivescovo -. Genova ha bisogno che tutti facciamo la nostra parte per essere vicini concretamente a chi ha meno possibilità, meno chance, a chi davvero ha bisogno di qualcuno che si prenda cura. Credo che sia importante come chiesa. Noi lo stiamo facendo in modo che nel modo che possiamo, ma davvero se tutti ci diamo una mano perché nessuno resti indietro, credo che sia il problema saggio che possiamo dare”.
LE RISPOSTE DEI CANDIDATI
Il disagio giovanile sta diventando una vera emergenza sociale. Da un questionario che il Percorso Diocesano di Formazione Politica ha inviato quest'anno agli studenti delle scuole medie e superiori è emerso come prioritario il tema dei luoghi in cui ritrovarsi. Cosa farete per riutilizzare degli spazi che già esistono per renderli adatti ai giovani?
“E’ necessario fare un elenco pubblico e verificare che le assegnazioni degli spazi rispettino l’interesse - commenta Mattia Crucioli - Se ci fossero migliori utilizzi è bene revocare le concessioni, se gli spazi sono sottoutilizzati o male utilizzati riallocarli per scopi più utili. Inoltre, insieme ai Municipi bisognerebbe verificare quartiere per quartiere le porzioni di territorio che possono essere riadattate: in ogni quartiere bisognerebbe trovare luoghi che, anche con riqualificazioni, possano essere adatti”.
“L’ONU definisce i giovani una generazione perduta - afferma Raffaella Gualco -. Molti non lavorano anche se hanno finito di studiare. Il problema a Genova è ancora peggiore, ci sono pochi giovani e gli accessi in psichiatria sono aumentati. Bisogna decentrare e recuperare da pubblico e privato degli spazi e dare autonomia ai giovani. In altre città ci sono giovani che parlano ad altri giovani e li sostengono, è importante dare loro fiducia e autonomia”.
“I dati del disagio sociale sono allarmanti - spiega Antonella Marras -: sono aumentate le richieste dei servizi della salute mentale. Diventa prioritario realizzare reti sociali reali, dove attraverso il confronto si crea pensiero critico. Vogliamo mettere al centro la valorizzazione del ruolo attivo dei giovani, anche attraverso la ristrutturazione dei vari siti abbandonati in città e fornendo strumenti autogestiti, contrariamente a quanto fatto da Bucci con lo sgombero dei centri sociali. Vorremmo un Buridda in ogni quartiere. Importante anche l collaborazione con l’Università, per un confronto su temi cari ai giovani come l’educazione affettiva e sessuale che dovrebbero essere inserite nei programmi scolastici”.
“Avere spazi per i giovani è tema fondamentale - dichiara Pietro Piciocchi -. Nel programma abbiamo tantissime proposte come Villa Rossi Sestri, la Casa Soldato a Sturla, l’ex mercato Corso Sardegna e l’area Facchini. Devono essere luoghi dove studiare, vivere tempo libero e fare co-working. Anche teatro nazionale il nuovo foyer è candidato a diventare uno spazio. Penso anche a ex magazzini del Sale e a palazzo della Fortezza. C’è poi il grande tema degli oratori, le agenzie educative devono collaborare per riqualificazione degli immobili. Per quanto riguarda il disagio giovanile bisogna interrogarsi sulle cause, la politica deve fare analisi: oggi la famiglia è distrutta e mancano punti di riferimento valoriali e spirituali, occorre lavorare per non lasciare sole le famiglie a sconfiggere il disagio giovanile”.
“Importante il tema dell’abbandono scolastico - commenta Silvia Salis -, un tema in controtendenza che colpisce molte zone della città. Serve uno spazio dove ritrovarsi senza device, che incrementano l’isolamento. Occorre identificare aree e spazi dove consentire ai giovani di incontrarsi ed esprimere i loro sentimenti ed emozioni. Stanno venendo a mancare punti di riferimento al di là della scuola, professori e maestre sono soli di fronte alle esigenze delle famiglie e disagio dei ragazzi. Come politica dobbiamo tornare ad ascoltare i giovani, che hanno scarsa propensione al voto, ma sono loro la vera energia rinnovabile su cui investire”.
In che modo il sindaco della città, assumendo il ruolo di regia, può creare le condizioni necessarie per garantire la difesa del lavoro già esistente e favorire l'insediamento e lo sviluppo di nuove imprese?
“Lavoro è dignità, e l’indipendenza è il fondamento della nostra Repubblica - risponde Silvia Salis -. A Genova la classe operaia ha dato molto, e il Comune è responsabile delle azioni che agevolano la crescita del lavoro, come l’erogazione dei servizi che permettono a uomini e donne di lavorare, come trasporti e agevolazioni. Genova deve proteggere la propria industria e impresa, il turismo è importante ma anche la nautica, il settore navale. Spesso si crede che l’industria crei benessere, ma è dove c’è benessere sociale che si può creare industria e sviluppo del lavoro”.
“I dati della Camera di Commercio parlano di 188mila addetti imprese nel 2016 contro i 214mila nel 2024, quindi si contano 25mila posti di lavoro in più - dichiara Pietro Piciocchi-. Il Comune ha assunto oltre 3500 persone in questi otto anni, oltre a quelli delle partecipate. Occorre una cultura amica dell’impresa, dobbiamo superare contrapposizione ideologica. La sfida è rendere la città attrattiva per gli imprenditori, con l’industria che è caposaldo dell’economia cittadina”.
“Tutelare il lavoro è la priorità - dichiara Antonella Marras -, oltre alla lotta alla precarietà. Il Comune deve difendere livelli occupazionali delle industrie, evitando che le imprese che prendono contributi pubblici e poi mandino lettere di licenziamento collettivo. Vogliamo il salario minimo di almeno 10 euro l’ora, indicizzato ai tassi di inflazione .Fondamentali i servizi pubblici fruibili e il miglioramento della qualità della vita, in linea con i referendum che andremo a votare a giugno”.
“Dobbiamo ricostituire tutto dalle fondamenta - spiega Raffaella Gualco -, dobbiamo aiutare i giovani a creare nuove startup ma concretamente vanno sviluppate le basi della società che oggi non sono ancora ricostituite”.
“Pensiamo di agire su due linee: creare condizioni favorevoli limitando al massimo la burocrazia, e utilizzare strumenti che possano aiutare i lavoratori ad acquisire le imprese per evitare la perdita di posti di lavoro. Inoltre, vogliamo riconvertire le industrie di morte, che realizzano armi sul territorio”.
Secondo voi, quali sono ad oggi i bisogni più urgenti delle persone che vivono nella nostra città e con quali soluzioni concrete proponete di rispondervi in modo efficace?
“Fondamentale è l’ascolto - commenta Crucioli -. Il Comune ha peccato calando dall’alto progetti senza ascoltare i bisogni dei cittadini. In questo senso è fondamentale recuperare fondi, dare risorse per soddisfare le esigenze. Ci sono società partecipate che possono produrre in modo più utile e altre che vanno finanziate. Penso al Porto Antico, che ha asset di beni che porterebbe produttività pazzesca, con barche e affitti di spazi, le farmacie genovesi e i bagni comunali. Questi strumenti potrebbero produrre beni e possono essere volano per migliori servizi”.
“Si devono ricostituire le fondamenta della società - commenta Gualco -. Bisogna semplificare il più possibile, la scuola e gli insegnanti sono sempre più soli e il Comune può aiutare molto in questo.
Dobbiamo avere una visione d’insieme per capire dove arrivare e dove andare, se vogliamo rilanciare la città non possiamo stare ore in coda in autostrada”.
“Le priorità sono i servizi di welfare - spiega Marras -, con fondi che vanno investiti per le persone che vivono in condizione di povertà, in collaborazione con terzo settore sanità e salute. Diciamo no al piano di riarmo, che toglierà risorse ai servizi sociali. La casa deve essere una priorità, con recupero del patrimonio immobiliare e con interventi per le speculazioni degli Air B&B. Fondamentale anche pensare ai centri antiviolenza in ogni scuola”.
“Infrastrutture, giovani, anziani e casa: questi i punti del programma - dichiara Piciocchi -. In questi anni abbiamo attratto risorse senza precedenti. Genova, se vuole giocare nel campionato delle grandi città, deve essere collegata al mondo. Lo sviluppo dell’aeroporto è argomento fondamentale, non possiamo permetterci esitazioni sulle infrastrutture che porteranno danni.
Il tema della formazione riguarda i giovani: tanti imprenditori hanno difficoltà a occupare posti di lavoro di qualità, mondo del lavoro deve parlare con la formazione, Genova deve puntare sull’università. Pensiamo che sia fondamentale per gli anziani il trasporto pubblico gratuito per spostarsi e incontrarsi, e vogliamo abbattere le liste di attesa per le case recuperando quelle sfitte”.
La nuova povertà esiste anche tra chi lavora - spiega Salis - le mense oggi servono lavoratori e famiglie. Bisogna che Comune sani liste d’attesa, sostenere privati per avere l’affitto delle case in locazione e il Comune si deve fare garante. Fondamentale l’assistenza domiciliare crescente per anziani e bambini con disabilità. Se il Comune manca nella cura dei fragili spesso sono le donne a pagare, devono rinunciare a lavoro entrando nella spirale della povertà”.
IL MINUTO A DISPOSIZIONE DEI CANDIDATI
Salis: “Sogno una città dove ognuno possa realizzare il proprio progetto di vita, qualunque esso sia, e dove non prevalga l'individualismo. Io sono una società organizzata come una squadra di maratona: è fondamentale il temp del primo, ma la squadra è forte se si tiene conto della distanza tra il primo e l’ultimo. Sosteniamo la volata dei primi ma non dimentichiamo gli ultimi, tendendo la mano a chi non ce la fa”
Piciocchi: “Dopo 8 anni ho deciso di mettermi in gioco perché amo la mia città. Sogno una città moderna, attrattiva, dinamica dove le persone decidono di venire a vivere dove c’è una qualità della vita per espandere senso di comunità. Dobbiamo creare sintesi, superare particolarismi per cogliere le sfide enormi che ci attendono”.
Marras: “Sogniamo città che costruisce pace, abbiamo aderito appello per assessorato alla pace che non si gira dall’altra parte verso il genocidio, non piegata ai poteri forti che sostengono le scelte della città, che abbatta diseguaglianze sociali e renda i giovani protagonisti e che renda liberi di vivere senza differenze”
Gualco: “Sogno una Genova etica, legale e competente, dove non si decidano le sorti a bordo di uno yatch ma su base partitica. I cittadini competenti potranno partecipare, essere attivi e chiedo alla cittadinanza di svegliarsi e di guardare i partiti per quello che sono”.
Crucioli: “Pericle dice che ad Atene dialogo fosse precondizione necessaria all’agire saggio per fare interesse dei molti, vorrei che genova fosse così, superasse contrapposizioni ideologiche ma dicendo che le cose sian giuste o sbagliate a prescindere da dove arrivino, così si possono superare tutti gli scogli”.
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